capitolo 37

5.9K 169 0
                                    

Adam

Entro in camera e mi stendo sul letto. C'è qualcosa che proprio non mi convince.
Aiko è diversa dal solito,sono certo che quella sera nel pub sia successo qualcosa perché seppur è vero che non mi respinge quando cerco un contatto con lei,il suo sguardo sembra da tutt'altra parte. Ogni volta che mi guarda ho come l'impressione che si penti di aver ceduto.
È come se una parte di se voglia lasciarsi andare,cedere alla passione,mentre l'altra parte vorrebbe solo fuggire ed io di sicuro non le do una mano. Con la questione di Natasha ancora da risolvere immagino quanto sia difficile per lei fidarsi di me,ma non le permetteró mai di allontanarsi .
So che è un pensiero egoistico pretenderla senza però darle spiegazioni o altro, so che sto giocando con il fuoco e più di tutto sono consapevole che non posso portare avanti la cosa così com'è.
Mi metto seduto ravvivandomi i capelli nervoso devo resistere solo un altro po',ormai l'intera faccenda è agli sgoccioli.
Accendo il display del telefono e salto giù dal letto. Le avevo detto che sarei passato a prenderla per le nove e mancano solo venti minuti al nostro appuntamento.
Apro l'acqua nella doccia e mi fiondo dentro senza aspettare che si sia riscaldata. Al contatto con il getto freddo il mio corpo si riempie di brividi,mi concedo un sospiro di frustrazione appoggiando le mani alle piastrelle e lasciando scorrere l'acqua.
Indosso il completo gessatto metto le scarpe e mi guardo allo specchio,la cravatta pende vistosamente verso destra.
Sbuffo sonoramente quando alla decima volta che provo a rimetterla a posto lei non si decide a fare ciò che deve.

Attraverso il corridoio continuando ad aggiustarla senza alcun risultato. È possibile che persino la posizione di un pezzo di stoffa influisca sul mio umore già pessimo?!

Arrivato davanti la stanza di Aiko  la mando letteralmente a fanculo.
Che stia storta,poco mi importa.
<Sei in ritardo e mi mandi anche a fanculo?!>Mi dice Aiko aprendo la porta,cogliendomi di sorpresa con il pugno a mezz'aria.
<No non era contro di te,era... niente lascia stare.>Preferisco evitare di farle sapere che una cravatta mi abbia fatto infuriare sarebbe una pessima figura.
Mi fissa per un po' con aria interrogativa poi allarga le braccia esausta. <Entra sono quasi pronta.>

Afferra le scarpe lasciate sul comodino e si siede sulla poltrona.
Mi avvicino a lei e sotto il suo sguardo stupito prendo una delle scarpe che giace sul pavimento,con l'altra mano le afferro dolcemente la caviglia e faccio scivolare la calzatura per poi passare all'altra.
<Mi sembra di essere Cenerentola.>Mi dice lei guardandomi imbarazzata.
<Ed io sono il tuo principe.>Mi alzo e le porgo la mano per aiutarla ad alzare.

Ammetto di non essere abituato a comportarmi in modo così smielato e se devo essere sincero mai avrei pensato di farlo. È possibile che qualcuno si sia impossessato del mio corpo?!.
È da un po' che me lo chiedo,quanto si può cambiare dopo aver incontrato una persona? Quanto può modificare la tua la presenza di quella persona?
È un processo inarrestabile e celato,come se il proprio essere in modo autonomo cambi se stesso per adeguarsi all'altro.
<Adam?> Aiko richiama la mia attenzione,distogliendomi dai miei pensieri assurdi.

Mi volto e  mi incanto ad osservarla.

Il vestito dorato le calza come una seconda pelle,mette in risalto le sue curve e lo spacco vertiginoso lascia intravedere le sue lunghe gambe.
È dannatamente sexy e vorrei solo chiudermi in questa stanza con lei per tutta la notte.
<Hai per caso avuto qualche incidente?>Le chiedo nervoso.
<Di cosa stai parlando?>
<Questa parte qui del vestito si è strappato.>Le indico il punto poco sopra il ginocchio.
<Adam si chiama spacco,tu forse non ci crederai ma lo stilista lo ha disegnato così.>si fa beffa di me.
<Era sicuramente ubriaco.>Affermo deciso.
<A detta di Amanda questo vestito costa quanto tutto ciò che è presente nel mio guardaroba.>
Si avvicina piano e mi afferra la cravatta, con un solo gesto la raddrizza facendomi sentire un coglione. Ho passato almeno cinque minuti a maledirla e a cercare di aggiustarla,mentre con lei in un attimo è tornata al suo posto.
<Un principe deve essere perfetto.>Mi informa lei sorridente.
<Sto seriamente pensando di non andare.>Le dico accarezzandole il dorso della mano che è posata sul tessuto della giacca.
<Perché non mi sta bene il vestito?>Alza un sopracciglio lisciando l'abito.
<Il problema è che ti sta troppo bene.>
Arrossisce vistosamente abbassando il capo per non far vedere il suo imbarazzo.
Si stacca da me per andare a recuperare la borsa della stessa tonalità del vestito e si mette sotto il mio braccio<Allora mio principe vogliamo andare?>Mi chiede smagliante.
<Vuoi una risposta sincera?>
<No. Voglio solo che ti rilassi perché andrà tutto bene. Ah e comunque anche tu stai molto bene.>
Ci chiudiamo la porta alle spalle e ci avviciniamo all'ascensore.
Un uomo in giacca e cravatta scende al nostro piano e in modo sfacciato ammicca in direzione di Aiko, io la attiro a me mentre entriamo nella cabina.
Mi addosso alla parete sospirando esausto.
<Tutto ok? La tua faccia sembra quella di uno che sta andando al patibolo .>
<Non mi piace partecipare a queste feste e non mi piace che quei vecchi pervertiti ti mangino con gli occhi. Torniamo in camera?>le chiedo accarezzandole una guancia.

Imprescindibile Come L'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora