14 Capitolo

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A volte si sentiva davvero sola, soprattutto quando Salvatore dormiva e i ricordi avevano il sopravvento. Ricordare i suoi genitori, gli dava un dolore immenso e in quella casa si accentuava, nonostante Leon l'avesse ricostruita di sana pianta. Era identica all'originale e anche se non avevano mai messo piede, era come se l'avessero fatto. Il porticato era uno dei peggiori poiché le rammentava quelle volte che rientrava tardi, suo padre lì ad attenderla. E ogni volta che tornava, aveva la sensazione di rivederlo. Malgrado le inquietudini giornaliere, spesso riusciva a scacciarli, distraendosi con il suo bambino o concentrandosi su un qualsiasi svago ma, non quel pomeriggio.

Non avrebbe mai pensato che entrare nel mausoleo di famiglia, e vedere la foto dei suoi cari le avrebbe arrecato più sofferenze.

Si sentì di colpo soffocare, un'accelerazione del battito cardiaco che la preoccupò, un tremore incontrollabile in tutto il corpo. Fuggì via e raggiunse la sua auto quasi correndo. Si avviò in lacrime verso casa, anche se era l'ultimo posto dove sarebbe voluta andare.

Non esisteva nessun altro posto al mondo dove avrebbe desiderato essere, se non tra le braccia di Leon, in quel momento. Il suo orgoglio glielo impedì.

Cercò di affrontare la situazione. La compagnia del suo bambino che la fissava in modo perplesso riuscì anche a farla sorridere ma, poco dopo rattristare al pensiero di quanto suo padre sarebbe stato orgoglioso di avere un erede con il suo nome e cognome.

In casa riuscì a versare quelle lacrime che aveva tentato di contenere, non avrebbe mai immaginato che Alessandro sarebbe arrivato proprio in quel momento.

Andava a trovarla spesso da quando si era trasferita, magari dietro richiesta di Leon per accettarsi che stavano bene.

Cercò di ricomporsi quando andò alla porta e gli aprì.

Una volta in casa il piccolo gli si gettò al collo attirando la sua attenzione con le sue nuove macchinine ma, ad Alessandro non gli erano sfuggiti: il viso rigato di lacrime e gli occhi rossi.

"Va tutto bene?"

Lei accennò un sorriso amareggiato: "Ho fatto visita a mamma e papà e... non è stata una buona idea"

"Non eri ancora pronta, perché l'hai fatto?"

"Mi sentivo in colpa" non riuscì ad aggiungere altro che scoppiò in lacrime.

Alessandro la strinse a sé: "Devi accettarlo Claudia e rassegnarti altrimenti ti farai solo del male"

"Si – disse distaccandosi da lui e asciugando le lacrime – Hai ragione, devo riuscirci. Resti a cena?"

Era passato solo per un paio di minuti al solo scopo di accettarsi che stavano bene ma, nel sorprenderla in lacrime non si era sentito di lasciarla.

"Certo" disse fissandola con amarezza.

Da quel momento in poi, sembrò più tranquilla. Non si accennò più ai genitori tanto meno alla visita al cimitero e durante la cena Alessandro ne approfittò per discutere con lei.

"Leon, sarebbe felice se ogni tanto venisse a trovarvi"

"Te l'ha detto lui?"

"No, però se glielo concedessi, gli gioverebbe un po' alla salute"

"Perché sta male?"

"No – disse sorridendo osservando la sua espressione preoccupata – non fisicamente ma, mentalmente si"

"Stai cercando di convincermi a tornare da lui?"

"Non sarebbe una cattiva idea, se ci pensi bene. Francamente saperti sola in questa immensa casa, non mi tranquillizza – ammise – E scommetto la qualunque, che non lo sei nemmeno tu"

Cuore di ghiaccio (Mafia-Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora