12 Capitolo

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"Se le torce un solo capello, l'ammazzo!" Urlava furibondo Leon, mentre a gran velocità si dirigeva verso la villa di Annalisa.

Alessandro lo fissò piuttosto inquieto, cosciente che quando c'era Claudia di mezzo il fratello perdeva completamente la ragione. In passato chiunque aveva osato sfiorarla, si era condannato a morte e così anche Francesco teneva oramai i minuti contati. Non gli dispiace in verità che finisse all'altro mondo ma, la reazione di Annalisa e dei bambini nello scoprire che c'era finito per mano di suo fratello, lo infastidiva. Se fosse stato per lui l'avrebbe liquidato quella notte in cui Ciccio l'aveva portato nella dependance e poi ne avrebbe occultato il cadavere. Nel silenzio più totale. Col passare del tempo ne avrebbero dedotto che fosse scappato con l'amante e Annalisa, non avrebbe mai sospettato di lui. Tuttavia, aveva preferito non manifestare il suo disaccordo con la decisione di Leon, se l'avesse fatto, in quel momento Claudia non si sarebbe trovata in pericolo e di ciò si sentì in colpa.

Erano quasi arrivati, tirò fuori la pistola pronto ad intervenire a sua volta, il tradimento non si perdonava e lui era propenso a ricordarglielo.

Scattarono fuori dall'auto e armati entrarono in casa. Non avevano la minima idea di quello che avrebbero trovato e la scena che si presentò ai loro occhi li rabbrividì. Le tre sorelle a terra, circondati dal caos più assoluto.

"Maledetto bastardo! - Urlò Leon – Occupati di loro, chiama Paolo, Michele, muoviti!"

Alessandro velocemente afferrò il telefono dalla tasca del giubbino e compose il numero di Michele.

"Claudia" gridò ad alta voce Leon ma, non ricevendo risposta, intuì che non era in casa. Notò, in quel momento, del sangue sul pavimento che lo indirizzava all'esterno. Strinse la mandibola con forza mentre scattava verso il cortile.

Altre gocce di sangue sulla pavimentazione esterna lo indussero a dirigersi a gran velocità verso il boschetto davanti a lui.

Leonardo Morione portava un titolo che nessuno era riuscito ancora a strappargli, nessuna preda gli era mai sfuggita e nessuna di loro, era stato mai astuto da sorprenderlo durante quella che poteva definirsi una caccia.

Proseguì con il cuore in gola, avanzando tra i cespugli, chiedendosi perché non sentisse nessun suono inconsueto. Impossibile che si fossero allontanati con una ferita che traboccava tutto quel fluido. Sperò con tutto il cuore che non si trattasse della sua Claudia. Che fosse stata lei a colpirlo.

S'inginocchiò a terra, notando che in quel punto il sangue era più abbondante, segno evidente che la debolezza lo aveva stremato al suolo. Avanzò ancora nella stessa direzione e quando ascoltò un urlo giungere alle sue orecchie, corse con più celerità nell'immaginare ogni possibile circostanza in cui poteva trovarsi la sua Claudia, con il cuore in gola, sino a mancargli il respiro. Il timore che potesse essere troppo tardi lo terrorizzava.

Improvvisamente scorse Francesco a poca distanza. Vedere Claudia stretta nella sua morsa, mentre le puntava una pistola alla testa, innescò il suo lato peggiore. Gli si lanciò addosso, come un'aquila avida di piombare sulla preda. Quell'improvviso attacco lo gettò a terra. La pistola che teneva stretta alla mano volò via e Claudia scivolò a terra. Lo colpì al viso lanciandolo a qualche metro distante. Ebbe il tempo di spostare lo sguardo su lei e vederla inerte sul terreno e con la camicia inzuppata di sangue, gli fece supporre il peggio. Voltò lentamente lo sguardo sul cognato che si rialzava, mentre una furia disumana lo invase e senza pensarci due volte, scaricò l'intero caricatore sul corpo dell'uomo. Tornò su Claudia e rapido s'inginocchiò al suo fianco, temendo di essere giunto troppo tardi.

Quando si rese conto che era ancora viva, rapido tolse il suo giubbino e lo gettò a terra, sfilò la sua camicia e tamponò la ferita all'anca, riuscendo con una fasciatura improvvisata a bloccare la fuoriuscita di sangue.

Cuore di ghiaccio (Mafia-Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora