Cap. 10

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Cassian si svegliò in un luogo che non riconosceva; infatti non solo le pelli e lo stesso giaciglio non gli erano familiari, ma anche la stessa tana era del tutto estranea ai suoi sensi.

Questa era un enorme buco all'interno della roccia, sulla quale erano state poste molte pellicce per impedire infiltrazioni e spifferi; aveva solo un'entrata dalla quale proveniva un lieve bagliore di luce solare.

Si alzò lentamente sentendo tutti i muscoli indolenziti, come se non li avesse usati per giorni, e un languore allo stomaco da fargli aumentare la salivazione.

Istintivamente si mise ad annusare l'aria in cerca di cibo, ma venne immediatamente infestito da un dolce, quanto forte, odore di pini, che lo riportò con la mente ad un'unica persona.

Cassian < Elias >

Più che un richiamo fu una constatazione; si trovava nella tana del Delta dalle iridi bicolore.

La tana era troppo bassa per poter stare in piedi quindi prese a gattonare fino all'entrata, attento a non sbattere la testa sul "soffitto".

All'uscita venne colpito dai raggi del sole e dall'aria fresca proveniente dalla vegetazione.

Gli ci vollero diversi minuti per potersi finalmente alzare in piedi ed osserverare il terreno circostante, il quale era, come ricordava, ricoperto dai più svariati teschi.

Ancora quell'odore rilassò le sue membra, poiché con quel profumo di pini sentiva al sicuro e protetto.

Corback < Cassian! >

Il castano si voltò verso la direzione dalla quale proveniva la voce, per poi venire investito da un ragazzo dalla chioma bionda, il quale lo sollevò da terra ridendo felice.

Cassian < Che ci fai qui?! Elias ti sbranerà se ti vede! >

Il Beta lo mise a terra non smettendo di sorridere e si voltò verso la vegetazione gridando:

< Elias! >

Sul viso dell'Alfa si dipinse uno sguardo più che stupito, che divenne esterrefatto quando vide Elias avvicinarsi ad entrambi col suo solito passo sicuro.

Tuttavia non fu l'atteggiamento insolitamente tranquillo, o la repentina risposta al richiamo di Corback a causare il suo stupore, ma la collana che il Delta portava al collo.

La riconobbe immediatamente: una fila di canini di lupo uno di seguito all'altro e al centro di essa una pietra verde foresta; quella era la collana del capobranco, appartenuta a suo padre e a suo padre prima di lui.

Da sempre il branco dei boschi del nord era stato sotto il comando della sua famiglia.

Ed ora quella collana era al collo di uno straniero, chissà di quale provenienza, e per di più Delta.

Appena furono a pochi centimetri di distanza Elias tirò a sé il ragazzo prendendolo per un braccio e facendolo finire contro il proprio petto scolpito.

Elias < Stai bene? >

Cassian guardò quegli occhi dalla duplice cromia senza sapere esattamente cosa rispondere.

Fisicamente si sentiva al pieno delle proprie capacità ma mentalmente...

L'ultimo ricordo che possedeva era il rifiuto del moro e il profondo dolore che lo aveva colpito dritto al cuore.

Eppure il suo lupo sembrava del tutto tranquillo e a suo agio fra quelle braccia forti quanto letali; poteva quasi sentirsi fare le fusa per quelle lievi carezze sulle spalle.

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