Cap. 15

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Elias fu l'ultimo ad entrare nell'enorme caverna, nel cui interno il branco si era radunato appena in tempo; quando la pioggia e il vento avevano appena iniziato ad abbattersi su di loro.

Cassian saltelló verso il Delta che tentava di scrollarsi di dosso le goccia d'acqua fredda.

Cassian < Appena in tempo >

Elias < Già, dai ordine di radunare gli incinti, i cuccioli, gli anziani e i malati sul fondo della grotta, il più lontano possibile dall'acqua >

L'Alfa corse immediatamente a dare le direttive ai Beta, i quali già aspettavano nuove disposizioni.

Elias si stava avvicinando al branco quando un pianto disperato di una donna non attirò la sua attenzione; il capobranco si avvicinò alla donna, la quale si guardava intorno col terrore negli occhi.

Diversi membri del branco erano accorsi immediatamente per potersi rendere utili.

Elias < Cosa sta succedendo? >

A rispondere al posto della donna fu un'altra ragazza, la quale abbracciava l'altra e tentava di consolarla inutilmente.

< Non riusciamo a trovare il suo cucciolo, temiamo si sia allontanato >

Gli occhi del moro scattarono come lampi verso l'entrata della grotta e le sue gambe furono addirittura più veloci di questi; prese la rincorsa e, trasformandosi nel proprio lupo si addentrò nella tempesta.

L'acqua gelida e il fortissimo vento presero a colpire come martelli pneumatici sui fianchi e sulla schiena del Delta, tanto che ogni respiro gli pareva potesse essere l'ultimo; sentiva il vento tentare di farlo deragliare dalla propria rotta e il rumore assordante dei tuoni lo stordivano continuamente.

Scese a valle e si addentrò svelto nella fitta foresta; tuttavia il percorso gli veniva continuamente ostacolato dagli alberi che cadevano poco distanti dal suo corpo e il fango che spesso gli intrappolata le grandi zampe.

Tentava con tutte le sue forze di ululare o di sentire il richiamo del cucciolo ma il suo udito carpiva solo i forti rumori della tempesta.

Corse a perdifiato, ululando e guardandosi intorno con foga, quando non si sentì improvvisamente schiacciato a terra da un enorme albero che gli finì sulla schiena.

Con ogni fibra del proprio corpo a dolergli per lo sforzo, Elias sollevò l'enorme albero e si allontanò da esso per poi ricominciare la propria corsa sfrenata nel bosco.

Era quasi arrivato al confine ovest del territorio quando le proprie orecchie catturarono l'ugiolare spaventato di un cucciolo.

Quasi fosse un matto, prese a guardarsi intorno e a seguire il debole suono, che aveva portato un po' di speranza nel suo cuore del capobranco.

Arrivò fino ad una piccola buca di poca profondità ma piena di fanghiglia nel cui centro si agitava il cucciolo in forma lupesca, la sua prima trasformazione.

Immediatamente Elias accorse ad aiutarlo; inizialmente il cucciolo sembrò intimorito dalla grande figura nera ma ben presto riconobbe il gentile capobranco che lo guardava giocare con i propri amici.

Immediatamente il piccolo lupo prese a l'ugiolare felice e a muovere la coda mentre tentava invano di avvicinarsi al Delta; fortunatamente ad Elias non serví alcuno sforzo per estrarlo dal fango.

Il lupo dal manto color catrame si guardò intorno per trovare una via che non comprendesse tronchi abbattuti dal gelido vento, per poi riprendere la propria corsa verso la grotta.

Si ritrovò ancora una volta a correre fra i boschi, ad immergere le proprie zampe nella fanghiglia e a combattere come un prode gueriero contro il vento e la fredda acqua che, implacabili, lo tormentavano ad ogni passo.

Fra le fauci teneva il corpo infreddolito e tremolante di paura del povero cucciolo, il quale ugiolava e guaiva ad ogni inciampo o incertezza dei movimenti del maggiore.

Più di una volta Elias dovette fermarsi e cambiare strada, finché non arrivò al familiare costone di roccia dove era posta la propria tana e il passaggio per arrivare alla grotta.

Corse velocemente fino a poter scorgere la luce del falò della grotta; appena.fu a pochi metri dall'entrata fu subito raggiunto da tre lupi, due Beta e, per grande stupore del Delta, anche Cassian era accorso.

Il capobranco appoggiò il piccolo a terra e si scrollò per togliere l'acqua dal pelo ma si vide costretto a tornare umano per potersi davvero asciugare; la pioggia era penetrata in profondità, forse troppo.

Cassian gli si avvicinò con una pesante pelliccia che Elias, anche se titubante, accettò e indossò.

Cassian < Sempre a fare l'eroe... vieni >

Il giovane si avviò verso il focolare dove era riunito il branco ma si rese immediatamente conto che il più grande non lo stava seguendo; così ai voltò verso di lui guardandolo confuso.

Elias < Qualcuno deve rimanere all'esterno, per assicurarsi che nessuno si avvicini >

Nel mentre si tolse la pelliccia e si avviò di nuovo verso l'uscita, già sentendo le proprie ossa vibrare dal freddo.

Cassian < Sei impazzito?! Non puoi chiedere al tu- >

Non ebbe nemmeno il tempo di terminare la frase poiché la voce del Delta surclassó la propria.

Elias < Tu non hai capito. Io non vi sto chiedendo, io vi sto ordinando. Che a nessuno venga la strana idea di provare a darmi il cambio, rimanete al sicuro e prendetevi cura dei più fragili, quando termineranno i viveri me lo comunicherete >

Senza aspettare risposta si ritrasformó nella propria forma di lupo e uscì sotto la pioggia dove, poi andò sul bordo delle rocce e, lasciando penzolare le zampe nel vuoto, si mise a sorvegliare tutto ciò che la sua acuta vista poteva scrutare.

Dall'interno della grotta molti lupi si avvicinarono per poter vedere il proprio capobranco, persino Caino e Meridio si unirono alla massa per poter assistere alla scena.

Cassian, invece, fremeva di rabbia e guardava le spalle del Delta con astio, sapendo che, qualsiasi parola avesse pronunciato per convincere il compagno a tornare indietro, non sarebbe stata minimamente considerata.

Così, sbuffando e stringendo i pugni, si inoltró in un piccolo e appartato angolo, un antro quasi completamente coperto alla vista del resto del branco; si stese sulle pellicce che aveva preparato e si sentì ancora più furente quando il suo lupo interiore gli fece notare quanto quel giaciglio fosse troppo grande per una sola persona.

Nel mentre Elias si guardava in giro vigile, sperando che la tempesta durasse solo altre 12 ore, poiché se così non fosse stato, avrebbero dovuto trascorrere ben 7 giorni in quella grotta.

Senza nemmeno rendersene conto voltò lo sguardo verso l'antro alle proprie spalle ed inconsciamente cercò fra i volti quello del giovane Alfa, non sapendo però riuscire a darsi una ragione valida.

Quasi dispiaciuto per non averlo trovato, tornò a vigilare sulla foresta come un falco fa dalla cima delle montagne.

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