capitolo 40

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Aiko

Nelle mie orecchie riecheggiano ancora le parole di Mike di quella sera.
Continuava a guardare Adam con un sopracciglio inarcato,cercando di ricordare dove lo avesse già visto e solo dopo alcuni minuti gli venne in mente qualcosa.
<Ma certo è il fidanzato di quell'arpia con i capelli biondi piena di soldi. Aspetta com'è che si chiama?>
<Natasha.>Lo informai alquanto infastidita.
<Oh si è vero! Quella tipa mi sta proprio sulle scatole non so come un uomo così bello possa sposarla.>
Mi affogai con il drink che stavo bevendo e dopo aver ripreso a respirare lo guardai shockata<Spo-sposarla?>balbettai a corto di fiato.
<Si mi sembra il mese prossimo. Perché sei così sconvolta?>mi guardò un po' poi si coprì la bocca con una mano.<No non me lo dire,vai a letto con lui?>
<No!>quasi urlai.<È solo che non sapevo si sposasse.>Gli dissi cercando di nascondere la mia tristezza.
<Ti sei innamorata di lui?>
<Non so di cosa tu stia parlando,ora torno dai miei colleghi.>
<Ok ok faccio finta di crederti.>Lo sentì dirmi mentre mi allontanavo.
Non avevo più voglia di stare in quel locale, non volevo vederlo,ne parlargli. In realtà quella scoperta non avrebbe dovuto stupirmi così tanto. Si sa che quando due persone stanno insieme poi c'è il matrimonio,ma non riuscivo proprio a sopportare la stretta allo stomaco che doleva sempre di più.
Odiavo la mia stupidità,ero stata al suo gioco senza neanche provare a resistere e adesso ne pagavo le conseguenze.
Raggiunsi gli altri e mi sedetti il più lontano possibile da lui,evitando di guardarlo,perché in quel momento il mio unico desiderio  era picchiarlo e gridare a tutti quanto fosse meschino.
Non gli rivolsi la parola per tutta la serata e quando era arrivato il momento di andare via accettai il passaggio della mia amica. Non potevo sopportare di essere nella sua stessa macchina.
Amanda non disse nulla,mi guardò con aria comprensiva e mi salutò
Tornai a casa con il magone,mi sentivo frustrata,tradita,amareggiata e soprattutto colpevole.
Per quanto fosse difficile ammetterlo la verità era che ormai non potevo fare a meno di lui ed era quasi impossibile per me resistergli,ma il fatto che stesse per sposarsi cambiava tutto.
Passai la notte a rugirarmi tra le coperte riuscendo a prendere sonno solo all'alba.
Il pomeriggio Mike bussò alla porta di casa.
<Mi sono sentito in colpa per tutto il giorno a causa della mia lingua lunga e guardandoti non mi sono sbagliato. Preparati che ti porto fuori a cena.>
Non potevo dargli torto. Indossavo il mio pigiama di tre taglie più grandi,con orsetti che facevano l' occhiolino,compagno dei miei momenti "no". Avevo dormito poco o nulla,i capelli erano rimasti quelli di quando mi ero alzata,insomma ero un vero disastro.
<No grazie non sono dell'umore giusto.>Glo risposi incrociando le braccia al petto.
<Oh lo so è per questo che devi venire,mi devo far perdonare per averti fatto rattristare e in più tu hai bisogno di svagare. Su su ti aspetto qui,nel frattempo saluto tua nonna.>
Non mi diede neanche il tempo di ribattere che si incamminò verso mia nonna. Mi concedetti un lungo sospiro e indossai degli abiti comodi. Ero felice di avere amici così apprensivi,ma avrei preferito contiuare a piangermi addosso per tutta la giornata.
<Potevi anche impegnarti un po' di più. Sembri una di quelle casalinghe disperate.>Mi disse guardandomi dalla testa ai piedi con disgusto..
<Se parli ancora vado a rimettermi il pigiama.>
<Oh no ti prego quel coso pieno di di orsi terrificanti ti prego risparmiamelo.>
Salutammo entrambi mia nonna e uscimmo.
Mi portò a mangiare giapponese e poi a prendere un gelato,aveva ragione avevo bisogno di non pensare per qualche ora e di riempire per bene il mio stomaco.
Erano quasi le undici quando mi riportò a casa.
Imboccando il vialetto mi accorsi di una macchina molto familiare e quando ci avvicinammo notai Adam in piedi davanti al cancello.
<Siamo arrivati.>Mi informò Mike <Cos'hai? Sembra che tu abbia visto un fantasma.>Senza aspettare una risposta si voltò anche lui in direzione di casa mia.
<Vuoi che scenda con te?>Mi chiese con la mano che stringeva già la maniglia dello sportello.
<No non preoccuparti. Grazie davvero sono stata benissimo.>Lo abbracciai e scesi con le gambe che tremavano dalla tensione.
<Ti stavo aspettando.>Mi disse e mi informò che il giorno seguente avrei dovuto accompagnarlo a Miami.
Sapevo che non c'era stato alcun imprevisto e che era tutta una scusa per farmi andare con lui,ma mi ero convinta che per lavoro non potevo rifiutare.
Avevo preso per la seconda volta l'aereo,ma quella fu davvero spaventosa,mi sentivo come dentro una giostra terrificante.
Dopo essermi addormentata Adam era al mio fianco,non so neanche io come ne perché mi sono ritrovata attaccata alle sue labbra.
Era una sensazione pazzesca,più le assaggiavo e più le desideravo. Non riuscivo neanche più a riconoscere me stessa,non mi era mai capitato di non riuscire a frenare i miei sentimenti.
Arrivati a Miami incontrai anche Ivan e il fatto che Adam fosse così visibilmente geloso mi faceva sentire bene,in qualche modo era una conferma che io valessi qualcosa per lui. Mi ha portata in giro per la città,mi ha fatto visitare diversi posti,poi mi aveva lasciata in albergo per un impegno.
Quando bussò alla mia porta rimasi senza parole di fronte alla sua bellezza.
Cercava in tutti i modi di sedurmi e diventata sempre più difficile non cedere.
Alla festa mi aveva lasciata da sola ed io ho avuto molto tempo per pensare. Quello che stavo facendo era sbagliato,per quanto dicessi a me stessa che non era giusto non avevo mai fatto nulla per uscire da quella situazione e di ritorno in camera finalmente glielo dissi che per noi non c'era futuro.
Quando poi lessi il messaggio contenente l'invito alla sua festa di fidanzamento tutto il mondo mi è crollato letteralmente addosso.
Non riuscivo neanche più a guardarlo negli occhi e volevo solo piangere.
Tornata a casa Amanda era già lì ad attendermi.<Come stai?>Mi chiese  avvicinandosi.
<Sto bene perché?>
<Aiko da quanto pensi che ti conosca? L'invito è arrivato anche a me quindi se non stai bene devi dirmelo,io sono sempre qui per te.>Mi strinse tra le sue braccia e iniziai a piangere.
<Mi serve un vestito super sexy.>La informai asciugandomi le lacrime con la manica.
<Non mi dirai che vuoi andarci.>Annuì col capo<Sei pazza? Sei diventata autolesionista?>
<Non voglio che credano che io mi chiuda in una stanza a piangere e che abbiano vinto. Io sono Aiko e stasera sarò sexy da morire.>
<Va bene anche se non sono d'accordo ti aiuterò.>Disse sospirando.
Indossai il vestito che aveva scelto dopo un'ora e mezza di indecisione e mi guardai alloa specchio.
<Sei mozzafiato>Mi ha detto la mia amica avvicinandosi<Però non sono d'accordo con le motivazioni che ti hanno portata ad indossarlo,questo è per un uomo che ti merita,non per quel pezzo di merda.>
<Mi basta avere un'amica come te.>Le ho detto anbracciandola riconoscente.

Avvicinandomi alla nostra destinazione però iniziavo a sentire la tensione farsi più forte e il mio coraggio scomparire a poco a poco.
Avevo il cuore in gola,le lacrime minacciavano di uscire ogni attimo e quando arrivammo nella sala e vidi Natasha sentì lo stomaco contorcersi.
Non faceva che atteggiarsi a diva mentre di Adam non c'era traccia.
Attraversammo la sala raggiunsendo gli altri colleghi,c'era davvero tanta gente.
Dopo qualche minuto è arrivato anche lui accompagnato dal signor Duke .
Sembrava spaesato e quando l'uomo al suo fianco affermò a gran voce<È arrivato il futuro sposo.>Adam è rimasto paralizzato.

E adesso quasi a disagio continua a far vagare il suo sguardo in tutta la sala fino a quando i suoi occhi incrociano i miei.
Alzo il calice che ho in mano,sperando che a quella distanza non riesca a vedere quanto io stia tremando, brindo al suo futuro con una donna che non sono io.
Lo vedo scendere le scale camminando nella mia direzione,ma alcuni uomini lo fermano per congratularsi.
<Stai bene?>Amanda mi chiede per l'ennesima volta.<Che ne dici di andare?>
<È tutto ok. Non devi preoccuparti. Come mai Jack non c'è?>
<In effetti è strano,ma non mi interessa. Non ho risposto alle sue chiamate dato che è stato in combutta vron Adam per tutto questo tempo.>
<Non devi litigare con lui a causa mia.>
<Non è colpa tua,purtroppo gli uomini sono tutti uguali.>
<Detto da te non è affatto credibile.>
<Aiko?>Sento la sua voce chiamarmi.
Mi volto fingendo una felicità che non mi appartiene in questo momento.
<Congratulazioni capo.>il mio tono di voce tradisce un po' la mia recita.
<Aiko di cosa stai parlando?>
<Del suo matrimonio no?Le auguro tanta felicità.>
<Aiko smettila. Non è così. Non è come pensi.>È visibilmente arrabbiato.
Guardo Amanda al mio fianco<Amanda mi sono forse sbagliata? Non siamo state invitate ad una festa di fidanzamento di Adam e Natasha?>
<Si amica mia è impossibile sbagliarsi.>incrocia le braccia gonfiando il petto,pronta ad attaccare.
<No invece,non è così. Io.... ecco mancano pochi giorni solo pochi giorni e potrò spiegarti tutto.>
A quelle parole la mia maschera crolla inesorabilmente<Adam pensi davvero che io stia qui ad ascoltare ancora queste stronzate? Sono stanca di te,delle tue bugie,di tutto questo.>Gli lascio il mio calice tra le mani e mi incammino verso l'uscita seguita da Amanda.
<Oh ragazze siete qui. Si può sapere che sta succedendo?>Jack ferma la mia amica per un braccio.
<Siete proprio identici,due pezzi di merda uguali.>Gli dice acida.<Andate a fanculo entrambi.>Si libera della sua mano e riprendiamo a camminare.
Usciamo dall'hotel,ma poco prima di arrivare alla mia macchina veniamo entrambe fermate.
<State fraintendo entrambe.>Esordisce Jack.
<Esatto le cose sono molto complicate.>Continua Adam.
Sento Amanda sbuffare e poi dare un calcio a Jack che si piega dal dolore.
<Sempre le stesse cose,siete alquanto ripetitivi e noiosi,lo sai quanti uomini ci sono al mondo? >
Detto questo mi prende per mano ed entriamo in macchina con la rabbia e l'adrenalina a mille.
Mette in moto e mi guarda<Stai bene?>
<Si e tu?>
<Mai stata meglio.>
Ci allontaniamo dall'hotel e dallo specchietto riesco a vedere i due uomini guardarci da lontano.
<Non pensi di aver esagerato?>Le chiedo ridendo al ricordo della faccia di Jack.
<Per niente! Anzi sono stata fin troppo gentile a non colpirlo nei genitali. In effetti ora mi pento di non averlo reso impotente.>
<Tu sei pazza.>
<È per questo che mi ami no?>
<In effetti. Più che altro ho paura delle ritorsioni se non fossi tua amica.>
<Ehi ehi così mi offendi.>
Mi rilasso sul sedile,un po' della tensione si è attenuata.
<Amanda attenta.>Grido alla mia amica,quando noto una macchina che a grande velocità non si ferma allo stop e viene dritta verso di noi.
La vedo sterzare bruscamente,la macchina inizia a girare e la mia mente si affolla di immagini sfocate e caotiche.
Questa volta però sarà diverso,non permetterò che qualcuno si faccia male.
La macchina continua a girare,sento le grida di Amanda e d'istinto mi slaccio la cintura per abbracciarla. Non mi importa cosa succederà a me.

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