Capitolo 30

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Stalker per amore

Il giorno dopo, intorno alle 8:00, Lila uscì di casa per andare al lavoro.
Indossava un piumino fucsia con collo in pelliccia bianco e un basco francese rosa, ottimo outfit per identificarla facilmente in mezzo al caos della metropolitana!
Io invece uscii dal mio nascondiglio dietro l'albero, completamente vestito total grey come l'asfalto, col mio camouflage urbano super collaudato anti sgamo, completo di occhiali da sole, cappello di lana e sciarpa a coprire il viso.
Volevo scoprire il suo luogo di lavoro, salii sul vagone e mi piazzai in un angolo.
Sembrava più serena, riposata, tranquilla.
Sedette accavallando le gambe e si mise a leggere un quotidiano. indossava un paio jeans e stivaletti di vernice.
Com'era carina la mia bimba!!!
Scese alla fermata di Saint Germain des Pres e svoltò in Rue Bonaparte, entrò in un portone al numero 58 della via.
Attraversai la strada per leggere le targhe sui citofoni... Maison Cotton Mercier...Eccolo! Era il cognome di Matthieu, la società doveva appartenere allo zio paterno o al padre. Soddisfatto delle mie indagini, tornai alla metropolitana per recarmi alla Laurent & Associes.

I giorni successivi ci scambiammo solo qualche messaggio per la buona notte e io ero tanto curioso di sapere con chi stava uscendo,

Raymond@: Ciao Lila! Se vuoi potremmo cenare con Didier e Cloe', vuoi che organizzo?"
Layla:@: Non posso, dopo cena esco a bere qualcosa con Giselle, facciamo un altra volta?
Raymond@: Ho voglia di rivederti
Layla@: Recuperiamo sabato! Potremmo cenare da soli ;-)
Raymond@: Non vedo l'ora!

Ero felice ed eccitato, neanche fosse il nostro primo appuntamento!
Ma la curiosità era più forte di me,
Raymond: "Arvin, quanto mi vuoi bene?"
Arvin: "Signorino, tantissimo ...finché sono stipendiato! Ma non le dirò comunque dove i suoi genitori nascondono gli alcolici!"
Raymond: "Perché? Li nascondono?"
Arvin: "Certo!"
Raymond: "In realtà, volevo solo chiedere in prestito la tua auto"
Arvin: "No signorino! Distrugga pure la sua! Perché la mia e non una delle vostre?"
Raymond: "Devo uscire in incognito per pedinare Layla"
Rise!
Arvin: "Capisco! Guiderò io e non indosserò parrucche o travestimenti strani, ho una mia dignità. Quando deve andare?"
Raymond: "Usciamo alle 20:30"
Ci appostammo nella via della nonna, dopo una ventina di minuti, vidi Giselle arrivare in scooter e passarle il casco.
Le seguimmo a distanza, passarono davanti al Parco dell'Hotel de Ville e svoltarono a sinistra  in Av.Emilie, imboccarono Roger Levanneur e parcheggiarono lo scooter davanti alla farmacia nella piazzetta.
Ci infilammo nel parcheggio e chiesi al povero Arvin di essere mio complice per pedinarle fino al bistrot.
Spiammo attraverso la vetrina, mentre occupavano un tavolino e si sfilavano le giacche.
Un ragazzo uscì dal bancone del bar per accoglierle, salutò entrambe con un abbraccio e baci sulle guance, passò un menù a Lila e si fermò qualche minuto a parlarle.
Raymond: "Quello potrebbe essere il ragazzo che sta' frequentando mia cugina"
Arvin mi guardò addolorato: "Signorino mi dispiace"
Raymond: "Allora mi vuoi davvero bene!"
Arvin: "Ma certamente, è come un figlioccio per me!"
Raymond: "Appena si allontana da loro, me lo faresti un piacere?"
Arvin: "Non ho più l'età per fare a pugni!"
Raymond: "Ma no! Puoi entrare a chiedere se si chiama Nicolas?"
Entrò nel locale, parlò col ragazzo ed uscì dopo due minuti.
Arvin: "Sì, il biondino in questione mi ha confermato di chiamarsi Nicolas"
Raymond: "Lo immaginavo!"
Arvin: "Signorino?"
Raymond: "Mnh?"
Arvin: "Il barman mi ha giurato anche di non essere è il ragazzo di mia figlia"
Raymond: "Tua figlia?"
Arvin: "Perché? Le sembro troppo anziano per non poter sembrare il padre della signorina Layla?"
Raymond: "Sei astuto!"
Arvin: "Adesso dovremmo evaporare, se dicono a mia figlia che sono qui, siamo nei guai!"

Venerdì uscii alle 17:15 dall'ufficio per precipitarmi all'uscita della metropolitana di Saint Germain des Pres, feci una sosta all'edicola in piazza a comprare una rivista, poi svoltai in Rue Bonaparte ed entrai nel bar caffè di fronte al suo ufficio.
Presi posto in un punto strategico del piccolo locale che mi consentiva di tenere d'occhio il portone del palazzo e ordinai un tè bollente per riscaldarmi.
Dopo mezz'ora di attesa la vidi uscire con Matthieu e un'altra ragazza giovane, forse una collega.
Attraversarono la strada, passando davanti alla vetrina del bar e... cazzo!
Uno dopo l'altro entrarono, tirai sul naso la rivista fingendo di leggere per nascondermi.
Si accomodarono continuando a chiacchierare, ridevano e scherzavano su alcune vicende comuni, la guardavo ridere e parlare a nastro come se non volesse fermarsi più.
Mentre la osservavo ripensai alle parole che mi aveva detto quel giorno,
'Io sono di origini umili... una ragazza semplice' e infatti...
In un momento qualsiasi del suo quotidiano,
dentro un baretto scialbo e minuscolo di quella via rumorosa e trafficata, dove se non fosse stato per lei, non sarei mai entrato, lei si sentiva a proprio agio, era felice e si stava divertendo coi suoi amici.

Alzai la mano e chiesi un caffè alla cameriera,
cercai di ascoltare un po' i discorsi, ma in quel posto l'acustica era pessima, ciò nonostante afferrai alcuni nomi: "...stasera all'Arcade', che conoscevo benissimo, e 'sabato vedo Raymond'... sì, anche questo tizio lo conoscevo benissimo!!!
Finalmente si alzarono per pagare alla cassa e io riuscii a tornare a casa per cena.
Quella sera stupii mio padre. Passò davanti alla mia camera prima si andare a dormire,
Papà: "E tu? Non esci?"
Raymond: "No, oggi no",
Ero sul pc  a cercare il ristorante giusto dove portare Lila a cena.
Papà: "Non stai bene?"
Raymond: "No, sto bene"
e proseguì: "È successo qualcosa al lavoro?"
... "Hai litigato con Andre'?"
..."Allora stai male?"
Raymond: "No Pa', ho semplicemente voglia di stare a casa"
Non avevo bisogno di seguirla all'Arcade, mi sentivo tranquillo, perché sapevo che Matt e Pierre le avrebbero tenuto compagnia e l'avrebbero riaccompagnata a casa. Ma sopratutto stavo bene perché il mio cuore era in pace, avevamo ancora bisogno l'uno dell'altro e tanta voglia di stare insieme.

La cuginetta e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora