Capitolo 29

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Mi manchi

Il pomeriggio andavo costantemente in palestra a sfogare la mortificazione, correvo a velocità massima sul tapisroulant:
Andre': "Quanta energia! Vuoi far decollare questo tappeto?"
Lo guardai male,
Andre': "Ok, scusa! Novità?"
Raymond: "No, ancora niente, a voi come gira?"
Andre': "Dunque...Ho la schiena a pois! Mi ha legato al tavolo da pranzo e mi ha camminato sulla schiena coi tacchi, posso venire solo col suo permesso e ho il divieto di bere alcolici...Cazzo, adesso sono le donne a dettare le regole!"
Raymond: "Almeno non ti ha mollato, ti ha messo solo messo in castigo!
Però mi hai dato una bella idea. Dovremmo discuterne con Didier e riscriverle!"
Andre': "Cosa?"
Raymond: "Ma come cosa? Le regole! Fino qualche anno fa le ragazze del Cerchio non erano mica le nostre. Dovremmo adeguarle a favore delle nuove coppie"
Andre': "E se lei decidesse di non tornare?"
Arrestai la mia corsa.
Raymond: "Spero di no amico mio! Ma dovremmo comunque agire per amore di Carol e di Cloè"
Il vecchio Raymond che si divertiva alle feste, comportandosi da coglione, approfittando di ragazzine ricche e occasioni facili, era tornato nel momento più sbagliato.
È come se quei passi certi fatti insieme nella nostra vita, fossero stati travolti e cancellati da un ondata improvvisa, inaspettata.
Da quel stramaledetto giorno,  la pensavo di continuo e ogni istante era un peso insostenibile, ero pentito, mi vergogno di me stesso, volevo morire.
Ogni sera mi recavo in Av.George V, mi nascondevo dentro la cattedrale della Santissima Trinità , davanti alla sede di Givenchy e aspettavo che uscisse dall'ufficio.
Volevo accertarmi che fosse andata al lavoro, che stesse bene e speravo sempre di non vederla in atteggiamenti ambigui con Matthieu, averla lasciata a sua disposizione per la grande cazzata che avevo fatto, iniziò a farmi perdere i capelli dal rimorso!
Ma almeno da lontano potevo vederla! Dalla nostra lite aveva iniziato a portare i pantaloni, ma era sempre bellissima, ordinata, visino dolce e pulito, pochissimo trucco. In qualcosa sembrava diversa, teneva sempre lo sguardo a terra, i suoi occhi non mi cercavano più, credeva non fossi lì ad aspettarla, a vegliare su di lei e teneva sempre le mani nella tasca della giacca, non aspettava nessuno da salutare e d'abbracciare.
Attendevo che girasse l'angolo per andare verso la metropolitana e mi precipitavo a salire in auto per sfrecciare sotto casa sua e vederla ancora, mi nascondevo dietro gli alberi e aspettavo che entrasse nel palazzo e sparisse dietro quel portone ancora teatro della nostra ultima lite.
I giorni divennero settimane e passò anche novembre.
La prima settimana di dicembre iniziai il praticantato nello studio legale del padre di Didier, ero stato assunto nell'ufficio di Diritto societario presso la Laurent & Associes, mi occupavo delle pratiche aziendali.
Layla aveva terminato il suo stage in Givenchy a fine novembre e so che adesso cercava lavoro.

Il giorno dell'Immacolata andai alla messa delle 18:00 nella Chiesa di Notre-Dame-d'Auteuil con mia madre, sapevo che Lei sarebbe arrivata con la nonna.
Attendemmo a sinistra nella campata d'ingresso, entrò prima nonna Pilar e poi Lei, sentii il cuore sussultare nella gabbia toracica, era bella come sempre, si stringeva in un pellicciotto con borsa e stivali al ginocchio color pelle , mi rivolse uno sguardo vacuo, a occhi spenti, con un leggero velo di nostalgia.
Layla: "Ciao Raymond", mi infastidiva quando mi chiamava zietto, ma in quel momento mi avrebbe fatto piacere, invece mi salutò come chiunque, niente sorriso e nessun entusiasmo.
Raymond: " Ciao Lillina, come stai?"
Layla: "Bene. Tu cosa ci fai nella cappella del purgatorio? "
Ironizzò, indicando i dipinti con le anime del purgatorio alle mie spalle, dietro il monumento di Pierre Henri Lamazou,
Raymond: "Touche'!" -Risposi sorridendo.
Sedemmo sulle panche a metà navata ad ascoltare la celebrazione e io mi affiancai a lei, era un occasione unica per chiederle di persona se aveva voglia di parlare un po',
La guardai un paio di volte... forse anche più di un paio di volte... mi ammonì con occhiatacce e indicò l'abside chiedendomi a gesti di ascoltare la liturgia in silenzio.
Durante la comunione, le pizzicai il fianco,
Raymond: "Hai tempo per un caffè?"
Layla: "No"
Come no? Io mi aspettavo un si!
Fuori dalla chiesa mamma prese sotto braccio nonna Pilar,
Mamma: "Di qua, ho parcheggio l'auto qui vicino"
Pensai volesse darle un passaggio e invece prese la strada per casa nostra,
Pilar: "Cosa hai preparato di buono?"
Quindi cenavano con noi?
Mamma: "La calderada de peixe!"
Layla: "Buono! Non mangio pesce da un po'!"
Mi voltai di scatto e la sorpresi a ridere...
Layla: "... ho un po' più tempo di un caffè!" - mi strizzò un occhio. Bene, bene, bene!
A tavola i soliti discorsi: come va il nuovo lavoro...come va con la ragazza... non ne hai ancora trovata una??? Sei sempre il solito...Non troverai mai nessuno perché sei sempre in giro con gli amici...
(Adesso basta! Non possono sempre accanirsi contro di me!)
Raymond: "Lillina come va con la ricerca del lavoro?"
Layla: "Ho iniziato a lavorare con Matthieu e suo zio"
(COOOSA?) Mi andò di traverso il brodo della zuppa!
Raymond: "Scusate!" -Tossii- "deve esser stata una lisca di pesce..."
Layla: "Devi stare attento, potresti strangolarti!"
Stronzetta!
Raymond: "E tu? Hai trovato il moroso?"
Pilar: "Ah! È venuto a prenderla settimana scorsa, è un bel tipo, un ragazzo per bene, è svizzero!"
(Ma come? L'aveva già fatto entrare in casa??? No, no, no! Ti prego dimmi che non è vero!)
Layla: "Non è il mio ragazzo, è solo un amico"
Raymond: "E che fa nella vita?"
Layla: "Nicolas studia lettere alla Sorbona"
('Nicolas'...con che enfasi lo aveva accentato!)
Raymond: "Se è venuto dalla Svizzera per studiare alla Sorbona, dev'essere un buon partito!"
Layla: "No, lavora come barista per pagarsi l'affitto"
(Abita anche da solo... meraviglioso!)
Piegò la testa un po' di lato come dire, 'e quindi?'
Raymond: "È meglio del tuo ultimo ragazzo?"
(Adesso sentiamo cosa rispondi)
Layla: "Cucina molto meglio, ma veste peggio, non saprei..."
Poi mi sorrise e mi strizzò un occhio, allora si divertiva a prendermi in giro!
Finita la cena, la invitai a scendere con me nella sala giochi, avrei voluto sapere tutto, tutto di questi due mesi trascorsi senza di me.
Raymond: "Vuoi  giocare alla Play?"
Layla: "No, tu vuoi veramente giocare alla Play?"
Raymond: "No, se ti va di parlare"
Layla: "Ok!"
Poi resto' in silenzio e tutto quel mutismo fece eco a tutte le cose che avremmo voluto dirci.
Girò per la stanza, andò dietro l'isola del bar a prendere una bottiglietta d'acqua dal frigo e degli m&m's,
Raymond: "Quindi , ti stai vedendo già con qualcuno..."
Continuò a girare intorno, si fermò davanti al flipper a  giocherellare coi tasti per far accendere le luci,  poi riprese a camminare per la stanza, sembrava nervosa...
Layla: "Dopo che hai preso a pugni Matty, spinta un po' per vendetta, sono uscita con lui",
Si voltò e mi osservò per studiare la mia reazione. Sentii le ginocchia cedere, poi continuò:
"Gli voglio bene, è stato un grande amico, un ottimo collega, ma non nutro più gli stessi sentimenti di un tempo... l'amore non si può accendere e spegnere con un interruttore",
Mi lasciai cadere sul divano,
Raymond: "No, confermo... fosse così facile!"
Layla: "E tu? Stai bene con Veronic?"
Raymond: "Ma che cazzo dici? Non c'è mai stata nessuna Veronic!"
Layla: "Lo so stupido! Le mie amiche me l'avrebbero riferito!"
Raymond: "E questo Nicolas ti rende felice?"
Sembrò quasi non voler rispondere, girò intorno al divano sgranocchiando cioccolato, poi si fermò vicino al mobile della tv a guardare i cd,
Raymond: "Ehi! Hai sentito la mia domanda? Ti ho chiesto se sei felice"
Layla: "La nonna ha sempre ragione" - Sedette di fianco a me - "È solo sesso. Mi sento sola e lui è una buona compagnia, parliamo tantissimo! Sarà il suo lavoro che lo porta ad essere un po' psicologo!"
Porca trota... fermatela, non voglio più sentire...
Layla: "Vorrei tanto sentirmi felice, sai? Ma non si può amare due persone, sarebbe una stupidaggine dire che lo amo, una stronzata dettata dalla paura. E io ho molta paura che tu mi possa deludere ancora, non riesco ad amare un altro, mi manchi"
E scoppiai a piangere come un deficiente!
Mi toccò il ginocchio con la sua mano calda,
Layla: "Non avrei dovuto dirtelo?"
Le buttai le braccia al collo:
Raymond: "Ripetilo ti prego! Ripetilo!"
Layla: "Non riesco ad amare nessun altro, mi manchi tantissimo, il problema Ray, è che io ho tanta paura"
Raymond: "Qui-quindi..." - Singhiozzai - "Tu hai pau'-ra di me?"
Layla: "Carol l'ha superata, l'ha vista come un momento di trasgressione, un episodio sporadico, una cazzata occasionale. Io invece se ancora ci penso, mi faccio un sacco di domande"
Raymond: "Non vuoi più tonare insieme a me?"
E ricominciai a piangere come un bambino...
Layla: "Ma sei zuccone! Ti sto dicendo che ho paura e mi manchi!
Devi riconquistarti la mia fiducia, proviamo a uscire qualche volta, non avevamo già in programma di andare a Colmar da nonna Elise?"
Piansi ancora più forte se possibile, così tanto che mi sentirono dal salotto!
Papa': "Raymond? Cosa succede?"
Ero isterico felice, disperato,  eccitato!
Raymond: "Colpa sua!" - Indicai lei,
Layla: "Io? È lui che è stupido!"
Mamma: "Hai fatto piangere tuo cugino?"
Nonna Pilar: "Lila, o que você fez?" (Che gli hai fatto?)
Layla: "E piantala di piangere!"
Raymond: "Allora per Natale andremo dalla nonna Elise?"
Layla: "Sì, ho detto di sì"
Mamma: "Piangi per andare dalla nonna? Ma quanti diavolo di anni hai???"
Nonna Pilar: "Deus! Voes dois devem crescer!"
(Dio! Voi due dovete crescere!)
Papà: "Andiamo! Vi riaccompagno a casa"
Layla: "Buona notte a tutti... Ci vediamo presto, stupido!"

Layla

Inaspettamente me lo ritrovai in chiesa, non ero pronta, pensavo di vederlo a cena, invece la sua presenza mi spiazzò e ceraci di controllarmi, di trovare ossigeno e dominare il mio respiro, il battito accelerato del cuore.
Finsi di essere fredda e distaccata, ma la sua bellezza non mi lasciò affatto indifferente.
Era elegante in un cappotto scuro e guanti di pelle, composto con le mani incrociate in grembo e i suoi occhi erano meravigliosi, intensi, vivi.
Incantata dalla sua bellezza e bloccata dalle emozioni faticai a parlare, ma da qualche parte, infondo alla mia anima, una vocina diede forza alla mia voce e mi uscì il suo nome in un sussurro:
"Ciao Raymond" - mi aveva sentita, mi sorrise!
Raymond: "Ciao Lillina, come stai?"
(Male, tanta nostalgia e dolore senza di te!)
Laila: "Bene" - mentii, poi la mia linguaccia si sbloccò e sbam! Buttai lì una frecciatina velenosa: "Cosa ci fai nella cappella del purgatorio?",
gli lessi un espressione amareggiata e mi pentii subito per quella cattiveria, si girò a guardare gli affreschi e realizzò dove si trovava, poi con un sorriso forzato accusò il colpo
Raymond: "Touche!".
Mentre ci incamminavamo, verso le file di panche, mi affiancò e sedette vicino a me, così attaccato che potevo finalmente respirare il suo profumo... quanto mi era mancato!
Mentre il prete celebrava la messa, pregai Dio di non farmi dire altre cazzate e aiutarmi a trovare lo spirito giusto per riconciliarmi a lui.
Con la coda dell'occhio mi accorsi che mi stava fissando!
Quante cose avrei voluto raccontargli...
Quei due mesi mi avevano fatta riflettere, ero stata bene con Matty, mi ero divertita con Niky, ma tutto quello che facevo con loro avrei voluto farlo con l'unico ragazzo che amavo veramente.
Forse anche a Ray sarebbe piaciuto andare a un after hour come tutti i comuni mortali, mangiare street food dopo la discoteca, accompagnarmi a un concerto.
Si voltava a guardarmi in continuazione. Perché mi fissava? Si era accorto che stavo pensando ad altro? Forse la mia espressione assorta era buffa?
Gli feci cenno di guardare l'altare e non fiatare.
Alla fine della celebrazione ci scambiammo un segno di pace...che pace sia Ray!
Layla: "Ahi!" - Mi pizzicò!
Raymond: "Hai tempo per un caffè?"
Come un caffè? Ma non sarebbe rimasto con noi per cena? Forse la zia non lo aveva avvertito.
Layla: "No!".
Evidentemente sentivano entrambe il bisogno di parlare, ma il tempo di un caffè non sarebbe stato sufficiente.
A cena mi bombardò di domande: mi chiese se il ragazzo che stavo frequentando era meglio di lui. Sciocchino, nessuno sarebbe mai stato meglio di lui!
Più tardi mi invitò a scendere nella sala giochi. Quanti ricordi! Se solo quel divano avesse potuto parlare...!
Mi aggirai per la stanza, pensando alle parole giuste per riassumergli come avevo trascorso quei due mesi lontano da lui.
Per spezzare il ghiaccio mi chiese se volevo giocare alla Play, ma il gelo tra noi si sciolse.
Gli raccontai di Matt, che avevo provato a uscire con lui, per capire cosa provavo per davvero, ma avevo scoperto che era solo l'ombra di un sentimento svanito.
Gli raccontai di Nicolas, ragazzo intelligente, sensibile e divertente, ma gira e rigira, con chiunque altro sarei finita, sarebbe stato comunque quello sbagliato.
Ero ancora perdutamente innamorata di Ray. Lo avevo già perdonato, perché lo volevo di nuovo nella mia vita e più forte di prima.
Solo con Lui avrei voluto condividere il mio presente e costruire il mio futuro.
Quando gli svelai che lo amavo ancora e mi mancava, non reagì come mi aspettavo... ebbe un attacco isterico, ridendo e piangendo contemporaneamente, capii solo pochi minuti dopo che era felice, quando sì avvinghiò al mio collo pregandomi di ripeterglielo!
Gli rammentai dell'invito di zia Elise per trascorrere il Natale a Colmar.
Fu una scena tragicomica! Pianse talmente forte che scesero anche i suoi genitori a controllare cosa stesse accadendo!
Poi lo zio ci riaccompagnò a casa e quando fui sotto le coperte gli scrissi un messaggio:

Layla@: 'Non piangere. Mi sono lasciata i dubbi alle spalle.  Quello che più mi manca di te è vederti sorridere'

La cuginetta e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora