5 Capitolo

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Leon continuava a bere il suo whisky, osservando l'esterno della grande vetrata, con indifferenza. I suoi pensieri erano tornati ad assillarlo, a maggior ragione da quando aveva messo piede in città. 

Claudia, Claudia, Claudia... il suo cervello si rifiutava di pensare ad altro, e infliggeva il suo ricordo con più assiduità probabilmente poiché consapevole della minima distanza che li separava. In qualche modo gli suggeriva di correre da lei e certamente l'avrebbe fatto, non avendo altre alternative.

"Leon" lo chiamò Michele soffermandosi sull'atrio della stanza, interrompendo il filo dei suoi pensieri.

"Cosa c'è?" chiese osservando la sua figura riflessa nel vetro.

"Alessandro mi chiamò, qui sta venendo con Claudia"

Claudia!

A sentir pronunciare quel nome il suo cuore saltò un battito. L'ennesimo.

Si chiese se la notizia del locale era giunta alle sue orecchie e da lì sospettato la sua presenza in città. Comunque era andata, sperava solo, che quell'incontro generasse una conclusione positiva per entrambi. Anche se le sue intenzioni originarie, erano state quelle di trascinarla a casa con la forza. Era molto adirato ma, si giurò di tenere un certo contegno dandole modo di giustificare la sua condotta e di rivelargli le sue intenzioni future, qualunque esse fossero.

Si domandò, se in quella circostanza avrebbe portato il bambino, cosa che gli sembrò molto improbabile. Era di certo una carta, che avrebbe giocato in seguito, considerato le stupidaggini commesse nell'ultimo anno.

Continuò a bere, non mostrando ai suoi uomini in stanza, che l'ansia lo stava martoriando da quando Michele lo aveva informato. Erano trascorsi solo venti minuti eppure gli sembrarono un'eternità, come tutti quei mesi trascorsi separati.

"Sono appena arrivati, in ascensore sono" lo avvisò Michele nuovamente.

Leon chiuse gli occhi, era arrivato il momento. Chissà se Claudia era venuta di sua spontanea volontà o Alessandro l'aveva incoraggiata.

L'avrebbe scoperto di lì a poco, inutile tormentarsi da assurde domande alle quali cercava di dare risposte congetturate.

Sentì bussare alla porta e Michele entrò nella stanza seguito da Alessandro e Claudia.

La osservò posare lo sguardo su lui, ignara che la fissava a sua volta, nel riflesso del vetro.

Rimani sempre, la donna più bella che i miei occhi abbiano mai visto.

"Vorrei un colloquio privato" disse Claudia osservandolo lentamente voltarsi. Il cuore gli saltò un battito in quello stesso istante. Aveva dimenticato quanto fosse bello, di quanto fossero magnetici i suoi occhi e di quanta virilità albergava in quel corpo possente, in particolar modo quando indossava quella camicia bianca che lasciava aperta sul davanti. Intravedere i muscoli del petto la riportò al ricordo delle notti trascorse insieme a tutte le volte che il suo viso si era posato su di esso.

Nonostante il suo corpo e il suo cuore fremessero dal desiderio di correre e stringersi a lui, cercò di reprimere la smania, rammentandosi che quelle braccia avevano tenuto stretto un'altra donna. Tentò di tenergli testa e di non lasciarsi incantare dall'impeccabile mascolinità.

"Lasciateci soli" disse Leon mentre il suo sguardo severo la colpì.

A quel punto Claudia, preferì mettersi sulle difensive e ascoltare quella vocina interna che le suggeriva di stare in guardia.

Era alquanto distaccato e freddo e ciò non presagiva niente di buono, lo conosceva abbastanza bene per non sottovalutarlo. Iniziava sempre, con una calma apparente per poi esplodere inaspettatamente.

Cuore di ghiaccio (Mafia-Love Story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora