Quel giorno era stato particolarmente freddo rispetto agli altri; il vento infatti aveva soffiato con piú impeto e le foglie ormai secche avevano più volte formato vortici di colore nell'aria.
Ormai l'autunno era alle porte ed Elias, un lupo Solitario, sapeva che avrebbe dovuto raccogliere più forze possibili per superare anche quell'inverno.
Era un ottimo cacciatore, temprato da mille scontri con lupi aggressivi e prede troppo attaccate alla vita; un lupo senza branco era destinato a dover lottare anche solo per un misero boccone.
Ogni anno, ogni giorno, della sua vita era interamente centrato su un'unico scopo: la sopravvivenza.
Così simile alle alci che cacciava, lottava con le unghie e con i denti per vedere la luce del giorno successivo.
Aveva imparato da solo a procurarsi il cibo, prima con dei poveri uccellini scesi dagli alberi, poi piccoli mammiferi, fino ad arrivare alle alci e ai cervi dalle grandi corna.
Col passare del tempo si era dovuto adattare alla sua stazza molto ingombrante, poiché a volte faticava a nascondersi dalla vista delle proprie prede, causata dalla sua natura di Delta. Fortunatamente il manto nero lo aiutava a nascondersi fra la vegetazione del fitto bosco.
Anche quella mattina, come tutte le altre, Elias se ne stava acquattato sulla fredda terra, incurante del gelo sulla pancia.
Davanti a lui brucava indisturbato un enorme cervo adulto che sarebbe, però, a mala pena riuscito a sfamarlo.
Si avvicinò lentamente, senza fare alcun rumore, silenzioso proprio come la morte che cala sugli uomini.
Fu questione di un attimo e le zanne affilate si conficcarono nella schiena della povera creatura, mentre le zampe iniziarono a strappare la carne dal ventre dell'animale.
Il cervo non lottò a lungo, poiché le fauci serrate del predatore non gli lasciarono alcuna via di scampo.
Soddisfatto, Elias prese a divorare il ventre della preda, sporcandosi il muso e le zampe di sangue.
Come sempre mangiava velocemente, senza gustare davvero il sapore del cibo, senza nemmeno provare a cuocerlo; perché sapeva che presto altri predatori sarebbero giunti pe rubargli il pranzo.
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Doveva mangiare solo per la necessità di riempirsi la pancia e quindi avere la forza di cacciare ancora e riempirsi di nuovo.Tutto era come un loup infinito, un'insieme di anelli di una collana uguali tra loro; finché non sarebbe giunto il momento in cui non sarebbe stato abbastanza forte e quindi avrebbe provato il freddo gelo che la morte faceva calare su tutte creature della terra.
Nemmeno fece in tempo a pensare all'ipotesi di un possibile ladro in avvicinamento che dalla boscaglia sopraggiunse un altro lupo.
Gli occhi erano rossi e aveva la bava alla bocca, il pelo era interrotto da cicatrici di guerra; tuttavia era quasi la metà di Elias poiché gli Alfa, caratterizzati dagli occhi rossi, erano più piccoli dei Delta, per quanto la loro stazza fosse impressionante.
Elias non era mai scappato davanti ad un pericolo, perciò non si allarmó particolarmente.
Il lupo si avvicinò alla carcassa ringhiando con le orecchie alte e rivolte in avanti.
"Dammelo e non ti farò del male"
Elias si alzò dal proprio pasto per guardare negli occhi l'altro lupo.
Elias: "Se hai fame caccia come tutti"
L'altro ringhiò di rabbia verso il più giovane nel vano tentativo di intimidirlo, ma questo al contrario superò con un passo la carcassa per avvicinarsi all'avversario.
Elias: "Non sono in vena di combattere, quindi ti invito ad andartene, ora"
L'altro non lo ascoltò, anzi, con un balzo cercò di attaccare il giovane alla gola.
Purtroppo per l'affamato lupo, Elias si aspettava quella mossa e, con una zampata, tranció di netto la gola dell'avversario.
Il lupo iniziò a tossire soffocato dal suo stesso sangue e dopo una serie di rantoli soffocati cadde a terra poco distante dal cervo.
Elias lo guardò solo per altri pochi secondi, per poi tornare a mangiare il proprio pasto, ora con più calma; chiunque avesse tentato di avvicinarsi avrebbe visto il cadavere del lupo e quindi desistito dal tentare la sorte.
Dopo aver finito il proprio pasto decise di tornare nella sua forma umana, quasi dimenticandosi di scoprire, così, il nudo corpo al freddo.
Il ragazzo si avvicinò con grazia felina al corpo del lupo e, prendendolo dalle zampe, lo trascinò un po' più a valle, dove si trovava la sua tana.
Arrivò fino ad una montagna di rocce, dove il suo rifugio era nascosto dai cespugli.
Abbandonò a terra senza alcun rispetto il corpo ed entrò velocemente nel piccolo tunnel che portava ad una grotta più grande, luogo dove viveva da quasi due anni.
Afferrato un coltello malandato uscì fuori e, seduto a terra, prese a rimuovere la pelliccia del lupo.
Chiunque altro avrebbe trovato quella pratica abominevole, scempiare in quel modo un corpo, ma ad Elias non importava. Aveva bisogno di pellicce calde per le fredde notti che lo aspettavano.
Ci volle quasi l'intera giornata per scuoiare completamente il lupo, farla esiccare e solo al calar del sole poté portare la pelliccia all'interno della propria tana e posizionarla sulla parete di roccia per bloccare gli spifferi.
Si decise a seppellire il corpo solo quando si rese conto che tra qualche ora la puzza sarebbe diventata insopportabile per il suo olfatto sopraffino; lo seppellì su una piccola altura dove già aveva posto i cadaveri di altri lupi Solitari che lo avevano sfidato in quei due anni.
Giunta la notte si rifugiò nella propria tana sotto forma di lupo, probabilmente sarebbe morto assiderato se avesse mantenuto l'aspetto umano.
Durante i periodi di freddo trascorreva quasi ogni ora del giorno nella sua forma animale e solo nei mesi più caldi si concedeva di usare la sua forma umana.
Inoltre ogni anno, durante l'estate, amava guardarsi nelle acque dei fiumi per osservare quanto fosse cambiato in quell'anno. Ormai aveva raggiunto la piena maturazione e non riscontrava particolari cambiamenti da quasi tre anni.
Il suo fisico era ormai pienamente formato, con i muscoli sempre in evidenza, le spalle larghe e i tratti scultorei nel viso. In realtà non riservavaa particolari attenzioni al corpo, l'unico vezzo che si concedeva era il taglio dei capelli ogni estate, amava tenerli corti e lasciare che qualche ciuffo riccioluto nero gli coprisse gli occhi, uno dorato come il grano e l'altro blu elettrico, simile a quello degli Omega.
Dopo un'altra giornata passata a combattere per la propria vita, si godette del meritato riposo; così da essere pronto a combattere ancora il giorno dopo.
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Non come gli altri
WerewolfCassian è un Alfa, il futuro capo di un grande e potente branco. Come ogni Alfa deve trovare un compagno con cui condividere ogni aspetto della propria vita, tuttavia la Dea della Luna ha in serbo altro per lui. Elias non è un lupo come tutti gli al...