capitolo 25

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Quando prima in ascensore il mio telefono ha iniziato a suonare non non avrei mai pensato che dall'altra parte avrei sentito la voce di Elia. Volevo fare i salti di gioia perché aveva scelto il momento migliore per chiamarmi. Qualche pra prima avevo detto ad Adam che sto frequentando qualcuno e questa sera stessa davanti a lui un ragazzo mi chiama.
Ditemi se non è fortuna questa?!
Non c'è niente tra me ed Elia,ma questo Adam ovviamente non lo sa e dalla faccia che ha fatto e i pugni chiusi che ha avuto per tutto il tempo ho capito che pensi ben altro.
Sono in camera di Amanda in cerca di un vestito da mettere per la cena,voglio solo divertirmi stasera e non pensare ad altro.
<Chi sarebbe questo Elia?>Chiede la mia amica col viso rivolto all'armadio .
È da quando le ho detto che sarei uscita con lui che è diventata strana,per tutto il tragitto fino a casa è stata in silenzio, sapevo che prima o poi avrebbe sbottato.
<È un mio vecchio amico,nonché mio primo fidanzatino.>
<E che intenzioni hai?>
<Di andare a cena e passare una bella serata.>
Seguono dei minuti di silenzio,poi torna a parlare<Che intenzioni hai?>
<La vuoi smettere di farmi sempre questa domanda? Te l'ho già detto no?>Rispondo alterata. <Non sono più libera di uscire con un amico senza che tu dia il tuo parere?>Sono davvero delusa,prendo le mie cose,ma prima di uscire lei mi ferma.
<Aspetta> Si siede sul letto e sospira<Hai ragione lo so,nessuno mi da il permesso di intromettermi nella tua vita. È solo che Adam mi piace e soprattutto mi piace l'effetto che ha su di te,ti rende più forte e combattiva. Mi dispiace della situazione che si è venuta a creare e vorrei solo che tutto si risolva>
<Non ti preoccupare,però è ora che capiamo che lui ha già un'altra.>
<Riguardo a quello,lo sai è compl..>
<Non iniziare anche tu con queste stronzate! Niente è complicato,lui è fidanzato mi sembra una cosa abbastanza semplice no?! O tu sai qualcosa riguardo questa storia?>Non so perché ma penso che Jack le abbia raccontato cose di cui io non sono a conoscenza.
Scuote la testa e dopo avermi abbracciata mi porge un abito stupendo rosa cipria,stretto in vita che arriva alle ginocchia e in abbinato delle décolleté nere aperte davanti.
Mi vesto e dopo aver messo un po' di mascara saluto la mia amica e vado via.
Prima di venire a casa di Amanda sono andata dalla nonna per dirle che sarei uscita con un mio vecchio amico e lei era piacevolmente sorpresa,diciamo che in questi anni l'unica mia fonte di svago è sempre e stata solo Amanda.
Elia mi ha mandato un messaggio con scritto che è già qui fuori,quindi sorpasso il cancello e lo vedo vicino alla sua macchina.
<Ehi ciao.>mi avvicino sorridente.
<Ciao a te>dice abbracciandomi<Come stai?>
<Bene è bello rivederti.>
Ed è così sono davvero felice che lui sia qui,non posso colpevolizzarlo perché mi ha abbandonata,eravamo giovani e forse anche io lo avrei fatto. È passato tanto tempo ed è inutile continuare a pensarci.
<Sei bellissima!>
<Grazie anche tu non sei male!>Mi sorride e mi apre lo sportello.
<Allora dove mi porti?>Chiedo dopo che anche lui si è accomodato.
<Al Four Seasons,ci sei mai stata?>
<Si un paio di volte si mangia da Dio,ma è anche carissimo!>
<Sai con il mio lavoro guadagno bene e poi dopo tanti anni porto a cena la mia prima fidanzata non posso non portarla in un posto chic.>Si gira per farmi l'occhiolino.
<Wow tu si che ci sai fare con le donne.> .
Dopo aver parlato del più e del meno,della sua famiglia e della sorellina che è una peste come quando era piccola,parcheggia davanti al ristorante.
Entriamo e ci accomodiamo al tavolo che ci hanno mostrato. È tutto come ricordavo,elegante e raffinato,sembra che le cose qui si possano rompere anche solo guardandole.
Do un'occhiata al menù e sconvolta noto che i prezzi sono aumentati rispetto all'anno scorso.
<Cosa prendi?>Gli chiedo per avere un'idea.
<Mmh.... i ravioli besciamella e tartufo,tu?>
Il tartufo proprio non mi piace<Stavo pensando al filetto in questa salsa strana che non so neanche pronunciare.>
Nello stesso momento arriva il cameriere a prendere il nostro ordine e ci riempie i bicchieri di vino. Ne prendo un sorso ed è davvero buono,ha un retrogusto fruttato simile alla fragola.
<Allora come sta tua nonna? È sempre la stessa?>
<Sempre la stessa? Posso dire che è peggiorata >
<Ricordo ancora quando mi fermò fuori dalla scuola e mi minacciò. Disse: se fai piangere mia nipote te ne darò di Santa ragione.>
Sorrido a quel ricordo. La nonna non ha mai avuto paura di dire la sua,è una guerriera e mi ha sempre trattata come una principessa.
In questo momento qui con lui mi sembra di essere catapultata in un'altra realtà in cui tutto ha seguito una storia diversa,una storia senza lacrime,senza sofferenze. Una me che come in un romanzo ha davanti a se il suo primo amore,quel ragazzo che l'ha fatta diventare più donna e che mano nella mano l'ha accompagnata nel futuro. Una me che sorride felice,senza alcun timore,rimorso o paura. Una me che non si alza ogni mattina con un vuoto incolmabile che diventa un abisso sempre più profondo. Una me che non vorrebbe tuffarsi in quell'abisso per non sentire più nulla,per cancellare quel senso di colpa che corrode dentro,che lacera,sbriciola,graffia. Un dolore che ti fa mancare il fiato,che non puoi urlare,che è celato dentro te e che solo i tuoi occhi tradiscono. Una sensazione che non ti abbandona,che ti accompagna ogni istante della tua vita,che ti rincorre anche nel sonno,che ti sorride beffarda perché sa che qualunque cosa tu faccia lei non sparirà mai. Ed è lì in quella realtà parallela che vorrei trovarmi,nel mio paesino con i miei genitori al mio fianco ridendo spensierati cullati dal frinire dei grilli in una fresca sera d'estate,con la luce della luna a stemperare le tenebre della notte.
<Hai più sentito Lea?>
Alla domanda di Elia torno con i piedi per terra,in quella realtà dove continui a vivere non per te stessa,ma per qualcuno che avrebbe voluto così.
Avevo rimosso completamente la mia amica di un tempo,ricordo che era per me come una famiglia,la persona con cui condividevo ogni attimo,la persona che mi faceva sorridere,intenerire ed incazzare,la stessa persona che mi ha abbandonata nel momento del bisogno.
Non è questo che dovrebbero fare gli amici? Esserci nei periodi più bui? Ho capito di non essere mai stata in grado di giudicare le persone,perché colei che reputavo come parte di me mi ha cancellata dalla sua vita senza rimorso. Forse sono io ad essere sbagliata,sono io che non merito affetto,amore,sono io la colpevole di ogni mio male.
<No da quel giorno non ho avuto contatti con nessuno.>Dico amaramente,pensare a tutto questo mi fa male,dopo tanti anni è tutto esattamente come prima,come se il tempo non avesse lenito nulla, come se  il vento non fosse stato in grado di consumare le cime dei monti per renderle meno irte. Il tempo è andato avanti ed io sono rimasta ferma,ancorata ad un passato che non vuole lasciarmi andare.
Elia Abbassa lo sguardo affranto,gli poggio la mia mano sulla sua per rassenerarlo,e penso a quanto sia strana la vita. Mai avrei pensato che io avrei rassicurato lui un giorno.<Eravamo piccoli e a stento riuscivamo a capire cosa stesse succedendo.>Dico più per convincere me stessa che lui.
<Lo so,se potessi tornare indietro cambierei tutto.>
<Se solo si potesse..>sospiro triste.
<ok ok . Cambiamo discorso. C'è qualcuno che ti piace al momento?>
Resto con il bicchiere a mezz'aria,voleva alleggerire l'atmosfera,ma ha scelto l'argomento sbagliato. Sarebbe meglio dire che nella mia vita non è semplice trovate qualcosa di bello di cui parlare.
<Ho capito è un tasto dolente,sto facendo una gaffe dietro l'altra.> prosegue impacciato.
<È un po' complicato>Dico finendo tutto il mio vino.
<Se ti fa qualcosa chiamami ci penso io.>Piega il braccio per mettere in risalto i suoi muscoli.
Sorrido felice che si preoccupi per me.

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