Capitolo 50

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L'aggressione

Layla

Era stata una giornata fitta di impegni: l'appuntamento coi fornitori per la scelta dei materiali, il confronto con Giselle sulla prima collezione, l'incontro con la modellista per valutare i disegni dei cartamodelli e infine una riunione che mi aveva prosciugata con Damian e il responsabile marketing, per discutere l'apertura del nuovo Corner Layla Paris.

Giunta alla fine della mia laboriosa maratona, uscii dagli uffici della Direzione e imboccai l'ascensore per avviarmi al garage.
La cabina fece una fermata al secondo piano e con mia spiacevole sorpresa, quando si spalancarono le porte entrò Matthieu.
Non lo incrociavo da circa una settimana, prima che partisse per New York.

Layla: "Buonasera Matthieu. Allora, come è andata la tua visita nella Grande Mela?"
Matthieu: "Alla grande! Peccato te la sia persa! Tuttavia sei stata astuta, mi hai usato per entrare alla Cotton Marcier e quando non ti sono più servito mi hai buttato via"
Layla: " Non dire stupidaggini! Mi conosci bene Matt, non sono un arrivista e non ti ho mai usato"
Matthieu: "Però hai fatto carriera grazie alla mia amicizia"
Layla: "Bell 'AMICO! Hai tentato di sabotare le scadenze  dei miei progetti e ti sei preso il merito del mio lavoro!"
Matthieu: "Avresti dovuto mostrarmi maggior riconoscenza"
Layla: "Pfft!".

Aveva voglia di litigare? Personalmente avevo solo tanta fame. Appena l'ascensore arrivò al garage, camminai a passo svelto verso la mia auto.
Matthieu: "Dove vai così di fretta?"
Layla: "A differenza tua, dopo di te mi sono fatta una vita" - gli urlai senza voltarmi - "Perciò torno a casa dal mio fidanzato"
Mi strattonò di nuovo,
Matthieu: "No, no, no, no! Non mi hai ancora ringraziato..."
Layla: "Mille grazie Matt e ora sparisci!"
Tentai di liberarmi dalla sua presa, ma strinse ancora più forte il mio polso,
Layla: "Lasciami!"
Matthieu: "No tesoro, voglio qualcosa in cambio..."
Mi afferrò anche l'altro polso e mi spinse contro una colonna di cemento.
Una sua mano cercò d'intrufolarsi sotto la gonna, lasciando libera la mia per tirargli i capelli,
Layla: "Non osare toccarmi, pazzo maniaco!"
Mi tirò uno schiaffo sonoro. Stentai a crederci, Matt mi aveva schiaffeggiata!
D'istinto mi portai una mano alla guancia rovente e rimasi a guardarlo esterrefatta.
Mi fissò ferreo e furibondo, non sembrava più lui.
Me lo trovai addosso con tutto il suo peso, mi bloccò con un ginocchio in mezzo alle gambe e una mano intorno al collo.
Matthieu: "Senti bambolina ingrata! Adesso sali sulla mia macchina, facciamo pace con una bella scopata e torniamo a lavorare insieme come prima"
Layla: "Scordatelo, porco!"
All'improvviso il suo tono si fece mellifluo e lo sguardo farsesco,
Matthieu: "Mmnh! Sì chiamami porco! Quanto cazzo ti piaceva farti sditalinare sulla metro?
E se ti facessi venire in questo parcheggio?"
Si avvicinò pericolosamente alla mia bocca per baciarmi e voltai la testa dall'altra parte.
Il suo naso percorse la curva del mio collo, risalendo la mascella e mi morse il lobo dell'orecchio.
Matthieu: "Il tuo profumo mi fa impazzire, ma l'odore della tua pelle ancora di più! Ti scoperei nuda, contro questa colonna"
Sentii formicolii fastidiosi manifestarsi alla base della nuca, serpeggiare lungo la colonna vertebrale ed espandersi fino alla punta delle dita.
Il cuore martellò più veloce, la pressione sanguina pulsò nelle tempie e iniziò a mancarmi l'aria.
Mi salii il panico di avere un attacco di panico!
Non potevo provare paura come tutte le persone normali? O ad esempio pensare a una via di fuga?
Ma poco dopo grazie a Dio, Buddha, Hallah e tutte le schiere di angeli nel paradiso... la porta antifuoco si spalancò e il Direttore dell'ufficio marketing uscì in compagnia di Jeanette,
Direttore: "Buon weekend ragazzi, ci si vede lunedì"
Jeanette: "Ciao Layla! Ciao Matt! Buona domenica!"
Matt, mollò immediatamente la presa per salutare e facendo lo gnorri, si sistemò la sciarpa intorno al collo.
Io esultante per l'opportunità, me ne infischiai di salutare e fuggì attraverso la porta antifuoco.
Saettai su per la prima rampa di scale che conduceva alla Reception, ma vedendo la porta spalancata, pensai sarebbe stato il primo posto dove Matt mi avrebbe inseguita, perciò tolsi le scarpe per non far rumore e proseguì al primo piano del reparto confezione.
Svoltato l'angolo, entrai nel bagno degli uomini e mi chiusi a chiave.
Mi sentivo come la vittima in un film horror.
Mi accucciai sopra il coperchio del water e telefonai a Ray... purtroppo rispose la segreteria. Allora provai a chiamare Didier... ma anch'egli era irraggiungibile...forse erano in riunione.
Tentai con Andre', il quale rispose subito: "Lila! Che piacere!"
Layla: "Aiutami Andrè!" - esclamai a bassa voce - "Ti prego, vieni a prendermi".
La voce allarmata del mio amico, tuonò grave nella cornetta: "Dove sei, cosa è successo?"
Layla: "Sono in ufficio, mi sono nascosta, credo che Matt mi stia inseguendo" - Bisbigliai -
Andre': "Inseguendo??? Ma è impazzito?! Vengo in moto, sarò veloce. Riesci a restare nascosta ancora un po' ?"
Layla: "Sì"
Amdre': "Resta al telefono con me, dovesse cadere la linea, abbassa la suoneria che ti richiamo immediatamente!"
Rimasi immobile, cercai di respirare con calma, ascoltando la voce di Andre' che continuò a parlare per rassicurarmi...
"Sono uscito dal garage, mi senti?"
Layla: "Si"
Andre': "Stai bene?"
Layla: "Solo molto spaventata"
Andre': "Il nascondiglio è sicuro?"
Layla: "Sì. Mi sono barricata sottochiave nel bagno maschile del reparto confezione, a quest'ora è chiuso"
Andre': "Per fortuna sono uscito in moto, c'è molto traffico! Ancora due semafori e raggiungo la piazza vicino al tuo ufficio"
Dopo un interminabile quarto d'ora di telefonata...
Andre': "Sono esattamente davanti al portone. Da dove esci?"
Layla: "Dalla Reception"
Come un topo, sgattaiolai fuori dal mio nascondiglio e silenziosa come un ninja, percorsi le scale di emergenza in senso inverso, per tornare alla Reception.
Appurai che la strada fosse libera, varcai l'uscita e schizzai attraverso la corte, fino a raggiungere il portone del palazzo.
Mi trovai davanti al mio eroe e gli gettai le braccia al collo in lacrime.
Mi abbracciò strettissima! Come dire che adesso era lì, con me, e sarebbe andato tutto bene!
Sgranò gli occhi preoccupato...del resto più che una stilista sembravo una barbona!
Ero sudata, coi capelli spettinati, il cappotto sporco, senza scarpe e i collant tutti bucati per  aver corso scalza sulla ghiaia del cortile.
Andre': "E le scarpe?"
Le tirai fuori dalla borsa e le calzai ai piedi.
Mi asciugò gli occhi col suo fazzoletto e mi abbottonò il cappotto,
Andre': "Tranquilla piccola, sei con me. Ora  ti riporto a casa"
Layla: "No! A casa no!"
Andre': "Perché?"
Layla: "Potrei spaventare la nonna"
Mi guardò pensieroso, mentre mi infilava il casco e me lo allacciava.
Andre': "Ti porto a casa di Carol, così potrai darti una pulita e trovare qualcosa da indossare"
Fu così premuroso da avvisare Ray che ero con lui e chiedere a  Carol se quella sera poteva uscire prima dal lavoro.

La cuginetta e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora