capitolo 11

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Mi sveglio tutta sudata e con il volto bagnato di lacrime anche questa mattina di nuovo quel maledetto incubo.
Rivivere quegli attimi ogni volta è come avere un coltello conficcato nel petto che non fa altro che sprofondare e acuire un dolore già insopportabile.
Ho rimandato e rimandato,cercando di non pensare al momento in cui sarebbe successo ed ora non ho più alcuna scusa valida per posticipare.
Il macigno che sento addosso ha solo aumentato il suo peso in questi anni e mi chiedo come facciano le persone a dimenticare e andare avanti.
Mi sembra tutto ancora così recente che riesco ancora a sentire le loro voci,il canticchiare di mia madre nella cucina o il fischiettare di mio padre nel giardino.

Faccio un lungo respiro e lascio uscire tutta la mia ansia. Mi alzo,mi vesto e scendo in cucina.
Per fortuna la nonna non c'è così le lascio un bigliettino alquanto vago ed esco.
Mai da quando è successo l'incidente sono tornata nel mio piccolo paesino. Sentivo lo sguardo accusatorio delle persone su di me che mi rendeva persino difficile respirare.
Forse era solo paranoia o la verità,sinceramente sono stata felice di allontanarmi da lì.
Arrivo in stazione e dopo aver comprato il biglietto entro nel treno. Mi sento come un palloncino che è stato sgonfiato del tutto e quel che resta è solo un involucro vuoto.
L'intera carrozza è deserta creando un atmosfera penosa.
Quando scendo alla mia destinazione niente è cambiato. Cammino per le strade e i ricordi felici di me da bambina mi inondano. Ecco che il palloncino si gonfia di tristezza e amarezza e sembra voler esplodere e lasciar andare per sempre le mie memorie per non ritrovarle più.
Avevo immaginato la mia vita evolversi qui. Qui dove sono nata,cresciuta,dove ho dato il primo bacio,qui dove pensavo che la vita fosse bellissima senza sapere che se c'è luce c'è anche buio e se la luce è stupenda e calda,il buio fa solo paura.

Cammino ancora fermandomi davanti una casa a me fin troppo familiare. Qui infatti abitava il mio ex ragazzo,qui è dove ho perso la mia verginità e il ricordo mi fa sorridere. Eravamo entrambi impacciati e insicuri. Non è stato bello come si legge nei libri,non è stato romantico come si vede nei film,ma io custodisco ugualmente quel dolce momento. Entrambi eravamo innamorati o quello che è quando uno ha diciassette anni.

<Aiko? Aiko sei proprio tu?>
Una voce mette fine al lungo susseguirsi dei miei ricordi,mi giro e vedo un ragazzo alto almeno dieci centimetri più di me,occhi nocciola e capelli biondo cenere. Non c'è dubbio è Elia. Parli del diavolo....
Per un attimo resto interdetta mai avrei pensato di incontrarlo nell'unico giorno in cui sono tornata qui.
È bello come lo ricordavo e il suo sorriso è dolce. Trovandolo qui di fronte a me mi accorgo di non odiarlo,nonostante lui mi abbia abbandonato nel momento più buio della mia vita.
Sono andata avanti e questo mi ha reso una  persona più forte.
<Ciao Elia come stai?>
Lui mi abbraccia forte e non dice una parola. Sono passati tanti anni,ma tra le sue braccia mi sento stranamente a casa.
<Sono così contento di vedere che stai bene. Non ho mai smesso di pensarti,ma non sapevo come rintracciati. Ed ora sei qui.>Dice quasi spaventato di sbagliare la scelta delle parole.
<Si beh stamattina mi sono svegliata con la voglia di tornare .>sorrido tristemente perché se avessi potuto non avrei mai rimesso piede qui.
<Per fortuna perché io stasera devo ripartire e se fossi venuta domani non ci saremmo mai incontrati. Finalmente ti ho ritrovata.Vieni andiamo a prendere un caffè.>
Non sono dell'umore di intrattenere conversazioni,ma il suo sorriso è così gentile che non posso rifiutare. Andiamo nel bar che frequentavo da ragazzina,è completamente diverso ed è cambiata anche la proprietaria. Al posto della signora Duke dal viso angelico e con il grembiulino sempre legato in vita,c'è una ragazza della mia età con tanti tatuaggi e un piercing sul sopracciglio. Ci sediamo e sorseggiamo il caffè. Elia mi parla della sua vita,del suo lavoro,del suo nuovo paese,è sempre stato un ragazzo estroverso e simpatico ,è bello trascorrere del tempo insieme a lui.
Per qualche attimo è come se il mondo si fermasse e così anche i miei pensieri.
Sembra quasi che  tutti questi anni non abbiano cambiato nulla.
O almeno è quello che vorrei credere perché so che nulla è come prima. Gli do il mio numero e ci salutiamo con la promessa di rincontrarci.
Uscita dal bar prendo il telefono per chiamare la nonna,ma è completamente andato,ieri sera ho dimenticato di metterlo sotto carica. Sbuffo di fronte alla mia solita sbadataggine e spero che la nonna non sia preoccupata.

Imprescindibile Come L'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora