Capitolo 49

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Monelle crescono

Tutti i capi azienda si radunarono per il consiglio di amministrazione: Damian col suo avvocato, zio Victor e Raymond in quanto proprietari del fondo Clermont Royè & Son e il notaio Dott. Laurent, (padre di Didier).
Da quel momento in poi, sarei diventata la direttrice creativa della Layla Apparel e Matt della Cotton Marcier.
Il mio nuovo ruolo mi concedeva il benefit di parcheggiare l'auto nel garage aziendale, il che significava non dover girare tutta Parigi per trovare un posto.
Come da prassi, appena entrata in ufficio, appesi giacca e borsa e avviai il pc per attivare microcamere e microfoni che Didier aveva installato per la mia sicurezza, o meglio per sorvegliare quello schizzato del mio ex!
Non chiamare il diavolo che arriva...
Matthieu: "Che eleganza, sei bellissima Lay!"
Anche attraverso un complimento, la sua voce di primo mattino mi era sgradita più che mai.
Il suo sguardo viscido scivolò lungo tutto il mio corpo, facendomi sentire a disagio...
Un tempo impazzivo per quegli occhi, bastava un suo sguardo a infiammarmi in mezzo alle gambe, eppure ora mi faceva soltanto accapponare la pelle.
Matthieu: "Come mai sei arrivata in ritardo?"
Ancora a fare il capetto? Avrei voluto dirglielo che proprio quel giorno lo attendeva una svolta inaspettata!
Layla: "Buongiorno Matt!" - Lo salutai con un sorriso forzato -
"Non sono in ritardo, il mio nuovo orario mi consente di entrare alle 9:00"
Matthieu: "Ooh...è vero bambolina! Sei stata magicamente promossa, per 'merito' ovviamente, a direttore artistico del nostro nuovo brand"
Era sarcastico...bene! Constatai con piacere che la sua acidità era dovuta al fatto che Damian gli aveva già accennato qualcosa.
Layla: "Proprio così! Nonostante il tuo impegno (pronunciai con enfasi la parola impegno) sembra che il mio talento sia stato comunque apprezzato ai piani alti!"
Matthieu: "Immagino! Fai tanto la santarellina con me, ma chissà come sei riuscita ad ammaliare Damian?"
Basta! Mi fece infuriare, ne avevo abbastanza di quel tafano assillante! Mi alzai in piedi battendo la mano sul tavolo e puntandogli il dito contro,
Layla: "Non azzardare certe insinuazioni! Te l'ho detto che ce l'avrei fatta comunque col mio talento!"
Matthieu: "Certo, certo! All'ultimo piano stanno ammobiliando l'ufficio accanto a mio zio. È per te?"
Layla: "Non so di cosa parli, il mio ufficio rimarrà questo, così potrai continuare ad ammirarmi come un criceto in gabbia!"
Matthieu: "Un ruolo da direttore artistico non è un gioco, dovrai metterci la faccia in questo lavoro!"
Layla: "Lo so caro e non solo! Il nuovo brand porterà il mio nome Layla Apparel! Mi impegnerò con tutta me stessa per far funzionare la nuova linea"
All'improvviso sbiancò e il suo ghigno lasciò il posto all' incredulità
Matthieu: "Cosa?"
Ops! Forse non avrei divuto anticipargli io quel dettaglio? Ma lo avrebbe comunque scoperto dopo quella riunione.
Finsi di sbadigliargli in faccia per avere una scusa e scappare.
Alle 10:00 ricevetti un messaggio da Raymond, che erano radunati con Damian nella sala riunioni all'ultimo piano.
Era un modo velato per dire che in quell'istante , stavano firmando i documenti che avrebbero segnato per sempre  il mio futuro.
Mi concentrai sullo schermo del Mac, cercando di ignorare l'agitazione e l'euforia che si annidava dentro di me.
Portai a termine il collage e i disegni del mio primo progetto per l'imminente lancio della Layla Apparel.
Iniziò un periodo durante il quale il mio cervello sfornò idee di getto e grandi successi.
Ero fortemente motivata ed entusiasta, quella collezione fu solo il seme della mia ispirazione che col tempo crebbe rigogliosa dando i suoi frutti.
Le risorse umane mi avevano inviato diversi profili per la ricerca di un aiuto stilista, ma infine reclutai Giselle, andavamo d'accordo, eravamo affiatate, aveva occhio clinico e ottime capacità creative, divenne un ottima collaboratrice.

Gestire il lavoro del brand, non richiedeva solo più risorse, ma anche più ore di lavoro, tempo, che sottraevo alla famiglia e agli amici, Raymond compreso.
Una sera, nel pieno del mio flusso creativo, non sentii nemmeno il campanello del reparto suonare.
Jeanette: "Layla? C'è qualcuno per te"
Alzai lo sguardo, per poco non mi ribaltai dalla sedia...in mezzo al corridoio c'era il mio fidanzato, bello come un dio in un completo gessato, che persino Jeanette si bloccò a sbavare sulla fotocopiatrice...
Entrò nel mio ufficio e sedette sulla sedia di fronte alla mia scrivania, coi piedi ben piantati a terra e le mani appoggiate sui braccioli,
Raymond: "Ciao!"
Layla: "Ciao. La receptionist non mi ha avvisata che stavi arrivando. Cosa ci fai qui?"
Raymond: "Cosa ci fai tu? Sono le 19:30.
La receptionist sarà tornata a casa da un pezzo e per entrare io non ho bisogno di presentazioni, sono socio ..." -disse borioso ad alta voce, con quel suo sorrisino sfrontato.
Mi guardai attorno, incontrando gli occhi sbarrati di Matt e Jeanette che balzavano su di noi a intervalli regolari.
Ora tutti sapevano chi aveva comprato una quota dell'azienda e mi sentii arrossire.
Mi appiattii contro la sedia quasi da fondermi con lo schienale! Avrei voluto sprofondare sotto il tavolo...
Layla: "Arrivi adesso dallo studio?"
Raymond: "No, da un aperitivo coi colleghi, tu invece pensi di ammazzarti di lavoro ancora per molto?" -Chiese allentandosi la cravatta.
Tossicchiai per mascherare il mio imbarazzo
Raymond: "Vorrei fissare un paio di appuntamenti con te per commentare questi primi mesi e capire se le risorse che hai a disposizione ti sono sufficienti, ad Aprile inizieranno le sfilate, non potrai far tutto da sola"
Sembrava uno scherzo, aprii l'agenda ridendo!
Layla: "Io sono sempre qui! Che giorni sei libero?"
Si alzò e girando attorno alla scrivania si avvicinò a sfogliare l'agenda, tirando una riga su ogni pagina dalle ore 18:00 in poi.
Rimasi attonita!
Raymond: "Ogni  sera tornerai a casa in tempo per cena e niente più straordinari il sabato mattina. Anche papà comincia a preoccuparsi".
Alzai lo sguardo sui suoi occhi verdi, non scherzava, era serissimo,
Layla: "Ok, ho recepito il messaggio"
Raymond: "Ora chiudi e vieni a casa, stasera usciamo a divertirci!"
Aveva ragione mi stavo fossilizzando.

La cuginetta e il lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora