Capitolo 1

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La vita e' imprevedibile

Raymond

I miei nonni materni sono originari del Portogallo, nati nel quartiere di Bairro do Cerco, hanno vissuto la fame e la povertà di Porto, dove luce e pane era un lusso della classe più abbiente.
Era una città storica, affascinante e piena di attrazioni turistiche, ma alcune zone ancora oggi sono malfamate.
Erano poveri e innamorati, purtroppo non era decisamente il luogo più sano dove far crescere i loro figli, così si trasferirono nella valle della Rioja, in Spagna, a lavorare come agricoltori ne vigneti.
Il primogenito, mio zio Francisco, andò a lavorare presso un'azienda vinicola, mentre la secondogenita Alicia, mia madre, frequentò la scuola alberghiera e trovò un posto come cuoca in un Grand Hotel di Barcellona, fu allora che la sia vita cambiò radicalmente.
Conobbe mio padre, il proprietario dell'Hotel, figlio di un ricco possidente parigino, il quale in un pomeriggio particolarmente afoso di luglio, ebbe un malore e si accasciò, lei lo soccorse e se ne prese cura per tutto il suo soggiorno.
Mio padre successivamente tornò spesso in quell'Hotel per eseguire operazioni amministrative e chiese sempre l'assistenza della Signorina Alicia.
Mia mamma è sempre stata una donna umile e generosa, raccoglieva medicinali e vestiti per le persone più bisognose da spedire in Portogallo e ogni fine mese mandava parte del suo stipendio a casa per il sostentamento dei nonni.
Fu proprio il suo altruismo a fare breccia nel cuore di mio padre.
Dal loro matrimonio nacqui io, mi chiamarono Raymond II come mio nonno Raymond Clermont Royè I.
Fin da piccolo, una volta l'anno, andavamo a trovare i nonni a Ezcaray, un paese collinare nella regione della Rioja.
Conservo bellissimi ricordi delle vacanze in campagna con zio Francisco, lo aiutavo a dar da mangiare agli animali della fattoria e raccoglievamo frutta fresca dall'orto, la sera la nonna mi leggeva storie e mi raccontava leggende originarie della sua terra.

Avevo dieci anni quando lo zio si sposò nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Ezcaray.
Quando arrivai al casale per il guirno delle nozze, una bimba senza scarpe giocava in cortile sulla terra umida,
Raymond: "Non hai freddo ai piedi?",
mi guardò stranita senza rispondere, poi marciando come un buffo soldatino si diresse verso il pollaio e io tornai in casa dai miei genitori per salutare i  parenti.
La moglie dello zio non parlava francese,
Mamma: "Lei è zia Yara, moglie dello zio Francisco, per educazione ricorda di parlarle sempre in portoghese o in spagnolo"
Si avvicinò salutandomi e porgendomi un succo di pompelmo rosa che adoravo,
Zia Yara: "Piacere di conoscerti Raymond! Prego, la tua spremuta preferita!"
poi si affacciò alla finestra e chiamò a gran voce:
"Lila! Lila! Vieni a casa!"
La bambina tornò a casa correndo goffamente coi piedi pieni di fango.
Era piccolina e aveva le guance paffute,, indossava un vestito di tela semplice e aveva del fieno tra i capelli,
Zia Yara: "Layla, lui è tuo cugino Raymond"
Raymond: "Ola' Lila!"
Con una voce leggera mi salutò in portoghese:
Layla: "Bem vinda!"
La bimba era bilingue, poiché con zio Francisco parlava portoghese e con sua madre parlava spagnolo, comprendeva indistintamente entrambe le lingue, tuttavia era dispettosa come una scimmia! Si divertiva a rispondendomi in portoghese se le parlavo in spagnolo e viceversa, costringendomi a palleggiare da un vocabolario all'altro come un pazzo!
Zia Yara: "Prendi il cestino e andate insieme a raccogliere le uova nel pollaio"
Mamma: "Aspetta Ray! Metti gli stivaletti di gomma!"
Zia Yara: "Capirai! Ha appena piovuto, è più pulito il fango del cortile di casa nostra che l'asfalto di Parigi!
A proposito Lila, dove hai lasciato le scarpe?"
La piccola, prima indicò con l'indice verso l'alto,
Zia Yara: "Di sopra in camera?"
Poi indicò la porta spalancata...
Zia Yara: "In casa o fuori?"
Appoggiò un ditino sul mento pensierosa, con gli occhi rivolti al soffitto, poi fece spallucce!
Zia Yara: "Non mi dire che ne hai perso un altro paio!!! Santa pazienza...Io glie le metto e lei le dimentica in giro!",
Era una bimba davvero simpatica, si mise a ridere cosciente di aver combinato qualche marachella,
Zia Yara: "Forza giovanotto" - ordinò la- "Andate a prendere le uova e aiutala a cercare le scarpe nel fienile"
Ogni volta faceva credere di averle perse, passavamo ore a cercarle nel frutteto, tra i filari, passando per il fienile fino al pollaio, questa storia andò avanti anni!
Un giorno mi invitò a seguirla sul soppalco del vecchio frantoio; scoprii che aveva
accumulato mucchi di scarpe nuove dentro uno scatolone e quando le chiesi il motivo, rispose che essendo  nuove sarebbe stato uno spreco consumarle.
Una mattina mi svegliarono le urla della zia, era disperata perché le galline non avevano covato uova a sufficienza da poter vendere all'ortomercato.
Nel pomeriggio vidi Lila uscire di casa con lo zainetto in spalla,
Raymond: "Lila! È quasi il tramonto dove stai andando a quest'ora?"
Layla: "Devo fare una cosa"
Raymond: "Puoi dirmi cosa?"
Layla: "No"
Come 'No'!...Piccola peste!
Raymond: "Se è un segreto non lo racconterò a nessuno!"
Mi prese per mano e mi portò a fare una passeggiata lungo il vigneto, infondo al campo c'era un capanno per gli attrezzi abbandonato.
Aprii la porta e per terra, in una cassetta di legno, c'erano le uova scomparse dal pollaio adagiate su un cuscino.
Appoggiò lo zainetto per terra, lo aprì e ne tirò fuori una copertina di lana che utilizzò per coprirle.
Mi fece una tenerezza infinita!
Raymond: "Piccola, i pulcini non nasceranno così perché la temperatura dell'escursione termica scenderà di molto durante la notte, piuttosto servirebbe un'incubatrice o una lampada riscaldante"
Le comparvero i lacrimoni agli angoli degli occhi...c'era rimasta male!
Raymond: "Potremmo chiedere alla nonna di far nascere un pulcino nell'incubatrice e lasciartelo per farlo crescere! Anzi, ho un idea migliore, ti piacerebbe un oca? Sono molto socievoli!"
Layla: "E queste uova? Le mangeranno?"
Raymond: "Sono solo uova, all'interno non ci sono ancora i pulcini!
Riportale indietro, saranno cibo utile per sfamare altri bambini e persone malate, se le lasceremo qui marciranno e non serviranno più a nulla"
Appoggiò l'indice al mento e ci pensò su...
Layla: "Le galline le stanno cercando?"
Raymond: "Sì, saranno molto preoccupate!"
Avvolse le uova nella coperta, le nascose nello zainetto e le rimise al loro posto.
La sera volle che le leggessi una fiaba, era una bimba dolce e instancabile, continuò a guardarmi con attenzione mentre leggevo il libro, ma mi addormentai io prima di lei!
Il giorno del matrimonio dei miei zii, come paggio, portai il cuscino con le fedi all'altare, mentre Layla avrebbe dovuto percorrere la navata davanti alla sposa distribuendo petali di rose sulla passatoia.
Le avevamo ripetuto centro volte di andare piano, ma come immaginavo...entrò saltellando come uno stambecco lanciandone manciate contro gli invitati e  urlando:
"Auguri, auguri!".
Per tutto il pranzo di nozze giocò con altri bimbi correndo a destra e sinistra, fino a crollarmi in braccio per la stanchezza.
Ai quei tempi passavo sempre il mese di agosto coi nonni a Ezcaray ed eravamo entrambe figli unici perciò legammo moltissimo, ma ogni volta che dovevamo separarci, era sempre più doloroso e lei piangeva come una fontana.

La cuginetta e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora