Quella stessa sera del loro arrivo, Cassian ed Elias si erano rifugiati nella tenda per loro preparata, acconsentendo per la prima volta a condividerla per più di qualche ora.
Come sempre l'aria fra i due era pesante, aggravata dalle rivelazioni di quel giorno e dalla loro fondamentale insicurezza nell'interagire l'uno con l'altro.
Tuttavia entrambi non potevano fare a meno di lanciarsi dei veloci e nascosti sguardi, come a capire chi dei due dovesse parlare per primo o anche solo fare la prima mossa.
Elias era seduto, appoggiato ad un palo di legno che faceva da portante alla tenda; mentre Cassian divorava carne di capriolo cacciata qualche ora prima e cotta sul fuoco.
Il giovane mangiava con voracità, come se il cibo potesse riempire il vuoto che aveva nell'anima, sapendo perfettamente che quello che sentiva era, in realtà nel petto di Elias; grazie al legame poteva in parte percepire le emozioni del compagno.
Il moro invece sembrava assorto nei propri pensieri da quasi un'ora, lasciando che i ricordi gli affollassero la mente e svuotassero il suo cuore.
Cassian sapeva, dentro di sé, che avrebbe dovuto fare qualcosa, strappare quel cocciuto Delta da quella melma nera dalla quale si rifiutava di uscire.
Così appoggiò quel poco che rimaneva del cibo e si voltò verso il compagno, questa volta senza nasconderlo.
In risposta, Elias sembrò risvegliarsi dal suo stato di trans e rispose allo sguardo.
Avvicinandosi, Cassian non si mancò di trattenere il fiato, proprio come gli era stato insegnato di fare durante la caccia; anche solo un respiro di troppo poteva far scappare la propria preda.
Il maggiore lo lasciò avvicinare a tal punto che il castano si posizionò sopra di lui, portando le propria gambe ai lati delle sue e i loro petti a sfiorarsi appena.
Cassian < Ora non sei solo, affronteremo i tuoi demoni insieme >
Elias distolse lo sguardo, lasciando che un velo di malinconia si chiudesse su di esso, come un sipario dopo uno spettacolo.
Elias < Da quando ci conosciamo, non faccio altro che trascinarti a fondo con me >
Il minore scosse con convinzione la testa a quelle parole e afferrò con entrambe le mani e delicatezza il suo viso, obbligandolo a tornare a guardarlo.
Cassian < No, tu mi hai aperto gli occhi, ha spazzato via tutta la mia arroganza di Alfa, mi hai dimostrato che le mie convinzioni erano sbagliate, mi hai insegnato ad essere umile e a non giudicare gli altri solo da come appaiono >
Come a cercare di avvicinarselo ancora di più, Elias pose entrambe le mani sui suoi fianchi e se lo portò contro il petto, lasciando che le loro pelli venissero riscaldate dal calore l'uno dell'altro.
Impercettibilmente iniziò anche ad accarezzare il segno del morso sul fianco, sentendo il proprio lupo riempirsi di gioia.
Cassian non fu da meno ed appoggiò la testa nell'incavo della spalla del maggiore; quasi sorrise nel notare i brividi sul suo collo appena iniziò a leccare il marchio lasciato dalle sue zanne.
Cassian < Detesto il modo in cui gli altri ti guardano, ti divorano con gli occhi, che sia per odio o per ammirazione >
Sentendo quelle parole sussurrate al proprie orecchie, il Delta voltò il capo, scoprendo le guance colorite di rosso del compagno e il suo leggero broncio.
Elias < Credo sia nella tua natura di Alfa, essere geloso. È per questo che non sopportavo Ricky e ora Alexander... >
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Non come gli altri
Lupi mannariCassian è un Alfa, il futuro capo di un grande e potente branco. Come ogni Alfa deve trovare un compagno con cui condividere ogni aspetto della propria vita, tuttavia la Dea della Luna ha in serbo altro per lui. Elias non è un lupo come tutti gli al...