Capitolo 23

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Lutto, vuoto e solitudine

Raymond

Con gli auricolari nelle orecchie, mi addormentai sotto l'ombrellone per la siesta.
Dopo più di un ora sotto il sole, fui svegliato da due mani fresche che mi accarezzavamo il petto e gli addominali.
Era inginocchiata affianco al mio lettino, intenta a distribuire omogeneamente dell'abbronzante sulla mia pancia.
I capelli bagnati le cadevano lungo la schiena e la pelle bronzea era cosparsa da tante goccioline d'acqua che le facevano brillare il corpo come un diamante, Lei era il gioiello della mia esistenza.
Continuai a guardarla in silenzio, era così concentrata in quello che stava facendo da non accorgersi che la stessi osservando, poi rovescio' ancora un po' di crema sul palmo della mano per spalmarla sul mio braccio e alzando lo sguardo, si accorse che ero sveglio.
Layla: "Scusa, ti ho svegliato?"
Le accarezzai una guancia,
Raymond: "Non scusarti. È bello svegliarsi con le tue coccole!"
Il mio cellulare vibrò sul tavolino e lessi sul display il numero di casa... Chi chiamava da casa? Non eravamo tutti fuori Parigi per le vacanze?
"Papà? Come mai mi chiami da casa?"
Papà: "Siamo rientrati per prendere due cose e ripartire immediatamente per la Spagna. Il nonno è stato ricoverato in ospedale con urgenza"
Balzai seduto sul lettino,
Raymond: "Co-cosa? Quando?"
Papà: "Questa notte è stato portato al policlinico San Pedro Hospital per un ictus, è grave. Non c'è tempo da perdere, fate le valige, vi mando il jet a prelevarvi per rientrare a Parigi, dobbiamo partire per Ezcaray al più presto possibile!"
Raymand: "Oh mio Dio! E la nonna?"
Papà: "È molto spaventata, ora è lì con lui"
Andre' e Carol mi osservavano preoccupati e Lila mi guardò con gli occhi sgranati,
Raymond: "Per che ora dobbiamo essere in aeroporto?"
Papà: "Per il check-out dell'hotel ci penso io. Ce la fate ad essere sulla pista entro le 18:00?"
Raymond: "Sì papà, ci prepariamo alla svelta"
Andre': "Cosa succede?"
Layla: "È successo qualcosa di brutto ai nonni, vero?"
Raymond: "Il nonno non è stato bene, l'hanno solo portato in ospedale per fare degli esami, tranquilla Lila"
Non volevo allarmarla, ma Layla sentiva già nel suo cuore che si trattava di qualcosa di più grave.
Fui schietto sulla gravità della situazione solo coi nostri amici, i quali dovettero terminare la vacanza, cinque giorni in anticipo del previsto, per rientrare con noi a Parigi.
Le 24 ore seguenti furono estenuanti. Alle 17:30 eravamo già nella business lounge ad aspettare il nostro imbarco.
Uno steward ci accompagnò fino al terminal dove ci attendeva una monovolume dai vetri oscurati, l'autista era un omone grosso e muscoloso, vestito elegante con occhiali scuri e guanti di cotone neri, aprì le portiere e caricò i bagagli nel baule, poi guidò fino al jet dell'EBAA che era pronto a scaletta spiegata per portarci all' aeroporto di Parigi le Bourget.
Andre': "Questa situazione sembra tanto figa, quanto losca! Amico, sei certo che non sia un rapimento?"
Scoppiai a ridere!
Carol: "Che lusso! Oggi mi sento molto Kardashian! Ray, sarai mica il figliol prodigo di qualche clan?"
Raymond: "No, te lo giuro! Ma un domani chissà... anche il padre delle Kardashian era avvocato figlio di un imprenditore, divenne un uomo d'affari e diede inizio a un progenie di milionari!"
Carol: "Che storia affascinante! Pensa Lay, se diventassi una stilista famosa e sposassi...Lay?"
Ma Layla si era chiusa nel suo mondo e rimuginava guardando fuori dal finestrino.
Carol: "Lay? Facciamo un gioco?"
Layla: "Sono troppo preoccupata per giocare"
Carol: "E le coccoline, le vuoi?"
Lila si alzò e andò a sedere al posto di Andre'. Menomale c'erano i nostri amici a smorzare la tensione!
Dopo un ora e mezza eravamo a casa. Ebbi appena il tempo di mettere in valigia sufficienti ricambi per la montagna, che il taxi era già arrivato per condurci nuovamente all'aeroporto.
Per tutto il viaggio papà lavorò sul desktop, mamma, visibilmente irrequieta, sfogliò una dozzina di riviste, Lila si isolò con gli auricolari nelle orecchie e quanto a me, sfogai il nervosismo giocando ad Asfalt (*videogame macchine da corsa).
Arrivammo a Ezcaray a notte fonda, Lucke ci corse incontro a fare le feste... Poverino! Chissà cosa aveva pensato trovandosi improvvisamente senza i nonni.
Entrata in casa, la resistenza psichica di mia madre diede forfait.
Nel cuore della notte iniziò a fare avanti e indietro dalla dispensa del ristorante a casa per cucinare e infornare in continuazione, giurerei di averla anche sentita inveire  contro mio padre quando le aveva chiesto di andare a letto.
Dormivo già da qualche ora,  quando voltandomi toccai con la caviglia i piedini freddi di Lila. Si era già imbucata nel mio letto.... come immaginavo!"
Mi spostai al centro del materasso e la tirai verso di me, avvicinando la sua schiena contro il mio petto.
Layla: "Ehi!"
Raymond: "Ehi! Ciao piccola, da quanto sei qui?"
Layla: "Non ne ho idea, credo da mezz'ora, non riuscivo a prender sonno, vicino a te ho qualche speranza"
Raymond: "Oh! Sono così noioso?"
Layla: "Scemo! Lo sai cosa intendo dire"
Raymond: "Vedrai che il nonno si riprenderà, è un montanaro, è una roccia!"
Layla: "I nonni sono vecchi, prima o poi se ne andranno e io rimarrò sola"
Raymond: "Allora vuoi proprio farmi arrabbiare... grr!" - Le diedi qualche morsetto sulle spalle,
Layla: "No, no! Fermo, ti prego!",
Raymond: "Allora prometti di non pensare mai più una cosa simile o ti mangerò per davvero! Non sei sola, siamo la tua famiglia e i miei genitori sono anche i tuoi"
Layla: "Si', ok"
Prese la mia mano e la intrecciò con la sua al petto. Poi ci fu qualche minuto di silenzio...
Layla: "Dormi?"
Raymond: "Dovremmo, è stata una giornata sfibrante"
Layla: "Tu mi vedi più come parente o più come fidanzata?"
Raymond: "Che domanda! Più rompiscatole!"
Layla: "Daiiiiii!"
Raymond: "Lillina, io e te ci amiamo e costruiremo una famiglia insieme. Vuoi un esempio pratico?"
Ondeggiai col bacino, sfregando contro il suo sedere,
Layla: "Ah! Adesso mi è più chiaro!"

La cuginetta e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora