Capitolo 4

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Il mio risveglio è stato uno dei peggiori mai avuti,non appena ho aperto gli occhi mi sono ritrovata quelli infuocati di Amanda e per lo spavento ho fatto un salto andando a sbattere con a testa contro il muro.
In silenzio e con molta forza di volontà ho premuto sulla parte dolente imprecando a più non posso.
<Insomma ti vuoi muovere tra mezz'ora dobbiamo essere in chiesa>Mi ha detto con la sua voce stridula,tipica di quando è in ansia per qualcosa.
<Da quando sei diventata così religiosa? >Le chiedo un po' stordita non solo dalla botta.
<Cosa? Oggi è il dodici settembre il giorno del matrimonio di Mara. Ricordi? Lo sappiamo da oltre due anni. Siamo andate con lei a scegliere il vestito>blablabla..
Ormai non sto più ascoltando,salto giù dal letto,mi fiondo in bagno ed inizio a prepararmi. Avevo completamente rimosso che oggi Mara si sarebbe sposata. È risaputo che la mia memoria fa brutti scherzi,ma stavolta ha davvero esagerato.

Indosso come un fulmine il vestito argento comprato per questa occasione. Ha uno spacco vertiginoso sulla gamba e uno scollo lungo la schiena.
La mia consigliera Amanda non ha voluto saperne di un mio rifiuto infatti nel negozio ha detto categorica<Questo è il vestito che metterai al matrimonio senza se e senza ma,non ti permetterò di venire come una stracciona.>
Così obbligata l'ho comprato e per fortuna che era in saldo perché costava un occhio della testa.
Lego i capelli in quello che somiglia ad uno chignon,ormai non ho tempo per passare la piastra. Indosso le scarpe gentilmente prestate dalla mia amica e mi sembra di avere le vertigini. Guardo la mia immagine riflessa allo specchio e devo dire che mi piace, poi torno da Amanda che agitata mi supplica di muovermi.
Non mi da neanche il tempo di chiudere lo sportello dell'auto che già parte a tutta velocità e spero vivamente di arrivare sana e salva.
Entriamo in chiesa con qualche minuto di ritardo, ma poco importa perché per fortuna Mara non è ancora arrivata.
È vero che la sposa deve farsi attendere però in questo caso ha preso la cosa davvero alla lettera infatti raggiunge l'altare con solo un'ora di ritardo.
Attraversa la navata con un sorriso smagliante ed un abito da copertina.
Guardandola mi torna in mente quando sognavo che anche io un giorno avrei attraversato la navata con uno spettacolare abito bianco,sotto il braccio di mio padre che dopo avermi baciata mi avrebbe affidata ad un altro uomo. Certo i miei sogni sono cambiati da allora e il mio rapporto con il sesso maschile è tutt'altro che felice.
La cerimonia è stata romantica e Amanda più di una volta ha dovuto asciugarsi le lacrime,è sempre stata lei  quella emotiva tra di noi. Dopo aver augurato il meglio agli sposi,arriviamo in un ristorante che sembra avvolto dalla magia. Ci sono tende bianche e tulle dello stesso colore a formare una copertura dal sole,fontane,tavoli,divanetti e fiori ovunque. In questo giardino facciamo l'aperitivo,che equivale ad un pranzo completo. I camerieri passavano per i tavoli con vassoi colmi di tartine di ogni tipo,rusticini e fritturine ed io ovviamente ho fatto il pieno di tutto.
La giornata passa serenamente tra cibo,vino e musica. L'unica pecca è il ragazzo seduto di fianco a me che non smette un attimo di parlare ed io mi limito ad annuire con il capo.
Penso mi stia raccontando del suo noioso lavoro,ma il mio cervello ha deciso di entrare in stand-by autonomamente.
Per fortuna il padre di Mara,un uomo di sessant'anni in forma,con i capelli brizzolati che lo fanno somigliare a George Clooney,mi salva dal tipo logorroico. Mi porta in pista e mi invita a ballare un lento. Dalla prima volta in cui mi ha conosciuta mi ha sempre trattata come una figlia ed io lo adoro. Lo abbraccio affettuosamente e lui ricambia con un sorriso dolcissimo.
Essere tra le sue braccia mi fa ricordare il mio di padre che mi manca ogni giorno di più e che amava le feste e la musica.
Scesa la sera e ormai nauseata dal mio vicino di sedia mi accomodo nel giardino con Amanda e altre due amiche,beandoci dell'atmosfera magica fatta di luci e fiaccole.
Guardo i miei piedi che sembrano essere diventati due grosse zampe di qualche animale e mi chiedo quando avrà fine questo matrimonio. Le décolleté per quanto siano bellissime sono davvero troppo scomode. Così decido di liberarmi da questa tortura e l'atmosfera soffusa nasconde i miei piedi nudi e doloranti.
Mentre sto sorseggiando il mio champagne l'attenzione delle mie compagne viene attirata da un gruppo di uomini in giacca e cravatta che si avvia in un'altra sala del ristorante.
Cerco di vedere i volti dei vari uomini e mi paralizzo quando scorgo tra loro Adam. Con le mani in tasca e la noia stampata in volto segue la massa,quasi come fosse mosso da un filo invisibile.
Dopo un po' arrivano anche alcune donne con abiti strettissimi e tacchi altissimi.
Cerco di non pensarci e ritorno in sala bevendo un po' di vino bianco. L'alcol mi aiuterà a dimenticare che qualche metro più in là c'è l'uomo che occupa tutte le mie fantasie. Mi siedo con questi buoni propositi,ma quando il mio vicino di tavolo ricomincia a parlare mi allontano con la scusa di aver bisogno del bagno. Faccio un'escursione in solitaria nel giardino immenso e mi stringo nelle braccia  perché inizia a fare davvero freddo.
Ad un tratto il mio sguardo si posa su una coppia che sta dialogando animatamente. Da qui riesco a sentire poco o nulla,ma riconosco quelle spalle larghe e quel corpo mozzafiato. Lo riconoscerei tra centinaia di persone e anche con gli occhi bendati. È Adam ed è con una donna. La ragione mi dice di andare via e tornare alla festa,ma i miei piedi fanno il tragitto contrario. Mi avvicino senza far rumore e mi nascondo dietro una siepe. Riesco a sentire solo tratti della conversazione e non capisco perché parlino così a voce bassa.
Ad un tratto sento Adam che scocciato dice<Ascolta Natasha fa come vuoi non sono problemi miei. >
Deduco che la conversazione  sia finita e per paura di essere scoperta ad origliare faccio dei passi indietro alla ricerca di un luogo sicuro dove nascondermi. Al quarto passo però non sento la terra sotto i piedi e cado in acqua facendo un tonfo terribile.
Cosa ci fa questa cavolo piscina qua?
Furibonda mi appoggio al bordo cercando di alzarmi per uscire,quando sento dei passi venire nella mia direzione..
Cosa faccio?cosa faccio?
Mi guardo intorno,ma non vedo nulla che possa salvarmi da questa situazione.
L'unica cosa che mi viene in mente è prendere un respiro profondo e tuffarmi. Passano alcuni secondi e spero che il mio piano abbia funzionato.
Quasi più senza ossigeno esco dall'acqua e torno a respirare,alzo lo sguardo e lui è qui,di fronte a me con i gomiti appoggiati sulle gambe piegate e appena mi vede inizia a ridere. Una risata sonora e bellissima. Ed io mi incanto a guardarlo.
<Non sapevo sapessi anche ridere> sbuffo togliendo qualche ciocca di capelli bagnati attaccata al viso.
Lui smette subito e mi guarda con un sopracciglio alzato.
<Non sapevo che le persone potessero essere tanto imbranate> e torna a ridere.
Per quanto possa sentirmi offesa il suo sorriso mi fa passare qualsiasi rabbia.
<Non è mica colpa mia! Con quale criterio hanno deciso di mettere qui una piscina? Senza alcuna segnaletica di pericolo? Che so.. anche una luce rossa lampeggiante ad indicare che qui c'è una dannata trappola mortale>
A queste mie parole ride ancora più forte.
<Protesti anche smettere di ridere come un pazzo e aiutarmi ad uscire da qui.>Gli faccio notare allargando le braccia e ahimè ripiombando nell'acqua.
Torno in superficie e lo vedo porgermi la sua mano,con forza mi attira a se ed io cercando di restare in piedi mi ritrovo ad abbracciare il suo girovita perfetto.
Inspiro a fondo il suo profumo mascolino e mi lascio avvolgere dal calore del suo corpo.
Vi prego fermate il tempo in questo istante e non fatelo più ripartire!!

Imprescindibile Come L'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora