capitolo 31

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Non capisco perché la gente debba riversarsi in strada tutta nello stesso momento,sembra si mettano d'accordo per rendere le vie un tale caos.
A quest'ora non dovrebbero essere tutti nelle proprie case,intorno ad un tavolo a raccontarsi le rispettive giornate? Invece no sono qui davanti a me per minare la mia pazienza che ormai è già agli sgoccioli.
Sono fermo a questo semaforo non so neanche più da quanto tempo,ho la sensazione che il verde non scatterà mai ed impreco contro l'ignoto stringendo il volante.
Avrei dovuto essere davanti casa sua già trenta minuti fa e invece sono ancora qui in una dannata macchina ad ascoltare una vecchia canzone dei Beatles.
Certo li adoro,ma in questo momento nessuna musica riuscirebbe a placare l'agitazione che vibra in tutto il corpo.
Finalmente il semaforo sembra riprendere vita,ma ovviamente la donna nella macchina davanti a me è troppo impegnata ad osservarsi allo specchio anziché partire,suono il clacson come un pazzo,finchè dopo avermi mostrato il suo dito medio si decide a togliersi dai coglioni.
Ingrano la marcia e parto facendo stridere le gomme sull'asfalto. Dopo altri interminabili minuti,in cui per poco non mettevo sotto un'anziana sono davanti il cancello di Aiko.
Scendo in fretta dalla macchina,stampandomi in viso il sorriso più radioso che riesco a fare e busso al campanello.
La nonna di Aiko si affaccia dalla porta mezza chiusa,a causa della catenella ancora agganciata,e quando si accorge che sono io,sorridente mi invita ad entrare. Attraverso il piccolo vialetto e avvicinandomi all'anziana donna mi scuso per l'intrusione.<Mi dispiace essere piombato qui a quest'ora,ma ho urgente bisogno di vedere Aiko.>Dico sbirciando l'interno della casa avvolta nel silenzio.
<Oh caro ancora non torna,puoi aspettarla dentro,ma non so a che ora si ritira.> dice asciugandosi le mani sul grembiule nero.
<La ringrazio cercherò di  contattarla telefonicamente allora e mi scusi ancora per l'improvvisata.>
<Di nulla è sempre un piacere rivederti. Ti auguro una buona serata.>
Detto questo mi chiudo il cancello alle spalle e sento lo stomaco contorcersi violentemente.
Faccio partire la chiamata,appoggiandomi al muro,ma Aiko non mi risponde,continua a squillare a vuoto.
L'idea che lei sia in giro chissà con chi mi manda in bestia,faccio avanti e indietro cercando di capire cosa devo fare e quando una signora con il cane al guinzaglio mi guarda sospettosa, torno in macchina poggiando la testa sul volante.
Sono disperato certo,ma non fino al punto di aspettarla qui fuori finché non torna.
Sento il telefono suonare e lo prendo pensando di leggere il suo nome,invece è solo Jack che mi intima di non combinare guai.
Faccio scorrere annoiato le conversazioni avute con lui fino a quando arrivo a quella in cui compare il numero di telefono di Amanda e vorrei prendermi a schiaffi da solo. Mi reputo una persona intelligente,ma non avevo minimamente pensato di contattare la sua migliore amica,che sa ogni suo spostamento.
Faccio partire la chiamata e dopo pochi squilli Amanda risponde.
<Pronto?>
<Sono Adam.>
<Presidente? Mi scusi avrei dovuto memorizzare il suo numero,lo faccio subito.>La solita logorroica.
<Non è necessario. Dov'è Aiko?>
<Non lo so perché?>
<Perché la sto cercando,ma sua nonna ha detto che ancora non si ritira,e se non è con te allora con chi?>
Silenzio.
Controllo il telefono e la chiamata è ancora in corso.<Amanda?>
<Signore io non voglio intromettermi,ma penso che lei stia sbagliando tutto.>
Mi mancava solo la dispensatrice di consigli gratuiti.<Mi serve per lavoro.>sbuffo.
<Si come l'ultima volta?>
Mi passo una mano sul viso stizzito e cerco di mantenere la calma.
<Abbiamo un importante viaggio domani,potresti gentilmente dirmi con chi è?>
<Probabilmente con Mike.>Mi informa timorosa.
E a queste parole sento un dolore sordo all'altezza del petto e stringo le mani intorno al volante con forza.
<Mike eh?>
<Si quel suo amico che lavora al pub dove siamo stati ieri sera.>
Adesso il barman ha anche un nome,almeno saprò come chiamarlo quando scaricherò la mia furia su di lui.
< Dove posso trovarli?>
<Questo non lo so,ma Mike dovrebbe iniziare a lavorare verso le nove,quindi a breve dovrebbe tornare.>
<Ok>Mi limito a rispondere mentre mi lascio cadere sul sedile. Chiudo gli occhi massaggiandomi le tempie,almeno non dovrò aspettare l'intera notte per poterle parlare.
Quando ormai mancano pochi minuti alle nove scendo dall'auto per sgranchirmi un po' le gambe,non lontano da me una berlina grigia si ferma e dallo sportello del passeggero scende Aiko sorridente. Quello stesso sorriso sparisce non appena, attraversata la strada, il suo sguardo si posa su di me.
<Presidente cosa ci fa qui?>
<Ti stavo aspettando.>
La vedo stringere più forte la borsa vicino al corpo e questa sua reazione mi fa sperare che non tutto è perduto.
<Domani devo partire per Miami come ben sai.>
Annuisce con aria interrogativa.
<C'è stato un imprevisto e Jack non può accompagnarmi,quindi verrai tu.>
<Mi sta dicendo che tra qualche ora devo partire con lei?>
<Esatto. Domattina alle sette passerò a prenderti.>
La sorpasso e mi avvicino alla macchina,dopo aver aperto lo sportello mi volto a guardarla e anche lei sta fissando me.
<Domani sera ci sarà una cena di gala,assicurati di mettere in valigia un vestito consono all'evento,altrimenti lo compreremo direttamente sul posto.>
Mi avvicino di nuovo a lei per lasciarle un bacio tra i capelli e l'esotico profumo dello shampoo quasi mi ipnotizza,faccio un grande sforzo e mi stacco da quel corpo perfetto.
<Buonanotte Aiko,a domani.>
Entro in auto e metto in moto per far ritorno a casa con mille pensieri che mi vorticano nella testa. Ho esattamente due giorni per farla mia e anche se sono pochi,mi dovrò accontentare. Sono pur sempre Adam Bennet.
Prendo il telefono che non smette di suonare e rispondo al mio paranoico migliore amico.
<Cosa c'è?>
<Dove sei?>
<In auto. Sto tornando a casa.>
<Amanda mi ha detto che l'hai contattata e che sei stato un vero gentiluomo.> mi dice ironico
<Come sempre.>Sorrido diabolico.
<Sai che non tutto si ottiene con l'arroganza vero?>
<Di solito funziona e anche questa volta.>
<Sei un caso perso.>Lo sento sbuffare.<Hai visto Aiko alla fine?>
<Si.>
<Ha accettato?>
<In realtà non ha detto nulla,ma chi tace acconsente no?>
<Quali sono i tuoi piani?>
<Farla cadere ai miei piedi.>
<Niente di più semplice vero?>
<Mmh.... se si trattasse di qualsiasi altra donna sarebbe facile,ma con lei è tutto diverso.>
<Era ora che Cupido facesse breccia tra le mura di ghiaccio del tuo cuore. Non fare stronzate ok?>
<Ok.>Poso il telefono sull'altro sedile e faccio manovra per entrare nel parcheggio, vedo una figura che aspetta all'entrata dell'ascensore e quando capisco di chi si tratta è troppo tardi per tornare indietro.
Un'ondata di frustrazione mi investe in pieno,speravo che la giornata avesse finalmente fine ed invece la parte peggiore deve ancora venire.
Cerco di elaborare mentalmente un qualche tipo di via di fuga possibile,me nulla di fatto.
Scendo dalla macchina e mi avvicino alla donna con un lungo trench rosso e tacco a spillo nero,è impegnata ad aggiustarsi il rossetto guardandosi nello specchio. Quando sono a pochi metri da lei alza lo sguardo e mi sorride seducente.
<Natasha cosa ci fai qui?>
<Volevo farti una sorpresa ed eccomi qui.>
E dove sarebbe la sorpresa? A me sembra più un incubo.
<Ti avevo detto di avere da fare e domani devo partire.>
<Si lo so,me lo hai ripetuto fino allo sfinimento,ma sono venuta per farti rilassare un po' .>Si avvicina a me con passo felino e posa le sue mani sul mio petto<Sento che hai bisogno di sfogarti,il mio corpo è totalmente tuo.>detto questo slaccia il cinturino del trench mostrandosi con uno striminzito intimo in pizzo rosso che non lascia nulla all'immaginazione.
Deglutisco un fiotto di saliva,sono pur sempre un uomo che per di più è in astinenza da un bel po'.
Guardo la donna lasciva davanti a me e si innesca nel mio corpo un feroce conflitto. Da un lato il bisogno di sfogare la mia frustrazione dall'altra la consapevolezza che di fronte a me non c'è Aiko. La sua mano scende sempre più giù fermandosi sulla patta dei pantaloni,mentre mi bacia il collo e quando morde il mio lobo ogni resistenza viene meno. La afferro per le natiche e la avvicino al mio corpo,per fortuna però il mio cellulare inizia a suonare,poco prima che potessi fare qualcosa di cui pentirmi.
Ringrazio mentalmente il mio salvatore e quando leggo il nome mi scappa un sorriso.
<Jack.>
<Adam c'è un problema con un cliente dovresti raggiungermi all'havana.>
<Che tipo di problema?>
<Non posso spiegarti adesso,muoviti.>
<Arrivo subito.>
Poso il telefono nella tasca e mi avvicino alla macchina,ma la voce di Natasha mi ferma.
<Dove stai andando?>
<È sorto un problema con un cliente devo andare.>
<Alle nove e mezza di sera?>Chiede incredula.
Mi giro e la fisso truce,con il telecomando apro l'auto e la lascio lì mezza nuda.
Metto in moto e dopo essermi immesso in carreggiata,schiaccio l'acceleratore in direzione Havana.
Arrivato davanti al pub  la musica alta mi investe e sento un forte odore di alcool,questo posto è strapieno di persone.
Mi guardo intorno cercando Jack,ma in mezzo a tutta questa calca è alquanto di difficile. Osservo in tutte le direzioni e riesco a vedere solo persone che si strusciano vicendevolmente a ritmo di musica,somigliando a serpenti in amore.
Una ragazzina visibilmente ubriaca mi cade addosso e per poco non fa cadere anche me.
<Oh mio dio. Cosa sei un angelo?>Mi urla un po' troppo eccitata e l'alito caldo si infrange sul mio viso.
<No sono il diavolo ed ora togliti.>
<A me piacciono i ragazzacci.>
<E a me piacciono le donne,tu dovresti già essere a letto a bere il latte.>
<Beh se lo bevessi dal tuo biber...>
Le tappo la bocca con la mano e nel frattempo riesco a vedere Jack che si sbraccia in fondo al locale.<Il mio ragazzo mi sta aspettando laggiù devo andare è un tipo molto geloso.>Le dico a pochi millimetri dall'orecchio.
Diventa rossa ed inizia a balbettare qualcosa di incomprensibile ma io sto già raggiungendo il mio amico.
<È questo il cliente problematico.?>Chiedo indicando Amanda che sta bevendo un cocktails.
<Beh problematica lo è. Ahi.>
La ragazza gli ha tirato una gomitata per la battuta poco simpatica.
<Ok ok calmati. Un uccellino mi ha detto che Natasha ti stava aspettando e ho voluto solo salvarti.>Allarga le braccia in segno di resa.
<Ti devo la vita.>Dico sedendomi e liberandomi della cravatta.
<Stavo andando a prendermi un drink ne vuoi uno?>
Annuisco spossato da questa giornata.
Rimasti soli,Amanda continua a tenere gli occhi puntati sul proprio bicchiere imbarazzata.
<Aiko non è uscita con te?>
<No. Ha disdetto qualche minuto fa dicendomi"quella testa di cazzo del mio capo mi ha appena detto che domani devo partire per Miami. Ma ti rendi conto? Ora dovrò prepararmi per il viaggio.">
<Testa di cazzo eh?>
<Presidente.>
<Adam.>
<Ok Adam Aiko è una ragazza che ha passato momenti terribili e li ha superati con una rinata forza,ma quello che noi vediamo è solo una facciata,dietro il suo sorriso c'è una ragazza sofferente. Quindi ti prego se non hai intenzioni serie lasciala andare.>
Per fortuna Jack arriva con il mio drink,non avrei proprio saputo cosa rispondere. Non so ancora cosa voglio davvero. Desidero Aiko dal primo giorno che l'ho vista e più la conosco più voglio stare con lei,ma ancora non sono in grado di dare un nome alle forti sensazioni che provo.
Certo mi eccita come nessuna mai,mi piace la sua testardaggine,la sua forza,ma non sono proprio il tipo da relazioni serie. Sono nato privo della capacità di amare.

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