Cap. 47

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Il giovane Alfa dal cuore colmo di rabbia procedeva a passo spedito sulle rocce; tanto era reso ceco dall'odio che portava in sé, non fece nemmeno caso al cambiamento che aveva assunto il paesaggio: la sabbia era diventata roccia e montagne si stagliavano a pochi kilometri da lui.

Dietro, i lupi al suo seguito faticavano a rimanere al passo, tanto il suo era veloce, persino gli Alfa più grandi di lui si stavano trovando in difficolta; del resto, però, nessuno poteva biasimarlo.

Era di nuovo notte e Cassian ormai percepiva così chiaramente il proprio compagno che era sicuro di poterlo sentire respirare con affanno, come se il suo respiro fosse reso faticoso da qualcosa.

Cercò di non darci troppo peso, sapendo che se avesse perso totalmente il controllo avrebbe rischiato di far fallire il loro attacco.

Si fermò solo quando il suo fiuto captó quello di altri lupi, Desertici. Stavano per entrare nel territorio del villaggio.

I Desertici avevano un'organizzazione molto diversa da quella dei Giotun: dato che di rado lupi estranei si avventuravano nel deserto, con rischio la morte, non vi era alcun bisogno di mandare sentinelle ad assicurarsi che nessuno vi entrasse. Inoltre erano abituati a non spostarsi da soli lontano dal villaggio poiché che sarebbe stato quasi impossibile trovare abbastanza acqua per sopravvivere.

Con lentezza Alexander e Meridio gli si affiancarono, da lontano si poteva vedere il villaggio, situato in una gola dove scorreva un placido torrente, più che sufficiente per chi era abituato a non avere di che bere.

Cassian si fece scappare un ringhio e diversi sbuffi dal naso mentre osservava uomini e lupi nelle loro azioni quotidiane.

Alexander "Mantieni la calma"

Dentro di sé il giovane scalpitava come un cavallo imbizzarrito.

Cassian "Parli bene tu, il tuo compagno non è alla mercé di uno svitato senza scrupoli"

Dopo quel breve sfogo sospirò chiudendo gli occhi e rizzando le orecchie; la sua mente viaggiò per metri e metri fino a raggiungere quella di Elias, il quale era seduto nella tenda mentre si automedicava qualche ferita.

Dopo un altro sevizio di alcuni Alfa e Beta, Terry gli aveva concesso di poter restare libero nella tenda il tempo necessario per curarsi le ferite.

Se avesse avuto la forza di assumere la sua forma di lupo avrebbe rizzato le orecchie al sentire la presenza di Cassian così vicina.

Fu come miele dolce nella sua bocca sentirlo entrare nella propria mente, e fu roseo poterlo accogliere dentro di sé con una così grande intensità.

Lo sentiva vicino e questo gli riempì il cuore di gioia tanto che dovette trattenersi dal precipitarsi fuori dalla tenda.

Le sue membra si rilassarono tutto d'un colpo, come se fossero state in tensione per mesi e probabilmente era così. Rimase seduto, con le nocche delle dita che sfioravano il suolo e le gambe incrociate, lo sguardo era perso nella mente di Cassian.

Vide attraverso i suoi occhi un numero mai visto di lupi, cacciatori, di più branchi, che si appostavano intorno al villaggio.

Si sentiva così felice e rassicurato che dopo molti mesi, si concesse un sorriso e una lacrima di gioia che, come un piccolo cristallo, brilló sulla sua guancia dove stava iniziando a crescere una barba scura e ribelle quanto i suoi capelli.

Ovviamente vi era solo un accenno, ma forse, entro un anno, avrebbe potuto davvero esser definito un adulto.

Tuttavia quel momento di gioia fu interrotto dall'entrata di Terry ed Elias si ritrovò a dover fingere di star arrotolando la benda intorno alla mano, dove un taglio non troppo profondo ne solcava il palmo.

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