Capitolo 42

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Hermione sentii delle voci nella spaziosa stanza poco illuminata, si girò e non mosse letteralmente nessun muscolo, il suo cervello non riusciva a comandare le parti del corpo. Fred Weasley era in uno dei quadri appesi alle pareti, disturbato dalla luce creata dalla ragazza le rivolse uno dei suoi migliori sorrisi.
La ragazza non parlò, rimase lì a fissarlo
-Hermione sarei io quello morto tra i due- gli fece notare il rosso, a quelle parole la grifona scoppiò letteralmente in una valle di lacrime, aveva il viso rigato, gli occhi gonfi e rossi, le gote un pochino più arrossate del normale, voleva abbracciarlo, sentire il suo calore, ridere come un tempo, bischereggiare per le strade di Londra, semplicemente essere loro stessi prima dei tempi bui.
Dopo un paio di minuti Hermione riuscì a trovare la giusta calma per almeno intrattenere una conversazione
-Fred- uscì solo quell'unica parola per farle ritornare alcune lacrime
-ehilà Granger, come te la passi?- disse molto allegro
-io..... io...... bene diciamo. Te? È così male essere un dipinto?-
-affatto. Anzi è meglio di quello che pensavo, voglio chiedere alla McGranitt se posso sostituire la signora Grassa, farei ridere tutti e poi potrei rivedere la mia sorellina e il tuo ragazzo- aggiunse
-oh.....-
-tasto dolente eh? Cosa mi sono perso?-
-vedi io e Ron non stiamo più insieme, ora sta con Lavanda Brown, mi ha tradita per stare con lei- disse la ragazza come se non fosse nulla di male
-vedo che l'hai presa bene-
-se per bene intendi dire lanciargli delle caccabombe nel letto si l'ho presa benissimo-
-l'hai fatto sul serio? Signorina Granger!- Disse imitando la preside
-no ma ora lo voglio fare. Sai nemmeno Ginny ed Harry parlano con lui. Mi ha tirato anche un pugno sull'occhio-
-non è possibile. Ron non ne sarebbe capace, ha fatto monologhi su monologhi per te- gli disse basito il ragazzo
-lo so ma è cambiato-
-Oh signorina Granger- disse un altro quadro, era Silente in persona che stava parlando  insieme a Tonks e Lupin.
-pre-preside-
-e chi altri sennò-
Hermione non riuscì più a trattenere le lacrime, quella stanza era dedicata ai caduti della seconda guerra magica, c'erano tutti, chi in quadri più imponenti, chi in quadri un pochino più piccoli ma comunque presenti.
La ragazza uscì salutando molto frettolosamente i due e uscì ancor più veloce dalla stanza. Troppi ricordi, troppo dolore, troppo sangue versato inutilmente semplicemente troppo. Il braccio le scagliò un'altra fitta molto più forte di prima.
Ritornò in Sala Grande, i ragazzi stavano ancora mangiando, due occhi color giacchio la guardavano da lontano, curiosi del perché era in lacrime.
Hermione si diresse da Ginny e insieme a lei presero anche a loro malgrado Ron. I tre uscirono dalla sala in rigoroso silenzio, arrivarono davanti la porta e la regina dei grifoni li condusse direttamente da Fred.
Ginny appena lo vide si scagliò sulle braccia di Ron, le erano mancati i suoi abbracci caldi e protettivi, iniziò a piangere e pure il fratello non poté fare altrimenti.
-io vi lascio soli- disse la riccia uscendo e salutando molto calorosamente Fred.
Uscì e cercò di raggiungere la sua stanza, una volta entrata in camera, andò in bagno a coricarsi per una bella notte di sonno, si fece una doccia veloce, si lavò i denti, fece una maschera per il viso e diede un verso a quei capelli troppo prepotenti.
Entrò nel letto e si accorse di qualcosa che non andava, non notava nulla di diverso ma il suo sesto senso le stava dicendo qualcosa, guardò ovunque, poi aprì l'anta dell'armadio e vide Grattastinchi addormentato sul suo maglione preferito
-gatto stupido con dei bei gusti- prese in collo il micio accarezzandogli la testolina, lo appoggiò accanto alle sue gambe sul letto e cadde nelle braccia di Morfeo.

Un amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora