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𝐉𝐄𝐀𝐍𝐈𝐍𝐈𝐙𝐈𝐀𝐀𝐌𝐔𝐎𝐕𝐄𝐑𝐒𝐈, 𝐀𝐏𝐑𝐄𝐍𝐃𝐎𝐆𝐋𝐈𝐎𝐂𝐂𝐇𝐈𝐏𝐄𝐑𝐕𝐄𝐃𝐄𝐑𝐄𝐂𝐇𝐄𝐒𝐈𝐓𝐑𝐎𝐕𝐀𝐕𝐀𝐈𝐍𝐔𝐍𝐋𝐔𝐎𝐆𝐎𝐂𝐇𝐄𝐍𝐎𝐍𝐑𝐈𝐂𝐎𝐍𝐎𝐒𝐂𝐄𝐕𝐀. Elena era sveglia, cercando di proteggere Jean dall'uomo che le stava fissando come se fossero un pasto di due portate.
"Per favore." Elena implorò: "Siamo ferite".
"Lo so." L'uomo disse, slegandola: "Solo un assaggio".
Le vene apparvero sotto gli occhi dell'uomo mentre iniziava ad avvicinarsi ad Elena. Jean si mise a sedere, scaraventandolo di lato con un movimento del polso.
"Non pensarci nemmeno!" Jean ringhiò, i suoi occhi lampeggiavano di un pericoloso arancione.
"Trevor." Una donna entrò nella stanza: "La ragazza ha ragione. Controllati".
L'uomo si è alzato da terra. I suoi occhi si spostarono su Jean, che lo stava ancora guardando con uno sguardo torvo sul viso. Sapeva che non avrebbe potuto farle niente, altrimenti avrebbe avuto l'intera famiglia Originale alle sue calcagna.
"Non voglio ucciderle." Guardò la donna.
"Cosa vuoi da noi?" chiese Elena, allontanandosi dalla donna.
"Mio Dio." Espirò: "Le assomigli proprio".
"Ma non lo sono." Elena negò, "Per favore, qualunque cosa tu—".
"Silenzio." La donna ha minacciato.
"Ma io non sono Katherine." Elena ha sostenuto, mettendosi a sedere, "Mi chiamo Elena Gilbert e questa è Jean, mia sorella. Non devi farlo". Si avvicinò a lei.
"So chi siete, entrambe." La donna la fissò: "Ho detto di stare zitta".
"Cosa vuoi?" chiese di nuovo Elena, senza ascoltare.
La donna ha dato un manrovescio a Elena, che è volata di nuovo sul divano. Jean si alzò, avvicinandosi alla donna con una maschera impassibile sul viso.
"Voglio che tu stia zitta." La donna guardò Elena svenuta.
"Faresti meglio a non riferirti a me." Jean ridacchiò, "O ti brucerò gli occhi dalla testa."
"Oh, so che potresti, Jean." La donna fece una piccola risata.
Quando iniziò ad allontanarsi, Jean decise di prendere un piccolo picco nella sua mente. Mentre guardava, Jean ha scoperto il suo nome e l'altro uomo.
