capitolo 26

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Ho bevuto un po' troppo, pensavo che l'alcool avrebbe cancellato gli avvenimenti di ieri sera, ma a quanto pare non ha funzionato e l'unica cosa che mi ha portato è solo un gran mal di testa.
Stamattina persino un bradipo potrebbe vantarsi di essere più veloce e attivo di me. La sveglia è andata a farsi benedire dopo che ha preso un volo e si è schiantata sulla parete della mia camera. Se la nonna non fosse venuta a controllare cosa fosse quel rumore infernale a quest'ora starei ancora nel letto a dormire. 
Neanche i due caffè presi mi hanno aiutata a riprendermi ed ora sono qui seduta di fianco ad una signora che non smette di parlare un attimo.
Penso mi stia descrivendo suo figlio, avrà qualche mezza idea di farmelo conoscere e mi sembra che abbia anche detto che vuole avere al più presto dei nipotini. A quanto pare la donna ha già organizzato il matrimonio.
Evviva! Forse sarebbe meglio accettare la sua proposta dato che la mia vita amorosa è davvero penosa.
Ogni venti secondi sono costretta a nascondere i miei colossali sbadigli e non vedo l'ora che l'autobus sia qui.
<Che ne dici se ti do il suo numero?scommetto che sei proprio il suo tipo.>
Mi giro a guardarla dubbiosa. È persino più morbosa di Bryan un ragazzo che ci ha provato con me per tre mesi, ogni singolo minuto. Mi mandava messaggi in continuazione di giorno e di notte,veniva a prendermi al lavoro senza che io glielo chiedessi . Per fortuna un giorno Michelle la ragazza che lavorava con me, mi disse che era interessata a lui. Così le diedi il suo numero e finalmente lui smise di perseguitarmi.
<Oh guardi signora l'autobus è arrivato.>Dico forse con un po' troppo entusiasmo.

Mi alzo di scatto e mi allontano da lei, non mi va di dirle che il figlio non mi interessa, perché ogni volta che parla di lui i suoi occhi si illuminano.
Purtroppo per me i miei pensieri sono tutti rivolti allo stronzo megalomane che è anche il mio capo e per quanto ci provi non riesco a toglierlo dalla mia testa.
Salgo non appena il grande mezzo si ferma e mi siedo al primo posto libero.
La signora è rimasta alla fermata, la saluto con la mano dal finestrino e lei ricambia felice.
Ovviamente la mia prima tappa dopo essere scesa dal bus è il bar, mi siedo sullo sgabello e dopo qualche secondo arriva Freddy.
<Buongiorno signorina oggi è da sola?>domanda guardandosi intorno pensieroso, a quanto pare Adam gli incute davvero timore.
<Si sono da sola tranquillo, mi fai un cappuccino e mi dai qualcosa di super calorico da mangiare?>
<Carenza di affetto?>
<Sorvoliamo sull'argomento, diciamo solo che ne ho bisogno per cercare di svegliarmi.>
<Ecco a lei.>Mi poggia sul bancone un piatto con una brioche ripiena di cioccolato fondente e crema al latte.
Do un morso e mi ritrovo a chiudere gli occhi per assaporare a pieno, le mie papille gustative sono in paradiso.>
<Se fai così,nessun uomo saprebbe resistere.>Mi sussurra all'orecchio Freddy.
Imbarazzatissima per poco non mi strozzo con un pezzo di cornetto. Tossisco senza fiato e il ragazzo mi porge un bicchiere d'acqua. Lo bevo tutto d'un sorso e finalmente riesco a respirare.
<Scusami davvero non stavo cercando di ucciderti, è solo che la faccia che hai fatto quando stavi mangiando era...Come posso dire.... arrapante.>
Vorrei sotterrarmi dopo questa grandissima figura di merda, mi mordo il labbro in cerca di qualcosa da rispondere per smorzare il silenzio imbarazzante, ma i miei occhi si posano sull'uomo dietro al barista.
Adam è fermo con lo sguardo fisso su di me e la mascella serrata. È mai possibile che io riesca a fare solo figuracce in sua presenza?!
<Se ha finito di rimorchiare mi può fare il mio caffè? Ho da fare.>Tuona lui.
Freddy sobbalza, non si era accorto che fosse arrivato e borbottando qualcosa di incomprensibile torna dietro al bancone.
Io rivolgo tutta la mia attenzione alla tazzina bianca davanti a me, non ho il coraggio di guardarlo,però sento il suo respiro pesante. Con la coda dell'occhio lo osservo e non mi sembra stare un granché, ha gli occhi lucidi e il viso pallido.
Prende il suo caffè lasciando una banconota e va via senza salutare o ringraziare nessuno.
<Stamattina è più scontroso del solito, penso si sia davvero arrabbiato.>Precisa il ragazzo mettendo a posto dei bicchieri.
<Non ci trovo niente di diverso penso sia nato scorbutico, bisogna solo farci l'abitudine.>
<Se devo essere sincero io ho visto solo la reazione di un uomo geloso e non è la prima volta.>
Sbotto in una risata isterica<Geloso? E di chi? Di me? O sei sulla strada sbagliata. Ti dico che quando è nato gli hanno riscontrato una grave patologia: l'antipatia cronica, è incurabile purtroppo e può solo peggiorare. Grazie di tutto e buona giornata.>Lascio i soldi e me ne vado.
Faccio un lungo sospiro osservando la facciata del grande palazzo e spingo con forza la porta a vetri, saluto Margaret che sorridente mi fa cenno di avvicinarmi.
<Ehi tesoro buongiorno, abbiamo organizzato un'uscita con dei colleghi stasera sei dei nostri? Alcuni di loro sono davvero carini.>Dice maliziosa.
<Non lo so, ti faccio sapere più tardi ok?>
<Certo buon lavoro.>
<A dopo>Le schiocco un bacio sulla guancia ed entro in ascensore.

Imprescindibile Come L'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora