capitolo 22

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Come ogni mattina da otto giorni il mio risveglio è alquanto traumatico, ma oggi si può dire che io abbia superato il limite possibile, mi pento di non aver accettato di rimanere a casa a riposare ancora un po'. Avrei passato volentieri la giornata a letto, alzandomi solo per mangiare e andare al bagno per poi tornare sul mio comodo materasso.
Ahimè mi sono rovinata con le mie stesse mani .
Mi lavo, lego i miei incorreggibili  capelli e indosso una gonna a vita alta con una camicia nera. Dopo aver preso il solito caffè con la nonna e averle augurato una buona giornata esco di casa. Il cielo è terso e il sole è tiepido, i miei occhi ci mettono un po' ad abituarsi alla sua luce. Superato il cancello la mia attenzione viene attirata da una macchina scura e dall'uomo stupendo appoggiatovi sopra, vorrei che ogni mia giornata iniziasse con questa visione celestiale. Parla al telefono nel suo completo blu scuro e con una mano si liscia i capelli. Lui è davanti a me ed io provo rabbia, eppure anche felicità.
Starò iniziando a diventare pazza?!
Da quando ho incontrato Adam il mio cuore, il mio cervello e ogni organo del mio corpo hanno iniziato a comportarsi in modo strano.
<Buongiorno,come mai qui?>
Mi guarda soffermandosi sulle mie labbra <Ti avevo detto che dovevi stare a riposo e siccome sei più cocciuta di un mulo sono venuto a prenderti così non ti affatichi.  Sali.>
Wow grazie per avermi appena paragonata ad un quadrupede poco elegante, quasi quasi vado a piedi, ma già so che non me lo permetterà . Mi siedo sul sedile del passeggero e prendo il telefono che continua a squillare.
<Amanda?>
<Oh ma buongiorno e penso che per te sarà più che buono no?!>
<Di che cosa stai parlando?>Comincia con gli enigmi già di prima mattina?
<Le cose si sono evolute ed ora ti viene a prendere a casa?>
Sono sicura che ci stia spiando dalla finestra, spero  che Adam non abbia sentito<Si Amanda ne parliamo a pranzo.>Stacco la chiamata prima che possa dire altro.
Arriviamo al parcheggio senza dire una parola, più sto con lui e più sono confusa. Scendo dall'auto e mi avvio verso l'ascensore, ho un bisogno estremo di allontanarmi da lui,ma con una presa salda mi afferra il polso<Andiamo a fare colazione> E senza che io possa ribattere mi porta per mano fino al bar. Non appena varchiamo la soglia sento gli sguardi di molti puntati su di lui, che come se non sapesse l'effetto che ha sulle donne si siede ad un tavolo.
Ed io come un cagnolino fedele lo seguo a testa china.
<Buongiorno cosa vi porto?>Freddy col suo solito grembiulino nero legato in vita mi sorride gentile.
<Un caffè>Dice Adam senza alzare lo sguardo dal giornale, il solito pallone gonfiato.
<Per me un cappuccino,un cornetto al cioccolato,quella ciambella appetitosa che vedo da qui oh e anche..>
<Abbiamo un nuovo dolce e so che ti piacerà.>Mi informa con un occhiolino.
<Allora vada per quello.>dico sorridente.
<Come mai conosce così bene i tuoi gusti?>Il tono che usa è scontroso e so dove vuole andare a parare.
<Vengo a fare colazione qui è normale.>Mi fulmina con lo sguardo e ricomincia a leggere il quotidiano.
Dopo pochi minuti torna Freddy e poggia tutto sul tavolo, solo a vederli mi viene l'acquolina in bocca.
<Metti tutto sul mio conto>Sbotta Adam. Osservando il contenuto dei piatti mi guarda inarcando un sopracciglio<Hai davvero intenzione di mangiare tutta quella roba?>
<Certo e se avessi saputo che non avrei pagato io avrei ordinato altre cose. Gli zuccheri aiutano ad essere felici sa?>Affermo addentando la ciambella.
<E tu hai bisogno degli zuccheri per essere felice?>
Proprio tu me lo chiedi che sei la causa delle mie sofferenze?
<Beh sono un buon punto di partenza.>rispondo divorando queste prelibatezze.

Dopo qualche minuto però mi rendo conto di aver esagerato e adesso mi fa male la pancia. Tre dolci ingurgitati in tempo record  sono troppi persino per me. Sarà meglio fare le scale,un po'di movimento mi farà bene. Ogni mio buon proposito si scontra con le decisioni di Adam, che come se avesse capito le mie intenzioni mi chiama facendomi segno di entrare in ascensore. Cosa è diventato il mio secondino? Sono ai carceri domiciliari.
Fortunatamente non siamo soli e ci  raggiunge anche Jack. <Buongiorno Aiko come stai?>
<Benissimo grazie.>
<Meglio così>Si gira verso il capo<Adam prendo i documenti e vado direttamente da Kent, voglio chiudere la questione il prima possibile.> Lui si limita ad annuire.
Se non sbaglio questo cliente da qualche mese sta creando diversi problemi è molto in ritardo con i pagamenti e slitta ogni appuntamento.
Arrivati al nostro piano ognuno va nei propri uffici, io mi accomodo alla mia scrivania, dopo pochi secondi Jack mi saluta e va via.
Quando accendo il computer arrivano una trentina di email e già so che la giornata sarà lunga ed estenuante.

Imprescindibile Come L'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora