Cap. 25

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Ormai la settimana era trascorsa e i Giotun si trovavano a qualche passo dal confine dei Quinzai; come se la natura stessa volesse far loro capire la vicinanza alle valli, gli alberi della foresta si interrompeva quasi bruscamente, per lasciar spazio ad una grande distesa ancora verde.

Elias osservava quella distesa come se si trattasse di un burrascoso mare in tempesta, come se dietro ogni pietra si celasse un vortice di correnti pronto ad inghiottirlo.

Chiunque avrebbe potuto vedere ogni singolo muscolo rigido e teso come le corde di un violino, per non parlare della sua statuaria posizione, che non abbandonava da quasi 20 minuti, il tempo concesso per un breve riposo.

Vedendo il capobranco così nervoso, Caino gli si affiancò, puntando però lo sguardo verso la vallata.

Caino "Non possono toccarti ora che sei un Giotun"

La risposta fu fredda e repentina, pungente per certi aspetti, allo stesso modo di chi cerca di ferire prima di esser ferito.

Tipico atteggiamento di un solitario, pensò l'ex capobranco.

Elias "Ero un cucciolo del loro stesso branco e non ci hanno pensato due volte a tentare di uccidermi, cosa cambia a quale branco appartengo? Rimando un Delta, un essere demoniaco"

Al contrario del giovane, Caino si dimostrò fermo e rilassato, dando l'idea di trovarsi a proprio agio anche in quella situazione; ad Elias era più che chiaro perché fosse stato un così grande e rispettato capo.

Caino "Cambia che ora sei il capo di un branco, attaccarti significa attaccare tutti noi e rompere il patto di pace. Per di più hai la mia benedizione e sei il compagno del figlio dell'Alfa, sei più che accettato e integrato; dovranno farsene una ragione"

Nonostante fosse ben più grande dell'uomo, il lupo nero si sentì così piccolo di fianco a lui, il quale era pieno di conoscenza, saggezza, giustizia e intelletto; se fosse riuscito a diventare anche solo la metà della persona che era Caino, era sicuro sarebbe diventato un buon capo.

Fu con questi pensieri che il giovane decise finalmente di farsi coraggio e, girandosi verso gli altri lupi dietro si sè, li invitò a riprendere la marcia.

Cassian gli fu immediatamente affianco quando passarono il confine, mentre dall'altro lato si pose Ricky.

Ricky "Secondo voi sanno che siamo qui?"

Cassian "Se lo avessero fatto ci avrebbero fermati al confine"

"Ci stanno studiando, ci bloccheranno tra poco e non in modo amichevole" li interruppe Elias, mentre di guardava intorno con le orecchie dritte e la coda alta, pronto a scattare per proteggere i lupi che erano con lui.

Fu, infatti, questione di attimi, poiché un lupo dal pelo maculato sbucò fuori dalla vegetazione, seguito da altri, per attaccare proprio il Delta.

Purtroppo per il giovane Beta che lo aveva attaccato, Elias lo aveva già sentito 10 metri prima e, perciò, non face alcuno sforzo nell'atterrarlo, mentre tutti i lupi che erano con lui avevano preso a ringhiare verso i Beta Quinzai.

Il Beta atterrato tentava con tutte le sue forze di liberarsi dalla presa di Elias, ma bastava una sola zampa di quest'ultimo per tenerlo bloccato al suolo; a quella vista i suoi compagni non poterono far altro che continuare a ringhiare contro i visitatori.

"Chi siete? Cosa volete? Andatevene ora che vi è concesso!"

Uno dei Quinzai parlò con voce ferma e risoluta, tuttavia gli era impossibile non rivolgere le proprie preoccupate attenzioni al giovane lupo sotto la forza del Delta.

Elias "Noi siamo i lupi delegati del branco Giotun, io sono il capobranco, siamo qui per partecipare al Congresso"

Gli altri lupi si scambiarono occhiate sbalordite e confuse, mai prima di allora un Delta si era definito un capobranco e, tanto meno, aveva fatto richiesta di partecipare al Congresso.

"Tu menti! Nessun Delta può essere un capo"

Fu allora Caino a inserirsi nella discussione, mettendosi fra Elias e il Beta, in segno di protezione verso il primo.

Caino "Io sono Caino, ex capo del branco Giotun, questo lupo è per legge il nuovo capo, ha partecipato al rituale di passaggio e ne è uscito vincitore, fateci parlare col capobranco"

Gli altri lupi discussero per qualche minuto fra di loro e nel frattempo Elias si piegò più vicino al povero ed ingenuo giovane Beta, il quale non la smetteva di dimenarsi come un pazzo.

Elias "Ascoltami bene moccioso, se rimani buono non ti accadrà nulla, altrimenti ti pentirai di essere stato così avventato da attaccare qualcuno più grande di te da solo"

Senza nemmeno rendersene conto, Elias stava insegnando qualcosa all'altro; forse in modo brusco e fin troppo ortodosso, ma sicuramente quel lupo non avrebbe mai più attaccato una preda più grande di lui in solitudine.

Dopo svariati minuti lo stesso Beta di prima si rivolse ai Giotun.

"Vi porteremo dal nostro capo, ma solo se assumerete le vostre forme umane"

Nemmeno il tempo di dirlo che Elias lo interruppe con un ringhio poderoso.

Elias "Solo se voi farete lo stesso, assicurandoci che non ci attaccherete, perché altrimenti" sguainó gli artigli della zampa posta sul collo del lupo "lui farà una pessima fine e voi dopo di lui"

Seppur di mala voglia, acconsentirono e, dopo una settimana, Elias e Cassian potevano rivedere i veri occhi l'uno dell'altro.

< Seguiteci >

Fu così che si incamminarono verso il villaggio con i Beta che li circondavano completamente, assicurandosi che non provassero a scappare.

Elias si avvicinò lentamente al proprio compagno, lo fece istintivamente, lasciando che il proprio lupo cercasse conforto in Cassian, il quale, appena se lo ritrovò vicino, si aggrappò con entrambe le mani al suo braccio e appoggiò sulla sua spalla la testa.

Cassian < Sono qui >

Quelle parole, insieme al buon odore del giovane, misero freno alla corsa del cuore del moro e questo si permise di poggiare un tenero, quanto veloce, bacio sulla sua testa castana.

Elias < Se la situazione diventa pericolosa, prendi tutti i lupi che puoi e torna nel nostro territorio, ti affido il branco >

Gli occhi di Cassian si spalancarono a quelle parole e si voltò velocemente verso di lui, incontrando un'espressione che su di lui non aveva mai visto.

Le sue pupille erano dilatate, gli occhi leggermente lucidi, la fronte corrugata e le labbra strette in una sottile linea; sembrava preoccupato, spaventato, incerto, era un insieme di tanti sentimenti diversi.

Allora Cassian capì quanto, in realtà, Elias fosse spaventato e insicuro, per questo si fece forza e decise che sarebbe stato lui a dargli la sicurezza di cui aveva bisogno; in ciò la sua natura di Alfa gli fu molto di aiuto.

Per questo il suo sguardo si fece duro e sicuro e prese la sua testa dal retro per portare le loro fronti a contatto.

Cassian < Io non ti abbandono, restiamo insieme qualsiasi cosa accada, perciò smettila di fare il moccioso spaventato e fatti valere >

Sentendo il tono sicuro e le parole palesemente copiate da lui, Elias si sentì, per certi versi, rincuorato e perciò riassunse ancora una volta il suo atteggiamento sicuro e distaccato; tuttavia non permise che le mani del minore lasciassero il suo braccio.

Non come gli altriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora