Mi piaci
Layla
Uscii dalla cabina dopo aver indossato il costume, inaspettatamente un ondata d'acqua mi inzuppò completamente da capo a piedi, era così ghiacciata che lanciai un urlo e rimasi paralizzata sul posto.
Scostai i capelli grondanti d'acqua dagli occhi, vidi Andre' e Raymond davanti alla porta con due secchi vuoti in mano...ma non secchielli da spiaggia, bensì quei catini grandi che lo stabilimento lasciava a disposizione per lavare i costumi.
Layla: "Siete due cretini! Ve la farò pagare!"
Loro se la ridevano...
Tornai in cabina a pettinarmi prima di sdraiarmi accanto a Cloe' ad asciugarmi.
Zio Raymond: "Lillina? Vuoi un po' di protezione solare?"
Layla: "No, è un altro dei tuoi scherzi idioti?"
Zio Raymond: "No, giuro! E' la protezione 20 di mia mamma!"
Mi spalmò la crema, le sue mani erano lisce e calde, si mossero decise, mi circondarono le caviglie, strizzarono i polpacci, scivolarono disinvolte sul mio corpo fino alla schiena, quando finì mi lasciò un bacio ardente sulla schiena.
Più tardi fece il solito giro col fratello di Cloe', quando tornarono Ray era da solo, mentre Andre' teneva per mano una ragazza.
Noi eravamo al bar a mangiare un ghiacciolo,
Zio Raymond: "Possiamo sederci qui con voi?"
Layla: "No"
Cloe': "Sì"
Eravamo in cinque in un tavolino da quattro posti e mio cugino, invece di aggiungere un'altra sedia, mi fece alzare per farmi sedere sulle sue ginocchia.
Io e Cloe' continuammo a sfogliare giornali, mentre i ragazzi discutevano di Università,
Raymond mi circondò i fianchi con le mani e appoggiò il mento sul mio braccio.
Conversava e ogni tanto, durante le pause, appoggiava le labbra sulla mia spalla come dei piccoli baci a fior di pelle.
Ultimamente mi sembrava strano, era premuroso come sempre, ma nelle sue manifestazioni d'affetto c'era una sfumatura diversa.
Iniziai a chiedermi perché alcune volte si divertiva a indispettirmi coi suoi scherzi, mentre altre si avvicinava affettuoso con quei gesti più fisici che casti.
Un sabato sera, zio Victor ci portò ad un evento elegante, era una cena in mare aperto, su un panfilo che partiva da Porto Vecchio.
Per l'occasione indossai un abito da cocktail in chiffon col corpetto in paillette che lasciava le spalle abbronzate scoperte.
Zio Victor: "Che incanto! Signorina, dovrò tenerti d'occhio, qualcuno potrebbe rapirti!"
A bordo i camerieri servivano flûte di champagne agli ospiti, gruppi di persone passeggiavano sul ponte, c'erano uomini d'affari in giacca e cravatta, signori distinti e donne raffinate in abiti da sera elegantissimi,
Layla: "Guarda che abiti stupendi zia!"
Zia Alicia: "È un evento commerciale, quella che vedi è tutta gente del jet-set internazionale e proprietari alberghieri che pubblicizzano i loro Hotel per accaparrarsi nuovi clienti"
Layla; "Quindi zio, sei qui per lavoro?"
Zia Victor: "Per public relations, ma voi vi godrete il panorama dallo yacht e un catering favoloso!"
Layla: "Zia, come hai fatto a diventare una Chef?"
Zia Alicia: "Ho preso il diploma alla scuola alberghiera. Ho iniziato a lavorare in una rosticceria e insegnare panetteria alle scuole serali, dopo ho lavorato come cuoca in un ristorante a Ezcaray e in seguito per guadagnare maggiormente ho inviato il curriculum ai ristoranti sulla costa, infine mi hanno assunto come sous-chef a Barcellona"
Zio Victor: "Nell'hotel di mio padre, dove la vidi per la prima volta! Era un angelo e cucinava divinamente!"
Zia Alicia: "Faceva impazzire lo Chef! Richiedeva unicamente ricette portoghesi che potevo conoscere e saper cucinare solo io, apposta per potersi complimentare e aver la scusa di rivedermi!"
Zio Victor: "In pratica, se sei in Francia è a causa di un colpo di fulmine! Le ho chiesto di venire a lavorare per me a Parigi e darmi un figlio bello come lei"
Raymond: "Ma come? Glie lo hai chiesto così?"
Zio Victor: "Testualmente! La volevo tutta per me e dopo nove mesi sei nato tu.
Sei uscito bellissimo, non credi?"
Layla: "Deve essere fantastico fare della propria passione un lavoro. Mi piacerebbe diventare modellista o stilista, lavorare nel campo della moda"
Zio Victor: "Se vivi a Parigi cadi in piedi!"
Quella sera dopo cena, mentre gli zii si intrattenevano a conversare con gli ospiti, andammo a fare due passi sul ponte, l'aria in mare aperto era fresca e Raymond si tolse la giacca per coprirmi le spalle, mi circondò la schiena con un braccio e quando incrociavamo altre persone mi stringeva a se per farle passare.
Notai giovani donne passargli affianco, guardarlo interessate, poi spostare gli occhi su di me e tirare dritto.
Raymond era una calamita per le ragazze, eppure il centro delle sue attenzioni in quel momento sembravo essere soltanto io.Raymond
Layla era incantevole, immersi in quella cornice di musica jazz, champagne e sotto il cielo stellato, sembravamo i protagonisti di un film romantico.
Probabilmente lei, coi suoi tredici anni, non viveva le emozioni come le percepivo io.
Lo notavo dal modo in cui si guardava intorno distratta e curiosa di quell'ambiente tanto dissomigliante da quello in cui era cresciuta.
Io potevo solo tenerla vicina a me e farla sentire protetta,
Raymond: "Lillina, sei contenta di esser venuta qui?"
Layla: "Lo zio lavora sempre, sono sicura gli abbia fatto piacere uscire tutti insieme a cena"
Raymond: "Ma ti saresti sentita più a tuo agio a uscire coi miei amici?"
Layla: "No, meglio qui con voi, dei tuoi amici capisco una parola su dieci di quello che dicono! Cloe' e Andre' sono gli unici con cui riesco a parlare il mio scarso francese senza vergognarmene!"
Raymond: "Stai già facendo progressi!"
Layla: "Sì? Grazie anche al tuo aiuto!"
Sarebbe stato fantastico se avesse risposto che sarebbe stata bene ovunque fossi andato io, ma cosa pretendevo? Era troppo giovane! I suoi ringraziamenti, appagarono almeno il mio impegno.
In auto verso casa si tolse i sandali,
Layla: "Che sollievo! Non sono abituata ai tacchi!"
Eravamo seduti nei sedili posteriori e ne approfittai per farle un massaggio e toccarle le gambe,
Raymond: "Da piccola non sopportavi indossare le scarpe, dicevi di averle perse e poi un giorno ricomparvero magicamente tutte nello stesso scatolone!"
Mamma: "Quando l'abbiano scoperto, hai risposto che volevi conservarle nuove! Peccato che crescendo non ti stavano più! Le abbiamo donate alla parrocchia!"
Continuai a massaggiarle i piedi e le caviglie e poi accarezzarle le gambe fino al ginocchio, un contatto apparentemente innocuo, ma non per i miei pensieri che si ramificavano già sotto il suo vestito.
Prima di andare a dormire sprofondai nel divano a guardare 'tutto sport' , lei venne a sedersi al mio fianco,
Layla: "Cos'è?"
Raymond: "Nulla d'interessante, i risultati delle partite odierne di tennis"
Si rannicchiò con la testa sul bracciolo del divano e appoggiò i piedini vicino alla mia coscia.
Le lanciai diverse occhiate, si defilava l'orlo delle mutandine sbucare dal bordo degli shorts che aderivano alle sue forme, la cucitura del cavallo scendeva lungo il solco tra le natiche del suo culetto strepitoso e si insinuava tra le sporgenze paffute della sua rosellina.
Cosa non le avrei fatto! Avevo il cazzo durissimo! Sentii l'irrefrenabile bisogno di toccarmi, così le diedi la buona notte e mi chiusi in bagno per sfogare la mia frustrazione.
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La cuginetta e il lupo
RomanceFin da piccolo Raymond si prende cura della sua piccola cuginetta Layla (Lila/Lillina). L'accudisce e la cresce con affetto come fosse la sua sorellina. Ma col tempo la ragazzina innocente e buffa, sboccia in una donna sempre più bella e sicura di...