Cap. 35

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Ormai Elias e Cassian erano tornati da più di una settimana, accolti con espressioni confuse e tantissime domande.

Caino si era occupato di spiegare ogni cosa al branco, cercando di calmare le reazioni più esagerate; al suo fianco Meridio gli dava manforte, spiegando di nascosto i dettagli alla Sciamana.

Elias si era ben presto ritirato nella sua tenda, seguito da Cassian, il quale dovette sopportare gli sguardi pieni di stupore nel sentire il suo odore mischiato a quello di Elias.

Secondo la tradizione, il primo accoppiamento sarebbe dovuto avvenire durante il calore, in forma animale, poi sarebbe sopraggiungere il morso e solo dopo il rapporto in forma umana; avevano sconvolto completamente la tradizione ancora una volta.

In un certo senso Cassian se ne vergognava, ma poi guardava il moro sdraiato sulle pellicce morbide al suo fianco, che si muoveva per cercare una posizione comoda, sempre abituato alle scomode rocce, e il suo animo trovava la pace.

Allora smetteva di sentirsi in colpa, di pensare all'opinione degli altri e si avvicinava al proprio compagno.

Elias, sentendo il corpo del minore avvicinarsi a sé, si voltò verso di lui con un leggero mugugno stanco, circondandogli il fianco con il braccio, accarezzandogli il segno del morso.

Cassian infilò il naso nel collo del Delta, aspirandone il dolce profumo di aghi di pino che solo lui poteva sentire.

Elias teneva gli occhi chiusi, tentando di addormentarsi e sentendo tutta la tensione degli ultimi mesi irrigidirgli i muscoli di ogni parte del corpo.

Il minore osservò con delicata ammirazione il viso dai tratti marcati del compagno, accarezzandone la mandibola con l'indice; solo a quel tocco si rese conto del leggerissimo strato di barba che, quasi timidamente, ne mostrava l'età ormai adulta.

< Avvote mi chiedo se sarò mai degno di te. Ormai sei un uomo, io sono appena uscito dalla pubertà > sussurrò non rivolgendosi veramente al maggiore, ma lasciando comunque che questo potesse ascoltarlo.

L'occhio blu come un cielo estivo si aprì e si posò sul più piccolo.

Elias < Tu devi essere degno solo di te stesso, considerami un punto a cui aspirare per poi superarlo >

Il suo discorso, seppur pieno di significato, venne pronunciato quasi mugugnando, vinto dal sonno; a dimostrazione della sincerità del suo pensiero.

Cassian sorrise intenerito dal proprio compagno, dal suo aggrapparsi al suo corpo come un bambino con un peluche, dal suo infilare il naso nei suoi capelli per farsi cullare dall'odore.

Ancora una volta Elias era stato in grado di farlo sentire al suo posto, accolto ed accettato; avrebbe mai potuto ricambiare tutto la sicurezza che lui gli aveva donato?

Fu allora che un pensiero si fece spazio nella sua mente, così si avvicinò ancora al viso del Delta, poi al suo orecchio, prendendo a sussurrarvi.

Cassian < Credo... di non avertelo mai detto, ma credo che sia giusto che tu lo sappia: io ti amo >

Al solo pronunciare quelle parole sentì il proprio Alfa interiore ululare di gioia e fu fermamente convinto che anche la parte più inconscia e nascosta di Elias lo abbia sentito, nonostante il suo leggero ronfare; poi la sua presa si fece ancora più stretta e in risposta ottenne un leggero mugugnio.

Elias < Mio >

Il castano sorrise come un bambino, col cuore colmo di gioia e di pace.

Se solo avesse saputo che quella era proprio la pace prima della tempesta, poiché, proprio due ore dopo, un lupo, un Quinzai, Alexander, arrivò presso l'accampamento dei Giotun col fiato in gola.

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