Cap. 12

2.5K 146 40
                                        

I due lupi guardarono la donna senza proferire parola, con lo sguardo perso nel vuoto e la completa confusione ad battagliare le loro menti.

Elias non sapeva cosa significasse davvero avere il calore, in 23 anni non ne aveva mai avuto uno, perciò allo stupore si unì anche il timore di questa malattia ignota.

Sciamana < È evidente che sentite gli ormoni l'uno dell'altro, per questo diventate aggressivi; da questo capiamo anche che il tuo primo calore, Elias, sarà di tipo Alfa >

I ragazzi si scambiarono rapidamente un'occhiata che conteneva in sé tutte le loro e emozioni e pensieri.

Schifo all'idea di accoppiarsi, odio verso i propri lupi e corpi, timore per l'ignoranza di cosa accadesse se lo avessero in contemporanea.

Elias < Cosa consigli? >

La guaritrice lo guardò con un epsressione piena di ovvietà e con le mani sui fianchi stretti.

Sciamana < Non dovete assolutamente sopprimere i vostri istinti l'uno verso l'altro o saranno quasi seri per chiunque vi stia intorno >

Cassian < Non ho intenzione di accoppiarmi con un Delta >

Il tono rabbioso del giovane fu subito smorzato dal ringhio furente di Elias, il quale gli rivolse un'occhiata altrettanto minacciosa e strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche.

Sciamana < Durante il calore quello che vorrai tu, Cassian, sarà assolutamente ininfluente. Sarà il tuo lupo a guidarti e non potrai sottrarti ad esso >

Il castano ringhiò di rabbia e prese ad allontanarsi verso il bosco, non curante della mano di Elias, che tentò di fermarlo.

Elias < Lurido, piccolo, testardo di un Alfa ... >

La donna mise una mano sulla spalla del ragazzo, guardandolo con apprensione.

Sciamana < È difficile dover accettare qualcosa che si ha sempre ripudiato>

< Me o la mia razza? >  disse continuando a scrutare il punto in cui il più giovane era sparito nella vegetazione.

Sciamana < Dagli tempo, se vuoi che ti accetti prima devi farlo tu stesso >

L'altro incrociò le braccia al petto e scosse leggermente la testa, rifiutandosi di guardare la donna negli occhi

Elias < Ho capito di essere diverso quando mi hanno cacciato, non devo accettare niente se non l'ironia della Madre Luna  >

Detto questo anche lui entrò nel bosco con passo lento e quasi svogliato, tenendo le braccia lungo il corpo e tenendo la propia attenzione sui piedi che affondavano nella terra.

Senza accorgersene era già arrivato alla sua tana, riconobbe immediatamente i teschi e il proprio odore che imperlava l'aria.

Entrò con alcuna esitazione e si distese sulle pelli da lui stesso preparate, sbuffò esasperato da tutta quella situazione dalla quale voleva solo fuggire.

Mentre si massaggiava la spalla sinistra con la mano, si accorse del pendaglio appoggiato su di una sporgenza e lo prese delicatamente fra le mani.

Era un intreccio di cordicelle rosse e perline che davano forma ad un fiore a otto petali, alle estremità vi erano due corde più grandi.

Sorrise osservando con dolcezza il gioiello, sentendo vecchi ricordi tornare ad affiorare nella sua mente.

Elias < Tu sapresti cosa fare al posto mio>

Non come gli altriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora