44 Capitolo

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Leon nel vederla riflessa nel vetro si voltò a guardarla perplesso.

"Claudia!- esclamò fissandola da capo a piedi - Cosa ti è successo?"
"Potrei chiederti la stessa cosa" rispose spostando lo sguardo sulla donna, che usciva dalla camera da letto avvolta in un telo e con degli abiti in mano. Un tipo mingherlino, dai capelli rossi e ricci che teneva legati sopra il capo, occhi verdi, piuttosto bassa. Nel momento in cui i loro sguardi s'incontrarono, la rossa, sembrò pietrificarsi.

Spostò lo sguardo su Leon, sorprendendolo a fissarla come se quello che aveva appena compiuto, fosse del tutto naturale. Non riusciva a credere che l'avesse tradita, ancora. Eppure era stata certa, che l'accaduto con Rosalia, gli avesse insegnato qualcosa. Trattenne le lacrime, anche se i suoi occhi ne erano pieni. Non voleva dargli la soddisfazione di vederla scoppiare in lacrime, ed esplodere in una scenata di gelosia di conseguenza mise in atto quello che tutte avrebbero fatto, fuggire via.

"Fermatela" gridò ai suoi uomini, mentre correva in camera sua con l'intenzione di indossare una camicia e rendersi presentabile.

Claudia tenne un comportamento dignitoso fino all'uscita dell'hotel ma, quando giunse nel parcheggio le lacrime avevano già bagnato il suo volto. Una volta all'interno della sua auto, con rapidità mise in moto e si avviò, sfuggendo a Franco e Ciccio intenzionati a bloccarla.

Entrò in autostrada poco dopo, riuscendo comunque a concentrarsi alla guida nonostante i singhiozzi e lo sconforto. Sebbene tempo addietro gli aveva promesso che mai più, a nessun'altra donna avrebbe consentito di demolire il loro rapporto, l'aveva fatto di nuovo. A quel punto si chiese se avesse mai mantenuto il suo impegno.

Il telefono continuava a squillare, visualizzò ancora il suo nome. Non voleva nessuna giustificazione, aveva visto personalmente la sua colpa e non intendeva ascoltare false spiegazioni. Lo spense.

"Sei soltanto un ipocrita" disse tra i singhiozzi mentre avanzava in strada, ignara di trovarsi al centro della tempesta, ignara che Leon dopo il fallimento dei suoi uomini, gli era corso dietro.

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"Angelo hai visto Claudia?" chiese Leon avanzando velocemente nel corridoio.

"Si, signore – rispose l'uomo – circa mezz'ora fa. E' uscita in auto ma, non ho idea di dove sia andata"

Tirò un sospiro di sollievo. In autostrada, un incidente aveva coinvolto più veicoli e sino a quel momento, poiché costretti ad uscire a uno svincolo, aveva creduto che ne fosse stata coinvolta. Aveva vissuto nel terrore più completo, intrappolato nella lunga coda che si era creata e poiché Claudia aveva spento il cellulare, non ebbe modo di saperlo. Era più sereno ma, non sapere dove fosse, lo agitava.

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"Che hai sta sera Claudia?" chiese Gabriella fissandola.

"Non ho nulla" rispose cercando di non mostrare la sua angoscia e desiderando di trovarsi a casa per sfogare quel nodo alla gola che la soffocava. Non osava nemmeno immaginare quando Leon l'avrebbe saputo, avrebbe pensato di certo che avesse accettato per ripicca e invece era stata obbligata, non riuscendo a declinare l'invito.

"Cosa ti preoccupa?" chiese ancora l'amica fissandola con amarezza.

"Nulla, davvero" rispose cercando di essere più convincente possibile.

"Andiamo Claudia solitamente sei tu l'animatrice delle feste e adesso stai qui, in silenzio, tutta sola"

Non era di ottima compagnia quella sera, i suoi pensieri erano rivolti continuamente a Leon. Non riusciva a non pensarci. Non era facile accettare di averlo perduto per l'ennesima volta, di aver scoperto che la sua vera indole era simile a quella che un tempo predominava Alessandro. Avrebbe voluto urlare, piangere e non essere bloccata in quella festa di compleanno a trattenere le sue emozioni. Doveva sfogarsi, voleva farlo per non tenere tutto dentro e ricadere nella depressione ancora una volta.

Cuore di ghiaccio (Mafia-Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora