30 Capitolo

568 32 3
                                    

Osservava il suo portafoglio con profonda amarezza, possedeva l'unica banconota da cento euro e non sapeva come avrebbe fatto a tirare avanti. Immaginò che un prelievo in banca avrebbe rivelato la sua posizione e preferì non rischiare di essere intercettata.

Non riusciva a credere che con tutti i soldi che aveva, fosse obbligata a trovare lavoro.

Stupida idiota, potevi fare un prelievo prima di andartene! Come diavolo ho fatto a non pensarci? Devo trovare un lavoro se voglio dar da mangiare al mio bambino e pagare la pensione ma, dove lo trovo? E se qualcuno mi riconosce e avvisa Leon? Solo immaginare di vederlo apparire improvvisamente, mi terrorizza, senza contare il fatto che sarà allo stato puro di incontrollabilità. Oh dio, non oso nemmeno immaginare cosa sarebbe in grado di fare.

Alzò in quell'istante lo sguardo oltre la finestra e osservò un locale all'altro capo del marciapiede. Si chiese se non fosse il caso di domandare, se offrivano lavoro a una demente come lei.

Non avendo altra scelta, prese il bambino in braccio e uscì dalla pensione, determinata a non arrendersi alla prima difficoltà.

Una volta entrata nel locale, l'osservò con attenzione. Non era elegante ma, nemmeno declassato, era più in stile country, considerato che il legno regnava sovrano e l'unica stoffa per realizzare tendine e tovaglie era a quadri bianca e rossa. Una grande sala conteneva due tavoli da biliardo e un piccolo palco, dove al massimo poteva esibirsi una sola persona. Un uomo robusto stava alla cassa con un aspetto decisamente rozzo. Portava capelli brizzolati e mossi che gli posavano sulla spalla, una camicia scozzese e un paio di jeans. Il suo volto era inquietante e il suo corpo piuttosto massiccio. La fissava da quando era entrata ma lei, aveva finto di nulla.

Sembra la copia di Undertaker. È decisamente inquietante.

Spostò lo sguardo sull'unica ragazza al bancone che serviva della birra a due tipi che parlavano tra loro. Aveva i capelli lunghi e neri che portava legati a una coda, un viso scarno ma, molto carino dal suo punto di vista. Indossava una camicia scozzese rossa e nera e un paio di jeans neri ricoperti da un grembiule a quadri rossi e bianchi.

Si fece coraggio e avanzò. La ragazza nel vederla sorrise e

 gli si avvicinò con aria gentile.

"Ciao"

"Ciao" rispose Claudia

"Sei nuova da queste parti? Non ti ho mai visto"

"Mi sono appena trasferita" rispose sedendo su uno degli sgabelli al bancone e osservandola posare lo sguardo sul suo bambino, sorridendogli.

"Sei davvero bellissimo lo sai?"

Salvatore la fissò sbadigliando.

"Cosa posso servirti?"

"Un cappuccino, grazie"

La ragazza gli servì quello che aveva chiesto e rimase a chiacchierare con lei, osservando affascinata il piccolo che la fissava a sua volta.

"Sto cercando lavoro, puoi aiutarmi?"

"Mister Frank, cerca una ragazza che serve ai tavoli"

"Mister Frank?"

La ragazza le indicò l'uomo alla cassa: "E' un brav'uomo anche se un po' rozzo ma, non teme nulla e se la sera qualche ubriacone tenta di allungare le mani, gli fa passare la voglia. La Signora Frank mi tiene i bambini dandomi modo di lavorare tranquilla. In pratica, siamo una famiglia ci aiutiamo tra noi. Comunque se vuoi accettare il lavoro, sappi che qui la sera è sempre un caos, essendo l'unico locale del paese è un punto di ritrovo per tanti – disse sorridendo – La paga è buona è ti assicuro che vale la pena provare. Se sei disposta ad accettare lo chiamò"

Cuore di ghiaccio (Mafia-Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora