Capitolo 2

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Un nuovo inizio

Raymond

Mi faceva ancora più tenerezza ora che era orfana, promisi a me stesso di fare del mio meglio per introdurla nella sua nuova vita parigina.
La casa dei nonni era a 80 m da casa nostra, sempre situata in zona Ville Montmorency a Parigi, un appartamento di 180 mq, all'ultimo piano di una palazzina liberty, aveva una terrazza ampia con pergolato, certo, mancava il paesaggio rurale di Ezcaray, ma godeva di un ampia vista sulla città!
Era molto luminoso, arredato in stile classico e Layla rimase impressionata dalla sua camera, era grande, con un bagno tutto suo e uno studiolo.
"Magnifica! Sposterò la scrivania in camera, questo diventerà il mio laboratorio di cucito!"
Essendo di origini umili, la nonna le aveva insegnato a creare abiti e gonne da vecchi vestiti e arricchire semplici indumenti.
Mia mamma le regalò una macchina da cucire e le mostrò una bottega di tessuti dove acquistare le stoffe per sbizzarrirsi nel suo hobby preferito.
La prima cosa che feci fu portarla in un negozio di animali, uscimmo con borse piene di pappe e accessori, peggio che la dote per un bambino!
Poi passeggiammo con Lucky al parco Sainte Perine, fu un po' un impresa tenerlo tranquillo...durante le prime uscite in avanscoperta, abbaiava anche alle fontanelle d'acqua!
Sedemmo su una panchina per una sosta e notai quanto fosse altrove con la testa, si guardava le scarpe malinconica.
Zio Raymond: "Perché non passiamo da casa a lasciare Lucky e andiamo a fare un giro per la città?"
Layla: "No, voglio solo stare tranquilla e ascoltare un po' di musica"
Zio Raymond: "Allora vi riaccompagno a casa"
Salii a salutare i nonni e lasciai le buste della spesa in cucina, feci una carezza a Lucky e mi avviai verso l'ingresso,
Layla: "Zio! Vai già via?"
Feci spallucce: "Non volevi stare da sola ad ascoltare musica?"
Layla: "Ho detto tranquilla, non da sola! Puoi restare un po'?"
Aprì la porta della camera e depose il nuovo cuscino per Lucky sotto la scrivania, sedemmo sul letto e fece scorrere le app sul cellulare e imposto' una playlist di musica pop.
Zio Raymond: "Ti piace la casa?"
Layla: "È enorme! Mi piace la terrazza, scherzavo con nonna sull'idea di coltivare in vaso zucchine e pomodori per sentirmi più a casa, credo che lo faremo seriamente!"
Zio Raymond: "Mi dispiace"
Layla: "?"
Zio Raymond: "Che ti manca così tanto casa, siamo contenti di avervi tutti qui"
Layla: "Ma anch'io sono felice che viviamo finalmente tutti vicini! Solo che Parigi è caotica, è difficile lasciare le vecchie abitudini, ci vorrà molto tempo. Grazie di essere rimasto, sei il mio unico amico"
Si appoggiò sul mio petto per abbracciarmi, le strinsi la mano e la baciai sulla nuca.
Starle vicino per darle conforto era naturale, non era certo per cavalleria!
Comprendevo la sua perdita ed eravamo uniti da un legame parentale, tuttavia quello che più mi gratificava e mi dava gioia era quando mi cercava, quando mi faceva sentire importante per lei.
Forse soffrivo della sindrome della crocerossina o probabilmente qualche strana iperbole della mia mascolinità necessitava di conferme.

Il giorno seguente la portai con me all'Aqua Loft, il club che frequentavo con la mia compagnia, poiché dovevo organizzare le vacanze coi miei amici.
Si sentì un po' a disagio, si credeva mancare di eleganza e raffinatezza rispetto al resto del gruppo, eppure al contrario, i maschi in particolare, l'accolsero con benevolenza e interesse.
La mia cuginetta, da bimba paffuta e goffa era diventata una bella ragazzina dal carattere deciso.
Layla: "Zio Raymond, ho dimenticato di fare una commissione, devo andare"
Zio Raymond: "Ma siamo appena arrivati! Siedi un po' con noi e ordina qualcosa da bere"
Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò:
"Zio, guardami, sembro una sfigata!"
La presi da parte per rassicurarla:
"Prima di tutto non hai nulla di sfigato, i miei amici vedono una giovane straniera dal fascino mediterraneo, sei tutto tranne che fuori posto! Secondo, smettila di chiamarmi zio perché sono tuo cugino e mi fai sentire vecchio, anzi chiamami solo Ray"
Per fortuna la convinsi a restare con noi, ci raggiunse il mio amico Andre' con la sorella Cloe' di quindici anni con la quale fece conoscenza comunicando con google translate!
Il problema era che, non parlando francese, era poco invogliata ad uscire da sola.
Necessitava di imparare più velocemente possibile la nostra lingua per rendersi indipendente.
Per le vacanze estive, mia madre la iscrisse ad un main corse francese, era il metodo più divertente ed efficace per assimilare le basi, la scuola estiva si trovava a pochi chilometri dal 'Villa Clermont Roye' di Saint Tropez.
La sera venne da noi a cena coi nonni. Rimase a bocca aperta davanti all'entrata della villa:
Layla: "Vivete qui da soli?"
Nonna Pilar: "Hanno anche un maggiordomo! Noi siamo venuti qui solo due volte, al loro matrimonio e per il battesimo di Raymond, è una proprietà incredibile, vero?"
Mamma: "In verità mamma, vi abbiamo invitato svariate volte, ma avete sempre rifiutato per il terrore di dover prendere un aereo!"
Nonna Pilar: "Quante storie! Noi migriamo solo per necessità!"
Lila rimase sulla porta a osservare gli affreschi della sala d'ingresso,
Raymond: "Allora? Entri o resti col naso per aria ancora per molto?"
Layla: "È stupefacente!"
Raymond: "Sono trompe l'oeil che richiamano i giardini di  Versailles, ti porterò a visitare il palazzo. Seguimi, la cena è pronta!"
Dopo cena le feci visitare la villa, rimase incantata dal giardino francese, la piscina coperta e la sauna, le mostrai la sala giochi, dove ero solito invitare i miei amici.
Girò come una trottola per la stanza, attratta dal calcio balilla, la macchina da basket elettronico, il simulatore sport drive per macchine da corsa... poi sedette sul divano e guardò il monitor da cinema:
Layla: "È sorprendente! Se avessi una casa come questa probabilmente non uscirei mai! Allora, che film guardiamo?"
Raymond: "Ho terabyte di film a non finire, dimmi cosa ti piacerebbe vedere, sicuramente ce l'ho!"
Scelse Marie Antoniette con Kirsten Dunst, un vecchio film romantico a cui avrei mai pensato, ma almeno aveva vinto un oscar!
Raymond: "Vuoi qualcosa da sgranocchiare? Popcorn, caramelle, gelato?"
Si rannicchiò poggiando la testa sulla mia gamba.
Cominciò a srotolare rotelle di liquirizia con le dita, per poi arrotolarle attorno alla lingua prima di mangiarle...accidenti a lei!
Le spostai i capelli dietro l'orecchio e la mia mano scese lentamente sulla sua pancia, sentivo il suo addome caldo muoversi lento col respiro rilassato.
La sua testa appoggiata sulla mia coscia mi fece volare con la fantasia.
Avrebbe potuto slacciarmi la cerniera e prenderlo nella sua piccola boccuccia per leccarlo come una liquirizia!
Lasciai cadere la testa all'indietro sul divano e continuai col mio viaggio erotico.
La sentii muovere e poi la sua voce leggera sussurrare: "Zio Raymond, dormi?"
Raymond: "Scusa piccola, mi sono appisolato. Vado a sciacquarmi il viso!"
Andai in bagno e mi sparai una sega mirabile pensando a lei.
Quando tornai sedetti nel lato opposto del divano e per evitare altre situazioni imbarazzanti.
Finito il film raggiungemmo i nonni che chiacchieravano in soggiorno con i miei genitori, sedemmo sulle poltrone uno di fronte all'altra.
Lei seguiva con attenzione i discorsi e ogni tanto sbadigliava dal sonno, io fingevo noia, affondando la testa sul cuscino mentre la osservavo in silenzio.
Da quando era diventata così carina?
Mi piacevano i suoi capelli, erano sani e lucidi come la cera, forse troppo disordinati, ma dopo un taglio professionale sarebbero diventati la cornice perfetta attorno al suo bel viso.
Aveva due occhi dolcissimi con ciglia lunghe sfarfallanti che avrebbero ammaliato qualsiasi ragazzo e quelle labbra piene... chissà che piacere baciarle!

La cuginetta e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora