Hermione's pov
Ebbene.
Sono passati alcuni anni.
Alcuni anni da quando siamo ritortati alla normalità. Anche se la normalità non sarà mai più come lo era un tempo.
Al ritorno dal lavoro, come al solito, Grattastinchi era sulla porta ad aspettare il mio ritorno; in forno un pezzetto d'arista e il camino accesso dalla magicasa.
Ma nessun umano aspettava mai il mio ritorno.
Ho nel cuore una voragine, le mie giornate sono diventate sempre più monotone e lo so.
Ero consapevole che era causato da me questo sentimento.
Cadere in depressione per amore è una delle cose più brutte che possano mai capitare, un baratro così oscuro che è veramente difficile da risalire.
Aiutando il vice primo ministro, ho molte responsabilità che mi accollo io personalmente, per tenere sempre la mente occupata.
Ho 24 anni e vivo la mia vita come se fossi una donna vicina alla pensione.
Verso le 8 e mezza p.m uno strano busso alla porta catturò la mia attenzione, non era un bussare "normale", ma era una sequenza di battiti.
Dallo spioncino non riesco a riconoscere la persona davanti all'uscio e con la catena alla porta apro fin dove mi è permesso
-salve posso essere d'aiuto?-
-la Signora Granger?- chiese una voce maschile a me sconosciuta
-chi lo vuole sapere?- chiesi
-una persona molto importante Signora Granger. Alohomora!-
La porta dinnanzi a me si spalancò facendo entrare in casa l'estraneo. L'uomo si guardò attorno e con molta calma prese in braccio Grattastinchi per coccolarlo
-mi vuole dire che cosa vuole sto iniziando a perdere la mia pazienza- gli dissi con voce sprezzante
-il capo me l'ha detto che lei ha un carattere poco garbato con gli estranei-
-al contrario. Con gli estranei che entrano nella mia casa con le maniere forti e senza ancora avermi detto il perché; mi viene difficile essere gentile- la mia bacchetta era come incollata alla mia mano pronta a scagliare incantesimi
-Signora Granger- iniziò l'uomo, non lo avevo mai visto prima, capelli rossi intesi, molto aranciati, occhi chiari e carnagione estremamente chiara, alto poco più di me, dalla camicia che indossa si riesce ad intravedere una muscolatura possente non c'è che dire.
-il mio capo ha richiesto di vederla. Nonostante le svariate lettere d'invito consegnatele, alle quali non ha risposto, sono qua per invitarla, o con le buone o con le cattive, a cenare con il capo-
ero confusa, non mi era stata arrivata nessuna lettera con tale contesto.
-chi è il suo capo?- chiesi
-non sono tenuto a dirglielo. Mi deve seguire.
E le ripeto, o con le buone o con le cattive-
-vuole veramente sfidarmi signor?-
-nemmeno il mio nome deve sapere.
Non la voglio sfidare, sappiamo entrambi che a perdere sarei io, e non ho assolutamente tempo da sprecare. Mi deve seguire. Adesso-
-aspetti devo prendere i bagagli. Si accomodi pure qui- dovevo assolutamente guadagnare del tempo, non sapevo chi fosse e cosa volesse, ma non buone intenzioni. Ha protetto la mente in modo impeccabile imprendendomi di leggergliela. Questo lo fa solo chi ha qualcosa da nascondere.
Andai su in camera e appena aprii la porta un lampo di luce giallo mi si proiettò davanti gli occhi facendomi perdere i sensi.
Come in uno stato di trans potevo sentire tutto ma non muovevo un muscolo, la mia mente era cosciente, ma non il mio corpo.
Non capivo dove stessi effettivamente andando, dove ero e soprattutto con chi.
-è con te?- chiese un uomo
-si. Ho fatto tutto quello che il capo mi ha detto di fare. Per filo e per segno. Lei si è comportata esattamente come previsto. È stato facile- rispose un'ultra voce, quella dell'uomo misterioso
-devo consegnarla al capo adesso. Appena finisce la riunione- continuò la prima persona
-va bene-
-WINGUARDIUM LEVIOSA- il mio corpo si alzò evidentemente da terra e iniziò a fluttuare.
Poi il resto erano vaghissimi attimi di realtà.
Mi risvegliai completamente in un ufficio o qualcosa di simile, ero legata da un incantesimo che mi impediva di muovermi, ma comunque di parlare. Fuori era buoi pesto, non riconoscevo il posto, il che mi disorientava a mille. La mia bacchetta non era qui con me, non sentivo la sua essenza magica.
La porta della stanza si aprì e dei passi pesanti camminarono dentro le mura
-bene bene. Guarda chi abbiamo qui- disse una voce.
Quella voce.
Quella voce che ormai da anni mi perseguita nella testa, quella voce che ho cercato di dimenticare in tutte le maniere possibili.
Quella voce che mi manda in bestia ma allo stesso tempo in lacrime.
La voce del Diavolo.
Draco Lucius Malfoy.
Non proferii parole. Rimasi in silenzio.
Gli occhi iniziarono ad inumidirsi come di scatto, ma non volevo piangere. Non dovevo.
-che fai eviti il mio sguardo?- i suoi occhi mi trafissero l'anima in un attimo, gli sono bastati 0,3 secondi per mandarmi in frantumi il cuore che, con fatica ho provato a riaggiustare dal suo stesso male.
-io ti amo- furono le sue ultime parole nei miei confronti.
-è da maleducati non guardare negli occhi la persona con cui si sta interloquendo. Non te lo hanno mai insegnato?- la sua voce era calma e profonda, come quando si parla ad un gattino, solo che non mi sentivo al sicuro.
Lo sapevo che non ero al sicuro con lui.
Con tutta la mia forza di volontà cercai di sostenere uno sguardo. Uno solo. E fallii.
Due dita mi riportarono su di lui, i miei occhi erano rossi, bruciavano.
-beh? Non sei contenta di rivedermi?- disse il biondo davanti a me.
Era diventato ancora più bello. Già di quanto non lo fosse in passato; la barba gli corniciava al punto giusto il viso, la muscolatura era raddoppiata se non di più, e sul viso stavano comparendo i primi segni della vecchiaia.
E gli occhi.
Che occhi.
Erano identici a come gli avevo visti l'ultima volta.
Impossibile non perdercisi.
-devi rispondermi Hermione- il suo tono era cambiato, era sempre calmo, ma lo sentivo che si nascondeva qualcosa.
-non vuoi rispondermi. Va bene. Allora parlo io- iniziò il discorso accomodandosi alla sua scrivania
-in tutti questi anni non ti ho mai persa di vista. Nemmeno per un attimo.
Ho visto come sei maturata. In tutti i sensi- sbuffai alla sua illusione a sfondo sessuale e alzai gli occhi al cielo, gesto che non passò inosservato, la sua mano prese la forma di un pugno e strinse la presa
-Mezzosangue non farmi arrabbiare.
Non ne ho voglia e in più non con te-
-vedo che non hai perso certe abitudini- dissi sprezzante, se voleva che parlassi, gli sarebbero arrivate delle lame. Ho una lingua tagliente.
-Herm non fare così- si alzò e si appoggiò alla scrivania davanti a me
-non hai mai risposto alle mie lettere. Non è un comportamento civile per una strega brillante come te-
Aridaje con queste lettere.
-non mi è arrivata nessuna lettera. Perché sennò stanne certo che avrei risposto. Come faccio con tutte le altre-
-bizzarro. I miei gufi non sbagliano mai.
È da almeno un mese che ti mando degli inviti.
E so che non hai cambiato casa perché sennò lo saprei. Adesso mi sorge spontaneo l'ipotesi che tu abbia voluto dirottare appositamente una qualsiasi forma di contatto con me-
-Malfoy è ridicolo. Tutto questo è ridicolo.
Non ho il tempo ne la voglia per stare a sentire le tue supposizioni infondate. Domani devo alzarmi presto per andare a lavorare, quindi abbi la decenza di farmi uscire da qui- mi stavo agitando, non sapevo dove fossi, non sapevo se davanti a me ci stava il bene o il male, e l'unica cosa che volevo fare era andare via, stare lontana da lui il più possibile perché in quel momento, avevo paura, paura di Draco Malfoy.
-io ti lascerò andare solo se giuri di venire a cena con me domani sera. Dobbiamo parlare- riesco a leggere nei suoi occhi sentimenti contrastanti.
-prima vorrei sapere almeno dove mi trovo-
-sei al Malfoy Manor e prima che tu possa chiedere altro, la tua bacchetta è con me.
Se la rivuoi devi cenare assieme a me-
-mi hai rubato la bacchetta?! Ma quanti anni hai- oh no questo è assolutamente ridicolo. Non si può comportare ancora come un ragazzino che fa le ripicche per i suoi tornaconti. Non esiste.
-avanti Granger. So che ti piace.
Adesso in piedi-
Come di scatto le mie gambe gli ubbidirono e mi alzai.
-allunga il braccio- disse, e io lo feci, ma non erano gesta comandate da me
-sono sotto imperio. Non sono deficiente-
-oh Granger. Non lo riconosci un artefatto?
Non è l'imperio. Non mi azzarderei mai. Soprattutto con te.
Non dopo tutto quello che ti ho fatto passare.
È un artefatto che io stesso ho inventato.
Mi permette di controllare solo fisicamente il soggetto che scelgo e solo per pochi minuti-
-perdi il pelo ma non il vizio.
Non riusciresti ad ottenere nulla senza l'aiuto magico- ho il volto imbronciato, devo pur nascondere la paura in qualche modo
-stai attenta a cosa dici. Adesso concentrati.
Giuri di venire a cena con me domani sera-
Il suo tocco sul mio braccio mi scaturì troppi ricordi; tra gli avambracci una linea bianca apparve, il segno del sigillo, se infrangessi il giuramento, morirei.
-lo giuro- dissi con voce ferma e decisa
-brava ragazza-
Appena il filo bianco scomparve mi scostai velocemente dal suo contatto, e lui se ne accorse
-per uscire usa il camino. La bacchetta te la rendo domani- disse il biondo
-dov'è il camino?- chiesi
-ti faccio strada-
Camminavo dietro di lui e tra le mura del Manor riconobbi finalmente l'ambiente in cui mi trovavo -vedo che sei curiosa con gli occhi. Che stai guardando?-
-mi sto guardando intorno.
È diverso.
Ma è sempre lo stesso-
-è in questa stanza- mi disse il ragazzo, varcata la soglia, riconobbi all'istante che si trattava della sua camera da letto.
Mi era sembrato di fare un tuffo nel passato. Non era cambiata affatto, sempre la stessa, con i colori della casata serpeverde, i mobili, il letto... quel letto.
Inconsapevolmente mi incanto con lo sguardo rivolto proprio verso il giaciglio.
Draco non perse assolutamente tempo per mostrarmi quel suo ghigno malizioso, che pure quello non era cambiato.
-se ti può consolare questa non è più la mia camera da letto. Ho preferito però non disfarmi della mia cameretta di quando ero adolescente. Sai... troppi ricordi-
I suoi occhi incrociarono i miei. Delle farfalle che credevo morte, iniziarono a ronzarmi nello stomaco, il cuore accelerava, il desiderio.. aumentava.
-emh... mi passi la cenere?- chiesi cercando di non traspirare nessun pensiero o emozione.
-certo- mi passò un piccolo vasetto e presi una manciata di cenere
-a domani. Ti passo a prendere alle 19 e 30 precise. Non tardare. E metti un vestito elegante- sempre con quel sorriso a ebete stampato sulla faccia, feci esplodere la cenere e mi ritrovai nella mia casa a Londra.
Come se nessuno se ne fosse mai andato.
In che diamine di pasticcio mi sono andata a cacciare?!
Ma soprattutto.
Cosa vuole Draco Malfoy da me?

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Un amore proibito
FanfictionQuesta Dramione si svolgerà al settimo anno. Dopo la caduta del Signore Oscuro, Hermione e Draco faranno la conoscenza di sentimenti sconosciuti. Non fatevi ingannare dai primi capitoli, la storia si evolve nel corso del tempo