2 Capitolo

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Odiava quei momenti in cui cercava di rilassarsi, rappresentava l'ennesimo arduo tentativo.

I ricordi tornavano ad avvolgerlo come in una morsa, non donandogli quel momento di pace che reclamava ormai da tempo. Un turbine di angoscia e disperazione s'impadroniva ancora una volta della sua mente, intaccando il suo cuore coperto oramai, da uno spesso strato di ghiaccio.

Non voleva ricadere in quello stato di depressione e preferì alzarsi dal letto e scendere al basso dove una bottiglia di whisky, lo attendeva ormai da routine.

Al quinto bicchiere si rese conto che i suoi ricordi erano più forti di quanto immaginava. Trascinandosela appresso, sedette sulla poltrona coprendo il viso con le mani, tentando di cancellare quel volto che non riusciva a depennare.

Bevve una gran sorsata di whisky irlandese e si lasciò abbandonare nella poltrona, lasciandosi travolgere da quel fiume di nostalgia che reclamava la sua completa attenzione.

Era tutto così nitido, che nel ripercorrerli gli sembrò averli vissuti il giorno prima.

Chiuse gli occhi rivivendo ogni minimo dettaglio: dalla telefonata di Pietro alla corsa disperata alla villa; all'immagine di Claudia travolta dall'esplosione e scaraventata tra i cespugli coperta di sangue.

Da quel momento la sua vita era cambiata. Di colpo ogni responsabilità che riguardava la famiglia, fu sulle sue spalle.

Nonostante l'angoscia e la disperazione che li aveva avvolti, dovette impugnare la situazione e adempire ai suoi doveri.

Avevano trascorso dei momenti davvero difficili, tutti quanti, soprattutto le ragazze che non riuscivano a confortarsi.

Malgrado la sofferenza di aver perduto i genitori adottivi, dovette affrontare la possibilità di perdere anche la sua Claudia e il suo bambino, le sue condizioni erano state davvero critiche.

Si rivide al suo fianco, mentre le sussurrava continuamente: "Non ti lascio morire, non ti lascio morire" stringendole la mano e accarezzandole il viso.

Aveva fatto il diavolo a quattro, per scoprire chi avesse osato sfidare la famiglia ma, senza esito. Il colpevole si era volatilizzato, senza lasciare nessuna traccia. Ma giurò a sé stesso che la sua vendetta sarebbe stata atroce, nel momento in cui, sarebbe saltato fuori.

Aveva perso un padre, un grande amico. Senza contare l'affetto di Donna Maria, che sin da piccolo l'aveva trattato come un figlio. Erano stati più che genitori e lui li aveva amati con tutto il cuore.

Lasciò che una lacrima scivolasse sul suo viso, nel rivedere i loro volti proiettati davanti ai suoi occhi.

"Perdonatemi Signor Morione" disse improvvisamente Angelo, strappandolo a quei ricordi dannatamente angoscianti.

"Cosa c'è?" chiese rimanendo immobile sulla poltrona e ringraziandolo mentalmente per averlo strappato dall'abisso.

"Vostro fratello ha appena chiamato – disse immobile all'entrata del salotto – Mi ha detto se potete richiamarlo, insiste di avere notizie che vi faranno piacere"

Sperò per lui che fosse vero. Aprì gli occhi, cercando di ritornare in sé.

Si alzò dalla poltrona dopo aver congedato Angelo e raggiunse il suo studio, trascinandosi dietro anche la bottiglia. Afferrò il telefono e compose il numero di Alessandro.

"Spero per te che tu abbia sul serio buone notizie per svegliarmi a quest'ora!" disse furioso.

"C'è un amico comune che vuole parlarti – affermò colpendo con forza l'uomo che si dimenava in auto nel tentativo di sfuggirgli – arrivo tra una mezzora esatta"

Cuore di ghiaccio (Mafia-Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora