/CAPITOLO 17/

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Clarissa's Pov
Gridai con tutto il fiato che avevo in corpo.
Peter aveva in mano il cuore di Oliver e stringeva la presa. Oliver si contorceva a terra dal dolore e nessuno faceva nulla per fermarlo.
"Peter basta ti prego!" Lui non rispose, fece un gesto con l'altra mano per intimarmi il silenzio.
Sentii una sensazione di calore e di bagnato sul viso senza accorgermene stavo piangendo
"Peter ti prego, ti supplico. Non farlo."
Sul suo volto apparve un ghigno malvagio.
Gli occhi si tinsero si rosso, e sentii anche i miei bruciare. Non capivo.
"Peter..." sussurrai, lui si girò e sorrise "È ora che tu sappia la verità Sharp"
"M-ma che..?" La mia domanda fu interrotta da un urlo che proveniva da Oliver
"Cosa fate voi impalati?" Mi riferii agli altri Bimbi Sperduti "aiutatelo!" dissi disperata.
"No ragazzina" fu Felix a parlare
"Vedi Clarissa, qui chi comanda è Pan. Lui da ordini."
"M-ma..."
"Ora basta" tuonò Peter. Era scocciato. Lo percepivo.
Il cuore gli pulsava in mano. Cominciò a stringere la presa "Ti prego" dissi tra i singhiozzi "Risparmialo" lo implorai.
"Sharp..." iniziò "quello che hai fatto sulla Jolly Roger, il fuoco e i fulmini. Tu, oltre ad avere il cuore del vero credente, sei come me."
"Aspetta Peter ma che dici?" Ero così confusa...
"L'adrenalina che ti scorre nelle vene, quella sensazione di calore che provi, i tuoi occhi cambiano. Diventano rossi, esattamente come i miei"
"No, non è possibile. Io vivevo a Londra, ero, sono una ragazza normale. Qui l'immaginazione non ha limiti no?! Beh me lo sarò immaginato!" dissi sconvolta.
"Immaginazione e magia sono due cose completamente diverse. E lo sai anche tu"
Provavo ad ascoltarlo ma i battiti del cuore che aveva in mano mi distraevano.
"Ora che sai la verità. Ho un compito per te" mi porse il cuore "prendilo e polverizzalo."
No. No. No. No. Non poteva chiedermi una cosa del genere. Scossi la testa. "No, non posso" cercai di dire "Oh si che puoi. È tutto nella tua testa."
"Io non sono come te!" urlai.
"Bene" disse lui serio "come preferisci"
E senza rendermene conto strinse il pugno attorno al cuore che si frantumò, divenne polvere. Oliver era morto.
"No!" gridai, mi accasciai vicino al corpo del ragazzo e gli presi la testa, me la posai sul grembo "No, no, no, Oliver... ti prego" ero distrutta. Non poteva averlo fatto davvero.
Piansi, non mi importava nemmeno coloro che avevo intorno. I Bimbi Sperduti mi guardavano così come faceva Peter, eppure non una lacrima da parte loro. "Ma perché? Come fate a rimanere così, così insensibili"
"Ragazzina, qui ci sono delle regole. Vanno rispettate. Lui non l'ha fatto e ha pagato il prezzo delle sue azioni sbagliate. Per colpa sua abbiamo perso dei ragazzi." Intervenì Felix.
"Ma..." provai, "Niente MA. Noi gli volevamo bene, ma se l'è meritato Clary" lo sfregiato si avvicinò a me e mi mise una mano sui capelli, accarezzandoli "Dobbiamo andare. Deve essere seppellito"
Annuii col capo. Ormai non piangevo nemmeno più. Ma mi sentivo vuota.
Peter ordinò a due Bimbi Sperduti di prendere il corpo di Oliver, scavare una fossa e seppellirlo, lì sulla spiaggia. Ma in un angolo dove mi accorsi che c'erano altre buche riempite. Altre tombe? Era una specie di cimitero... il mio cuore fece un balzo. Quanti ragazzi morti... "Ragazzina" era ancora Felix "so che è difficile. Ci sono state tante vittime, tra i pirati e le sirene..."
"E Peter" dissi io.
"Oh no, lui punisce con la morte solo quando è estremamente necessario. Per colpa sua sono morti in molti nello scontro con Uncino"
Senza rispondergli mi voltai a guardarlo e mi immersi nelle sue braccia. Era davvero alto e dall'aspetto possente. Mi sentivo al sicuro. Avevo trovato un amico in Felix, ne ero contenta.
Peter mi guardava. Indifferente.
Seppellito Oliver, e fatto quello che sembrava un funerale a grandi linee, tornammo all'accampamento.
Felix mi scortò nella mia tenda "Cerca di dormire okay bambolina?"
Gli rivolsi un debole sorriso, vuoto.
Lui uscii e io mi misi a letto. A causa delle lacrime mi bruciavano gli occhi e le guance.

Decisi in quel momento

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Decisi in quel momento. Dovevo andarmene, scappare. Aspettai la notte.
Quando mi accertai che tutti dormivano uscii dalla tenda e mi diressi verso la foresta oscura, lì avrei trovato dei rami per fate una zattera, o avrei trovato una soluzione più semplice per lasciare l'Isola.
Mi addentrai nel fitto bosco e iniziai a cercare.
"Lo credi davvero?" Quella voce, no, non poteva essere. Me l'ero immaginata di sicuro.
Non ci feci caso e continuai a cercare una via d'uscita.
"Pensi seriamente di riuscire a scappare da me?" La ignorai di nuovo. Seguì una risata crudele.
Sentii una presenza alle spalle e prima di riuscire a capire venni scagliata contro un albero. Era Lui. Mi aveva trovata. Con una mano mi strinse la gola e mi sollevò con la schiena ancora saldamente fissata all'albero.
"Davvero credevi che non mi fossi accorto di nulla?" Disse lui con un sorriso perverso.
L'aria cominciava a mancarmi. Mi avrebbe ucciso?
Si avvicinò al mio viso e sussurrò "Non si può fuggire da quest'isola. Nessuno può abbandonarla senza il Mio permesso"

/spazio autrice/
Ehiehii... colpo di scena!!
Che ne pensate??
Secondo voi come reagirà Peter?

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Take me to Neverland (Peter Pan Ouat)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora