Cap. 49

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Il villaggio era stato distrutto, i Desertici che erano stati catturati e risparmiati dalla foga della battaglia stavano tutti raggruppati in un angolo, attaccati alle rocce; mentre di quelli che erano riusciti a scappare si erano ormai perse le tracce, ma Cassian contava che sarebbero ben presto tornati indietro: il Deserto di Fuoco era difficile da affrontare da soli.

Il sole era sorto così velocemente quel giorno che alcuni lupi pensarono che persino la Dea della Luna si fosse rifiutata di assistere a quel versamento di sangue. Era metà mattina e il caldo aveva già iniziato a battere come un martello sull'incudine.

Proprio davanti ai Desertici, a pochi metri di distanza, Terry stava in ginocchio, sorretto per le braccia da un Giotun e un Quinzai, mentre Cassian da quasi un ora lo colpiva senza fermarsi.

L'ennesimo pugno calò impietoso sullo zigomo dello scuro, spaccando ulteriormente la pelle e facendo comparire nuovi lividi.

Cassian < Te lo chiederò un'ultima volta: dov'è Elias? >

Terry, dalla cui bocca cadeva un ingente quantità di sangue, scosse la testa velocemente, finendo per subire un'altro colpo sul labbro.

Cassian < Dov'è?! >

Un altro colpo, sta volta sull'occhio.

Il Desertico tossí sangue e bile, se non fosse stato per i due a sorreggerlo si sarebbe accasciato a terra sulla sabbia rovente.

Terry < N-non lo so! L'avevo lasciato nella tenda, non so dove si trovi ora >

Cassian sospirò prima di passarsi la mano sulla fronte bagnata di sudore e sporca di sabbia prima di voltare le spalle al prigioniero e avviarsi verso Meridio e Alexander a pochi metri di distanza.

Nel frattempo Terry fu riportato verso gli altri prigionieri, i quali si scostarono da lui appena fu messo a terra.

Alexander e Meridio accolsero il minore poggiando le mani sulle sue spalle nel tentativo di confortarlo, comprendendo quanto dovesse essere stressato da quella situazione: il collegamento fra le loro menti si era di nuovo fatto più fragile e il suo corpo sentiva di essersi di ancora una volta indebolito.

Il Beta lo prese per la nuca e, accarezzandogli i capelli, lo portò ad appoggiare la fronte sulla propria spalla; il castano sospirò dal naso e chiuse gli occhi lasciando i due a fargli piccoli massaggi sulle spalle e sul collo.

Cassian < Se n'è andato... sapeva che ero qui ma ha scelto di usarmi per scappare >

Il suo fiato venne rotto da un piccolo singhiozzo mal trattenuto mentre una lacrima perlacea solcó la sua guancia, come il fendente della lama che gli aveva spezzato il cuore.

Meridio gli accarezzò i capelli folti e appoggiò le labbra sulla sua testa mentre una mano gli accarezzava il fianco su cui svettava la cicatrice del morso di Elias ormai divenuto un segno bianco sulla pelle resa abbronzata dal sole del Sud.

< Vedrai che avrà avuto delle buone ragioni per farlo, sai che Elias tiene a te più di qualsiasi altra cosa >

Alexander gli parlò vicino e a bassa voce, scambiandosi però occhiate preoccupate con l'uomo davanti a lui, cercando di trovare una soluzione alla disperazione del piccolo.

Il giovane Alfa si staccò dall'abbraccio del Beta e si strofinó gli occhi con la mano prima di incamminarsi da solo verso la tenda, rimasta intatta, dove era stato rinchiuso per mesi il proprio compagno.

Vi entrò col battito del cuore accelerato, ancora il ricordo della tristezza e amara sorpresa nel scoprirla vuota, la notte prima, gli affollavano la mente.

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