Cap. 21

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< Sei un vero idiota > disse Cassian mentre finiva di legare la fasciatura sull'avambraccio di Elias.

Elias < Ho agito senza pensare. Quando ti ha colpito ho temuto che ti attaccasse e il mio istinto è stato più veloce del mio cervello >

Il moro osservò con la coda dell'occhio la fasciatura mentre il minore passava dietro di lui per poter ricucire una ferita presente sulla scapola.

I due stettero in silenzio che aveva in sé un ché di imbarazzo e insicurezza, come se nessuno dei due sapesse davvero cosa dire.

Solo quando anche la ferita sulla schiena fu ricucita Cassian ruppe quel silenzio, che era calato sulla coppia.

Cassian < Grazie per... per tutto, insomma >

Il capobranco fece per girarsi per guardare l'Alfa negli occhi, ma questo lo tenne voltato e, avvicinando il viso alla scapola, prese a leccare la cucitura.

Elias, sentendo un leggero bruciore sulla ferita sussultò leggermente.

Elias < Che stai facendo? >

Cassian < Non lo sai che la lingua disinfetta? >

L'altro, allora si costrinse al silenzio ancora una volta, finendo con la mente altrove.

Involontariamente i suoi ricordi tornarono alla sua infanzia, ove gli era possibile correre spensierato fra le verdeggianti pianure del proprio branco e giocare con gli altri bambini della sua età.

Fu la mano del minore a risvegliarlo dai propri pensieri; questa, infatti era poggiata sul suo viso mentre asciugava una lacrima che, ribelle, aveva rotto quella maschera neutra sempre indossata.

Cassian, il quale ora era in ginocchio di fronte a lui, lo scrutava con sguardo attento, tanto che il moro si sentì scoperto e indifeso.

Cassian < Mi rendo conto solo ora che non mi sono mai scusato e nemmeno ti ho ringraziato a dovere >

La mano del giovane andò sulla spalla del Delta ma il suo sguardo non interruppe neppure un secondo il contatto con quello oro e blu dell'altro.

Elias < Non devi dirmi niente, non pretendo alcun ché da te, so che è molto più difficile per te, piuttosto che per me >

Il lupo del castano guaí agitato quando Elias distolse lo sguardo e parlò con quell'aria malinconica, che gli faceva stringere il cuore.

Cassian < Però da te pretendi fin troppo... >

Anche il proprio sguardo si rivolse a terra a quelle parole, rendendosi conto che quella situazione non sarebbe dovuta durare ancora a lungo; era necessario arrivare ad un compromesso.

Cassian < Il compito dell'Omega del capobranco non è solo fornirgli una discendenza, ma anche sostenere moralmente il compagno; quando viene la sera e il branco dorme, è compito dell'Omega far si che l'Alfa esterni le proprie insicurezze, pensieri e che si senta se stesso >

A quelle parole l'attenzione visiva di Elias tornò sul più piccolo e prese ad osservarlo attentamente.

Cassian < Non posso darti dei cuccioli, non posso rimanere incinto, ma posso sostenerti quando ne hai bisogno. Se non facessi almeno questo verrei meno ai miei doveri non solo di compagno del capo, ma come compagno stesso >

Le pupille di Elias si dilatarono leggermente per la sorpresa data da quelle parole e le sue mani raggiunsero i polsi dell'altro, per poi afferrarli condelicatezza e poggiarli sulle loro ginocchia vicine.

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