Extra Parte 4/4

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<La sua amica sta bene, ma nella sua particolare situazione non dovrebbe stressarsi. >così ha esordito il dottore
E per un attimo ho pensato di svenire.
<pa...pa..particolare situazione ? >sentivo il cuore martellare come un forsennato.
L'uomo in camice bianco in piedi davanti a me mi ha osservato per qualche secondo corrugando le sopracciglia prima di darmi una spiegazione <La sua amica è incinta non lo sapeva? >
<Incinta? >Con le mani davanti alla bocca per la sorpresa lo guardavo sempre più confusa <Incinta incinta?>
A quella domanda il dottore ha tentato di trattenere le risa<Non so se si possa essere incinta non incinta, ma la sua amica è incinta incinta glielo posso assicurare >Con fare paterno mi ha dato una pacca sulla spalla<Quindi vuole dare lei la splendida notizia alla signorina? >
Ho annuito con veemenza e dopo averlo salutato saltellando ho raggiunto il reparto dove si trovava Amanda.
Lungo il tragitto ho immaginato diversi modi per poterglielo dire, ero così eccitata che pensavo di impazzire se non lo avessi annunciato immediatamente.
Ero così felice!
Penso sospirando mentre guardo la mia migliore amica mentre con sguardo assente osserva la parete bianca di fronte a lei.
Sono in silenzio da quando Jack seguito da Adam ha lasciato la stanza e non so perché ma mi sembra sia passata un'eternità.
Stringo il labbro tra i denti per la rabbia e accarezzo con delicatezza la sua spalla.
Cosa si può dire in una situazione simile?! Ci sto provando lo giuro, ogni tanto apro la bocca pensando di aver trovato le parole giuste, ma alla fine la richiudo delusa.
Quando pensavo che tutto stesse andando per il meglio quell'idiota fa una cosa del genere. Mentre recito ogni tipo di maledizione, la porta della stanza si apre e Jack irrompe affannato.
Si avvicina ad Amanda portando tra le mani delle buste.
<La farmacista mi ha detto che hai bisogno di vitamine, ne ho prese diverse.... >estrae dalle buste scatoline di vario colore che poggia sul comodino di fianco al letto<che devi mangiare frutta fresca, e che... >continua a mettere cose su cose parlando a raffica.
Amanda arriccia il naso e afferrandolo per un braccio lo attira a sé <La farmacista ha omesso di dirti qual è la cosa più importante della quale non posso proprio fare a meno.... Ho bisogno di te! >Gli dice sorridendo premendo le sue labbra su quelle di lui.
Io soffico un gridolino di felicità e vorrei ballare dalla gioia, ma il mio adorato marito si avvicina con tutto il suo fascino<È ora di andare non pensi? >Mi chiede come se fosse strano che non mi fossi accorta dell'ovvietà della cosa.
<No! >Rispondo aggrottando le sopracciglia, perché mai non mi vuole far partecipare alla gioia della mia amica?!
Lo vedo sbuffare<Quante volte devo dirti di imparare a capire quando è il momento di farti da parte? >Ma non mi da il tempo di rispondere perché mi afferra per un braccio e mi trascina letteralmente fuori dalla stanza.
Io lo guardo esterrefatta mentre chiude la porta alle sue spalle<Perché mi porti via sul più bello?>
Si passa una mano sul viso prima di fulminarmi con lo sguardo <Devi imparare a non ficcanasare nella vita degli altri. Volevi essere presente mentre amoreggiano? Caso mai volevi anche partecipare? >Mi domanda incrociando le braccia al petto.
Abbasso lo sguardo un pò imbarazzata, in effetti ora che me lo ha fatto notare ho capito quello che voleva dirmi, così mi avvicinò maliziosa accarezzando il morbido tessuto della camicia <E noi quando amoreggiamo?>Gli chiedo lasciandogli un bacio sulla punta del naso.
In un attimo cambia espressione e mi fa tremare tutta<Anche adesso.> sussurra al mio orecchio con tono profondo.
Sto per rispondergli ma il mio smartphone mi interrompe.
<Pronto? >
<Signora la chiamo dalla reception>dice la voce dall'altra parte <La signora che ha preso il pacco è  Ingrid, il mese scorso è stata trasferita.>
Sento la rabbia invadere il mio corpo <Grazie mille. >Stacco la chiamata, ripongo il telefono nella borsa e punto i miei occhi in quelli di adam.
<Quindi?>mi domanda con un sopracciglio alzato.
<Quindi cosa?>chiedo di rimando.
<Andiamo a casa?>
<No ho una questione da chiarire>Gli dico e quando vedo la delusione sul suo viso mi avvicino al suo orecchio <Però stasera mi farò perdonare >Gli do un bacio sulla guancia e mi avvio verso l'uscita .
È assurdo quanto quella donna possa essere fuori di testa. Non le è bastato il casino che ha combinato il natale scorso?! E poi pensavo che un quell'occasione Jack avesse messo in chiaro le cose e cioè che non provava niente per lei, ma a quanto pare è stato tutto inutile.
Il taxi si ferma sotto il suo palazzo e per fortuna trovo il portone aperto.
Salgo le scale fino al terzo piano e suono al campanello. <Sono il corriere, c'è un pacco per lei.>Dico a voce alta.
Apre la porta <Mi sa che ha sbagliato, perché io non ho ordinato.... >Si blocca non appena mi vede e immagino voglia solo scappare lontano. <Cosa la porta qui signora Bennet? >Mi chiede con un finto sorriso.
<Mmmh... In effetti ho sbagliato non sono venuta a consegnare un pacco, ma a prenderne uno. >
Nonostante la sua espressione dimostri palesemente di sentirsi colta sul fatto, con le parole dice tutt'altro <Non so di cosa lei stia parlando. Deve aver sbagliato persone. >Mi informa tornando nel suo appartamento e chiudendo la porta, che però fermo prontamente con un piede.
<I filmati delle videocamere sono chiari e tu hai preso il pacco destinato ad Amanda >
Mi regala uno sguardo incattivito e attraversa il corridoio sparendo in una delle stanze, ma fa subito ritorno con in mano la scatola incriminata.
<Spero che questa volta tu abbia capito! Lascia in pace Amanda e Jack altrimenti finirò la pazienza. >La minaccio puntandole contro l'indice e senza dire altro volto le spalle e vado via.

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<Ok facciamo così. Tu guarda se fuori dalla finestra c'è qualcuno.>Sento dire  dall'interno della stanza, così poggio l'orecchio al legno chiaro della porta pronta ad ascoltare il resto <Io salto giù e vado via con la tua macchina. >
<Devi solo calmarti. >Gli risponde l'altro uomo presente.
<No no tu devi ascoltarmi. Siamo amici da una vita non puoi lasciarmi in questo pasticcio. Quante volte ti ho aiutato eh? Quante? Sono sempre stato al tuo fianco anche nei momenti peggiori, non puoi abbandonarmi adesso. >
Apro la porta e con le mani sui fianchi   inchiodo con lo sguardo Jack che in un attimo sembra cambiare mille colori.
Mi avvicino a lui accompagnata dal suono dei miei tacchi sul pavimento in marmo e gli sistemo la cravatta blu scuro.
<Non pensi di stare esagerando? >Gli chiedo stringendo più del dovuto.
<Ecco puoi aiutarmi tu. Dammi una mano ti prego. >Mi implora prendendo le mie mani.
<Smettila di fare il bambino.>
<Ricordami perché lo sto facendo?>domanda in preda al panico.
<Perché la ami e  ami il vostro bambino. >Rispondo ovvia.
<Non ce la faccio. >Scuote la testa disperato ed io sto per perdere la pazienza.
Lo afferro per le spalle mettendomi in punta di piedi, perché nonostante i tacchi sono microscopica rispetto a lui e lo costringo a guardarmi negli occhi. <Tu-stai-solo-per-sposarti! >Affermò pronunciando ogni parola con maggiore enfasi.
<Si ma non potevo farlo in intimità, con soli pochi amici invece di farlo davanti a cinquecento persone? >Si lamenta prendendomi a sua volta per le spalle.
<Sono cinquecentododici. >Lo correggo e sento Adam ridere, mentre Jack sgrana gli occhi sconvolto.
<Aveva dimenticato un cugino di suo padre che vive non so dove, con tutta la famiglia al seguito. >Lo informo allontanandomi un pò. <Devi solo dire grazie e sorridere per cinquecentododici volte e poi è fatta. Dai fai una prova. >
<GR... Grazie. >Dice per nulla convinto e la forma che ha preso la sua bocca più che un sorriso sembra una smorfia assassina.
Mi massaggio la parte alta del naso e faccio un respiro profondo.
<Ascoltami bene. Tu adesso andrai di là sorriderai a tua moglie, dirai si lo voglio e poi è tutto finito. Semplice e veloce. Noi saremo sempre al tuo fianco >
Mi guarda con gli occhi da cucciolo e devo ammettere che, nonostante l'assurdità della situazione, mi fa parecchia tenerezza. Lo vedo raddrizzarsi, stirarsi il vestito e avvicinarsi alla porta.
<Ok! O la va o la spacca. >
Prendo per mano Adam e lo seguiamo fin dentro la chiesa mettendoci al suo fianco. L'organo inizia a produrre le prime bellissime note e vedo la mia dolce Rebecca attraversare la navata trascinando dietro di sé il piccolo carrettino. Gabriel seduto su un cuscino bianco si guarda intorno divertito. Arrivano davanti a Jack che da un bacio a mia figlia, lo stesso fa col suo prima di consegnarlo tra le braccia della nonna.
I nostri occhi tornano alla porta d'entrata e finalmente eccola.
Splendida nel suo abito da principessa, raggiante e sorridente, Amanda non cammina ma corre per raggiungere il suo amato sposo.
Si salutano con un bacio e una calda lacrima accarezza la mia guancia. Mi volto verso Adam bello come sempre.

Così è l'amore. Doloroso, sofferente, difficile, ma anche caldo, luminoso, gioioso.
È qualcosa che ti toglie, ma ti regala il doppio. Ognuno di noi passa la sua esistenza alla ricerca di quel qualcosa in grado di cambiarti, di dare un senso alla tua vita .
Mi guardo intorno e sento un calore profondo, circondata da così tante belle persone che mi vogliono bene.
Ognuno di noi ha avuto il suo lieto fine.
Non potrei desiderare nulla di più!

 Non potrei desiderare nulla di più!

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Imprescindibile Come L'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora