22 Capitolo

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Leon raggiungeva la casa di Annalisa, furioso. Stavolta l'aveva fatta davvero grossa. Non tollerava che le sue decisioni andassero contestate, severo quanto apparisse, ogni scelta che impugnava era per il loro bene, difficile credere che non lo comprendessero.

Giunse in cortile, ad attenderlo al portone di accesso vi era già Alessandro. Cosa del tutto normale rivolgersi prima a lui e poi obbligarlo a informarlo. Le sorelline Morione erano sempre state furbe a prevalere sulla sua forza di volontà.

Scese dall'auto, ritrovandoselo davanti.

"Cerca di essere pacato – gli suggerì – È stata poco bene, non vorrei che aggravassi la situazione"

Leon lo fissò indignato e proseguì verso casa. Alessandro gli fu subito dietro, temendo l'esito della sua venuta.

Quando raggiunse il salotto, vide Annalisa scattare dal divano e fissarlo preoccupata, insieme a Isabella.

"Dov'è Antonio?" chiese con severità.

"Lui non sa ancora nulla" rispose fissandolo timorosa.

"Chiamalo e digli di venire qua" disse con falsa pacatezza.

"Non prendertela solo con lui, siamo entrambi colpevoli"

"Vi avevo chiesto di aspettare maledizione! - disse cercando a malapena di stare calmo – cosa vi costava attendere ancora un paio di mesi?"

Annalisa non osava nemmeno aprire bocca, si limitava solo a fissarlo amareggiata.

"Non vi avevo detto altro dannazione!"

Alessandro abbassò lo sguardo preoccupato e si chiese se non fosse il caso di far intervenire Claudia, temendo che la situazione sfuggisse di mano all'arrivo di Antonio.

"Cosa aspetti? – gridò furioso – Chiamalo ho detto!"

Leon era fuori controllo e nello stato in cui si trovava nessuno era in grado di calmarlo se non Claudia. Si allontanò dalla stanza e velocemente la chiamò, informandola di ciò che accadeva.

"Devi venire subito o qui succederà il finimondo"

Nonostante Claudia non si sentisse ancora pronta a confrontarsi con Leon, non poté rifiutarsi. Sua sorella aveva fatto molto per lei ed era giusto che ricambiasse.

Rientrato nella stanza, pose lo sguardo sulle ragazze che sedute una accanto all'altro, mostravano timore al cospetto di Leon e delle sue urla. Gli sembrò di tornare indietro negli anni, quando suo padre le rimproverava. La scena era identica.

"Adesso calmati – intervenne, nel tentativo di calmarlo – c'è poco da fare oramai"

Leon spostò lo sguardo verso di lui: "Credevo che avessi il controllo su tutto, mi sono sbagliato a fidarmi di te".

Come se avessi potuto impedirlo.

"Che cosa avrei dovuto fare? - disse fissandolo - mettergli una cintura di castità?"

"Si, se era il caso!"

"Adesso basta, stai esagerando – scattò Isabella indignata – Neanche fosse successo il finimondo, c'è sempre una soluzione a tutto"

Leon la fissò con tale severità che Isabella si zittì all'istante, tornando a sedere con lo sguardo rivolto verso il basso.

Alessandro si pose davanti a lui: "E' incinta, devo ricordartelo?"

"Non c'è n'è bisogno, lo ricordo già da me" disse scostandolo con ira.

"Ti sei comportata con indecenza, dovresti vergognarti" continuava infierendo contro Annalisa che sentendosi umiliata dalle sue parole, lasciò che le sue lacrime scivolassero sul suo viso, tuttavia con coraggio alzò lo sguardo e gli urlò contro: "Parli di indecenza, di vergogna, proprio tu? Tu che hai preferito vivere con un'altra e abbandonare Claudia e tuo figlio? Ti preoccupi di me e di cosa dirà la gente ma, non pensi cosa possa dire su mia sorella!"

Cuore di ghiaccio (Mafia-Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora