Extra Parte 3/4

2.3K 85 5
                                    

Entro in casa della nonna spingendo la piccola Rebecca che dorme nel passeggino. Quando noto la nonna uscire dal salone le faccio segno si fare silenzio e mi dirigo in cucina.
<Non hai una bella cera. >Mi fa notare mettendomi davanti una tazza di caffè e prendendo posto sulla sedia al mio fianco.
<Sono solo quattro giorni che Adam è fuori per lavoro ed io mi sento già sfinita. >Mi lamento sorseggiando la bevanda calda.
Prendo il telefono e faccio partire per l'ennesima volta la stessa chiamata e dopo molti squilli non ricevo alcuna risposta.
Storco il naso e punto i miei occhi in quelli della nonna <È tutto il giorno che non riesco a raggiungere Amanda e sto iniziando davvero a preoccuparmi. Ti lascio Rebecca e vado a dare un'occhiata. >
<Certo tesoro. Pensa alla tua amica. >Mi dice con un sorriso e dopo averle lasciato un bacio sulla guancia esco di casa.
Spingo la vecchia recinzione in ferro che cigola e a passo svelto cammino  verso la grande villa.
Suono al campanello e dopo qualche secondo sento il bip dell'apertura del cancello. Ad accogliermi è la loro domestica che con un sorriso mi indica il piano superiore.
La ringrazio e salgo i gradini di marmo bianco.
Busso alla porta della sua stanza senza ricevere alcuna risposta, me né frego della sua privacy ed entro ritrovandomi di fronte una scena tutt'altro che felice.
Amanda non sembra essersi minimamente accorta della mia presenza seduta sul letto e circondata da Fazzoletti appallottolati.
Mi avvicinò silenziosamente sollevata che non le sia successo nulla.
Si soffia il naso rumorosamente e posa i suoi occhi su di me.
<Perché? >
<Perché cosa? >Le chiedo senza capire il senso della sua domanda.
<Perché tutti sono felici e innamorati? >indica lo schermo della televisione dove due persone si baciano appassionatamente sulla spiaggia dorata.
Afferro il telecomando velocemente e la spengo. <Smetti di guardare queste cose mielose, sono solo attori non si amano davvero. >
<E allora che mi dici di te e Adam?>Domanda brusca.
<Si.. Cioè no... Cioè... Non è importante . Dove sono i tuoi? >
Mi guarda e tira su con il naso<Sono a Parigi, a festeggiare il loro anniversario. Perché anche loro sono felici ed innamorati. >mi informa  singhiozzando.
Mi guardo intorno tra l'imbarazzo e lo sconcerto.
<Devo fare la pipì. > se ne esce di punto in bianco lanciando un fazzoletto ai piedi del letto
<Bene allora vai in bagno. >
<Non ne ho voglia. >Si lamenta sdraiandosi sul materasso .
<Cosa? Alzati veloce. >Le afferro un braccio e la costringo a mettersi in piedi .
Approfitto della sua assenza per dare una sistemata alla sua camera che sembra un campo di battaglia.
Lancio nel cestino l'ultimo di tanti fazzoletti mentre lei ritorna nella stanza.
Ha il viso pallido e i suoi passi sembrano incerti.
La vedo barcollare e corro verso di lei un attimo prima che collassi sul pavimento.
<Amanda? Ehi Amanda? >La chiamo dandole degli schiaffetti sulle guance tentando disperatamente di svegliarla.
<Amanda! >Urlo disperata senza sapere cosa fare. Nel frattempo la domestica attirata dalle mie grida entra nella camera e si inginocchia al fianco della mia amica cercando anche lei di farle aprire gli occhi.
No no no che cosa sta succedendo? ! Prendo il telefono e compongo il numero dell'ambulanza. Tra lacrime e singhiozzi riesco a fornire l'indirizzo giusto e sembra trascorrere un'eternità prima che i medici facciano la propria apparizione.
Sono completamente nel pallone e ad ogni domanda che mi viene posta annuisco con il capo. Non capisco più nulla, voglio solo che la mia migliore amica si svegli !
La adagiano sul lettino e di corsa la portano fuori. Io li seguo come un robot e sul marciapiede vengo fermata dalla nonna che preoccupata mi chiede cosa stia succedendo, ma con le lacrime agli occhi non sono in grado di dirle nulla.
Mi poggia una mano sulla spalla e mi guarda con dolcezza<Va con lei, ci sono io con la piccolina. >
Sospiro triste e mi fiondo nell'ambulanza.
Il tragitto fino all'ospedale non è lungo e continuo a seguire quel lettino anche lungo il freddo corridoio, finché un'infermiera mi blocca la strada<Mi dispiace ma deve attendere qui. >Mi informa atona e va via.
Guardo la porta chiudersi e senza forze mi accascio sulla sedia.
Prendo il telefono e chiamo la persona che vorrei al mio fianco in questo momento.
<Aiko? >il suono della sua voce fa sussultare il mio cuore e non sono più in grado di trattenermi. Così inizio a piangere disperata.
<Aiko che succede? >chiede chiaramente preoccupato.
<Io.... Amanda.. >Dico tra i singhiozzi.
<Amanda adesso calmati ok? Dimmi cosa sta succedendo. >
Mi asciugo le lacrime con la manica della maglia e ispiro a fondo tentando di calmarmi.
<Amanda è svenuta e non si svegliava. Ho provato di tutto davvero ma non è servito a nulla. Perché è svenuta? >Chiedo riprendendo a piangere.
<Sei in ospedale? >
<Si.>
<Arrivo subito. >Detto questo stacca la telefonata ed io resto nuovamente da sola.
Sei dall'altra parte del mondo quindi perché mi fai promesse che non puoi mantenere?!

Con la testa appoggiata alla parete non so neanche più da quanto tempo siamo qui dentro. Ho visto passare molte persone, ma nessuno ha saputo darmi informazione sulle condizioni della mia amica ed io continuo a torturare quello che resta del fazzoletto tra le mie mani.
Con la coda dell'occhio vedo l'ennesimo dottore uscire dalla porta  e mi alzo di scatto avvicinandomi.
<Lei è con la signorina Amanda? >
Annuisco con il capo e il cuore che martella nel petto.

<L'hanno trasportata in reparto può andare da lei. >Mi dice dopo avermi informata sulle sue condizioni.
Con la testa china e mille pensieri mi dirigo alla stanza numero 323 e noto due uomini fermi davanti alla porta che si guardano a vicenda. Mi avvicino e lo riconosco. Corro tuffandomi letteralmente su di lui e per poco non capitoliamo entrambi al suolo.
<cosa ci fai qui? >chiedo felicissima<Mi sei mancato. >
<Anche tu mi sei mancata >mi dice stringendomi tra le  sue braccia. Dopo qualche secondo i colpi di tosse di Jack interrompono il nostro dolce momento ed io mi giro con faccia assassina verso di lui.
<Come mai sei fermo qui? Perché non entri? >Chiedo ironica ma non gli do neanche il tempo di rispondermi <O forse ti senti così tanto in colpa da non averne il coraggio? Pensi di essere tu il responsabile? Beh mio caro mi dispiace ma ti stai sopravvalutando.>Affermo sorpassandolo e posizionando la mano sulla maniglia.
<Non dovresti consolarmi? >Non posso non ammettere che la sua espressione mi fa tenerezza, ma in quanto sua migliore amica non posso regalargli il mio perdono così semplicemente.
<Cosa? >urlo arrabbiata <Meriteresti una severa punizione, ringrazia che sono così magnanima. >Gli punto un indice contro ed entro in stanza.
Mi avvicino a passo svelto verso il lettino sopra al quale Amanda riposa tranquilla.
Ha ripreso colorito e sembra persino stia sorridendo.
Prendo la sedia senza far rumore, ma senza accorgermene la mando a sbattere contro il comodino facendo cadere tutto ciò che vi era sopra poggiato.
<Cavolo! >Impreco dopo aver creato tutto questo trambusto.
<Non avevo dubbi fossi tu. >dice la mia amica aprendo gli occhi.
<Scusa io non volevo.  Come ti senti? >
<Decisamente meglio anche se mi gira ancora un po'.... >Non continua la frase perché ha gli occhi puntati verso la porta dove Jack a sua volta la fissa con un'espressione grave.
Si avvicina a noi<Scusami io... Mi dispiace. >Dice con tono basso.
Amanda si mette a sedere e lo abbraccia felice, iniziando a piangere.
<Va tutto bene! >Lo consola stringendolo forte.
Ed io sono così felice!
<Aiko. Aiko. >Adam mi chiama sotto voce <Smettila di fare quella faccia sei spaventosa. >
Mi volto con gli occhi ridotti a due fessure<Stai insinuando che non ti piace più la mia faccia? Hai trovato qualcun'altra in questo viaggio che ha un viso più bello del mio? >Sono molto adirata, ma decido di continuare in seguito il discorso così lo fulmini con lo sguardo e torno ad osservare i sue fidanzatini.
<Aiko. >Stavolta mi chiama alzando la voce<Perché hai quel sorriso terrificante? La smetti? >ha le braccia incrociate sul petto e un sopracciglio alzato.
<Stai continuando ad offendermi? >schiocco la lingua sotto al palato stizzita. <Eh va bene, va bene. >Quasi urlo eccitata come se qualcuno stesse insistendo affinché io confessi <vi dirò tutto.>dico sogghignando <A breve sarò zia. >Li informo con le mani sui fianchi ed aria da malandrina.
<Wow> esclama Jack palesemente poco entusiasta.
<Congratulazioni. >Anche Amanda non mi dà soddisfazioni, ma sembra ripensarci e dopo qualche secondo si volta verso di me con gli occhi sgranati.
<Aspetta! Tu non hai fratelli ne sorelle.>Annuisco con il capo<Ma mi consideri una sorella quindi.... Io? >Mi chiede indicando se stessa ed io annuisco vigorosamente.
Si porta una mano sulla bocca e lacrime di gioia iniziano a sgorgare dai suoi occhi felici.
Jack ci guarda sempre più confuso.
<Si può sapere che cosa succede? >
<Sono incinta. >Afferma Amanda sorridente <Avremo un bambino. >
L'uomo davanti a lei aggrotta le sopracciglia pensieroso e quando sembra aver colto il significato di quelle parole strabuzza gli occhi e in un lampo è fuori dalla stanza.
Io guardo la porta aperta con braccia e gambe che sembrano essere diventati macigni.
Sono paralizzata! Tutto mi sarei aspettata ma mai una reazione del genere.
Non ho neanche il coraggio di voltarmi verso Amanda perché non sarei in grado di reggere il suo sguardo disperato.
L'unica cosa alla quale riesco a pensare è di uccidere quel folle idiota il prima possibile.

Imprescindibile Come L'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora