34 Capitolo

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Alzò lo sguardo nel momento in cui sentì la porta aprirsi. I suoi occhi si posarono con profondo orgoglio su Claudia e sull'abito che indossava con un portamento al quanto encomiabile. I capelli rialzati e il viso appena truccato la rendevano incantevole, tanto più perfetta per la serata che li attendeva. Rimase sulla soglia della porta, lasciandosi osservare.

Si alzò e le andò incontro.

"Mi sta male?" chiese fissandolo perplessa.

"No" rispose fermandosi a poco meno di un metro. La sua bellezza l'ho aveva sempre affascinato, sin da quando era nata. Con gli anni, anche se ignaramente, si era dotata del potere di attrarlo come una calamita, di suscitargli una passione impetuosa. Come in quel momento che il suo istinto gli suggeriva di baciarla, di sfiorare quel corpo dalla pelle chiara, di gettarla sul letto e di possederla finché non si sarebbe saziato a sufficienza ma, il tempo a loro disposizione non gli concedeva di mettere in atto i suoi propositi e per l'ennesima volta, si ritrovò a lottare contro la sua indole, oppresso da tanta attrazione.

Avanzò di qualche passo, cercando di eliminare dalla sua testa l'assurda voglia di fare l'amore. Si fermò alle sue spalle e tirò fuori dalla tasca un collier di brillanti, che agganciò al suo collo. Il profumo di lei riusciva a confondergli i sensi ma, riuscendo a controllarsi la osservò allontanarsi e fermarsi davanti allo specchio ad ammirare meravigliata quel regalo inaspettato.

"È bellissima – disse alzando gli occhi e osservando il riflesso di Leon – Ma, perché?"

Leon non rispose e avvicinandosi alla scrivania tirò fuori un cofanetto, ritornando da lei.

"Indossa anche questi"

Claudia osservò stupita che il collier faceva parte di una parure meravigliosa. Una parure di brillanti, regalati senza un valido motivo, per lo meno per lei. Non ci voleva di certo un genio per comprendere che la serata aveva preso una svolta inaspettata e sospettosamente alzò lo sguardo su lui.

"Non saremo soli a cena, non è così?"

Leon sorrise.

"Stiamo andando ad un ricevimento – disse fissandolo appoggiare la schiena sulla parete incrociando braccia e gambe – un ricevimento che nasconde un importante incontro di affari con qualche pezzo da novanta. Non puoi presentarti senza una accompagnatrice e porti me – disse ancora – la gente penserà che sono una prostituta"

Leon alzò un sopracciglio perplesso ma, curioso di scoprire il seguito.
"Se l'interessato tentenna ad accettare la tua proposta, io avrò il ruolo di convincerlo a cambiare idea? Le donne che vi accompagnano solitamente fanno questo o sbaglio?" chiese.

Leon la fissò di colpo serio, lo affascinava quanto congetturava delle ipotesi assurde ma, pensare che in qualche modo potesse gettarla tra le braccia di un altro uomo, era inconcepibile.

"Stai scherzando spero?"

La sua espressione era tramutata di colpo e preferì non prolungarsi oltre e non rammentargli che un tempo l'aveva gettata tra le braccia del fratello. Anche se era stata una circostanza particolare, l'aveva fatto.

"Perché vuoi portarmi con te? A quale scopo?"

"In compagnia di una donna, eviterò che le altre mi si gettano addosso"

"Addirittura! – esclamò irritandosi – corri questo rischio?"

"No, se mi starai incollata" disse staccandosi dal muro e avviandosi verso la scrivania.

Claudia cercò di trattenere l'ira. Non sapeva se fosse più irritata per la superficialità usata nell'informarla che era conteso da molte donne o per il fatto che stava usufruendo della sua compagnia.

Cuore di ghiaccio (Mafia-Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora