32 Capitolo

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Sentì dei passi che si avvicinavano e alzò lo sguardo verso l'entrata della sala, che precedeva la sua cella. Era un po' inquietante il rumore che echeggiava, tanto più l'ombra che avanzava. Sembrava vivere in un film dell'orrore dove la vittima era prigioniera di un folle omicida. Non che la cosa fosse tanto differente dalla realtà in cui viveva ma, per lo meno il folle omicida era un uomo di un fascino ammaliatore.

Vederlo apparire era sempre, un aggrovigliarsi delle budella ma, come restare immuni a un portamento così mascolino? A quel corpo possente e muscoloso? A quel viso che raffigurava un angelo sceso in terra?

Era davvero una gioia per gli occhi e una danza per il cuore, fissarlo. Tante femmine, in quel preciso istante avrebbero desiderato appartenergli e offrirsi a lui totalmente.

Lei invece, era una donna orgogliosa, che non intendeva piegarsi a quell'uomo pur riconoscendo che agisse per la sua incolumità.

Maledetto orgoglio!

Spostò lo sguardo, non voleva dargli la soddisfazione di mostrare la sua paura restando sola lì dentro, tanto meno che attendesse con ansia che qualcuno andasse a trovarla.

Finse di essere abbastanza assorta nei suoi pensieri da non sentirlo, infondo non meritava nemmeno la sua attenzione, considerato che rinchiuderla in quella cella, a suo parere, risultasse un'esagerazione.

"Angelo mi ha informato che ti sei rifiutata di mangiare" disse Leon soffermandosi davanti le grate.

Spostò lo sguardo su di lui fissandolo con naturalezza: "Non ho fame"

"Cos'è un contrattacco?"

"No, semplicemente non ho fame"

"In casa mia, non approvo che qualcuno rimanga digiuno"

"Che vorresti fare? Obbligarmi a mangiare perché in questa casa esiste la regola di non saltare i pasti? – chiese – Saresti capace anche d'imboccarmi purché si rispetti"

"Un ipotesi che potrei prendere in considerazione"

"Ultimamente tendi a far rispettare le tue regole, con molta prepotenza o sbaglio?"

"Finché le ritengo opportune è giusto che sia così"

Claudia tornò a fissare il muro davanti a sé.

"Hai bisogno di qualcosa?"

"Si, di una pistola"

"Non ti chiedo nemmeno a cosa potrebbe servirti – disse sorridendo - Non gradiresti un passatempo migliore"

"Ti ringrazio ma ce l'ho già. Osservò il muro; Conto le grate che mi tengono prigioniera e tra un intervallo e l'altro scivolo nell'autocommiserazione"

"Divertente - disse sbuffando divertito – Dirò ad Angelo di preparare i tuoi piatti preferiti, sono certo che, stimoleranno la tua fame"

"Fammi uscire da qui, ti prego" disse assumendo l'aria di un angelo puro.

Leon lisciò il suo mento fingendo di pensarci.

"Potremmo anche raggiungere un compromesso" disse con voce sensuale.

Leon continuò a sorridere mentre osservava quello sguardo, che si era tramutato un incantevole adescatrice di uomini. Peccato che non era brava a mentire, anche se lo divertiva quando adoperava il suo intelletto per mettere in atto delle strategie a dir poco sconvenienti.

"Adesso passi anche alle proposte indecenti? Con me non attacca signorina"

"Sicuro? Non immagini nemmeno cosa potrei fare per te" disse mentre il suo sguardo lo percorreva da capo a piedi, per poi risalire e fermarsi nei suoi occhi, mentre le sue dita percorrevano l'addome sino ai seni, con l'intento di sbottonarsi la camicia.

Cuore di ghiaccio (Mafia-Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora