Quando ci informano che stiamo per partire mi muovo a disagio sul sedile,non sono mai stata su un aereo e la cosa mi terrorizza. Nella mia mente si materializzano solo immagini catastrofiche e vorrei solo poter scendere da qui e tornare a sentire la terra sotto i piedi.
Adam mi guarda curioso <Non mi dire che hai paura?>Mi chiede con un ghigno. La cosa sembra divertirlo parecchio.
<E anche se fosse?>
Dio quanto lo detesto.
<È la prima volta che viaggi in aereo?>
Non tutti abbiamo le tue possibilità economiche. Il massimo che mi sono potuta permettere è un viaggio in autobus fino alla città più vicina.
Evito di rispondergli, la noncuranza è il maggior disprezzo. Almeno così la smetterà di deridermi. Mi posiziono meglio, abbasso un po' lo schienale e mi perdo a guardare il paesaggio che scorre veloce. Non so come, forse per la musica rilassante o forse per il movimento ondeggiante dell'aereo mi addormento.
Mi sveglio solo quando sento la voce del comandante che ci avvisa dell'imminente atterraggio. Già siamo arrivati? Quanto ho dormito?
Trattengo il fiato finché l'aereo non si poggia a terra. Quando lo fa espello tutta l'aria e vedo con la coda dell'occhio Jack che ride del mio comportamento.
Ti ci metti anche tu? Lo fulmino con lo sguardo e torno a guardare fuori dal finestrino.
Restiamo a bordo per qualche altro minuto poi scendiamo ed è uno dei momenti più belli della mia vita. Seguo i due uomini fino ad un'auto scura dove un autista ci aspetta per portarci in hotel.
<Pensavo avessi paura dell'aereo. Ma hai dormito tutto il tempo. La paura ti mette sonno?>
Perché devi parlare se devi dire solo idiozie?
<Non ho mai detto di avere paura> mi giro a guardare fuori dal finestrino e quello che vedo mi lascia senza fiato. È tutto infinitamente grande, i grattacieli sembrano toccare il cielo tanto da farti sentire un minuscolo granello di sabbia. È così luminoso e colorato. Neanche le fontane sono come le conosco io, i loro getti d'acqua creano coreografie con musica e luci. Resto affascinata da questo immenso splendore ,con il viso schiacciato contro il vetro freddo pur di non perdere alcun dettaglio.
Quando arriviamo alla nostra destinazione la mia meraviglia è persino maggiore .
Ci fermiamo infatti davanti ad un edificio che sembra un'immensa vela fatta di vetro ed acciaio. Scendo con la bocca che ormai non chiude più ed wnr o in un ambiente così elegante ed affascinante. Tutt è talmente sfolgorante che quasi mi acceca.
Nel frattempo Adam e Jack si avvicinano alla reception e sbrigano le varie pratiche.
<Aiko.> Jack mi poggia una mano sulla spalla risvegliando dal mio stato di sbigottimento.<Stiamo andando in camera>
Un po' imbarazzata procedo dietro di loro.
Arriviamo al settimo piano e passiamo per un corridoio fatto interamente di vetrate che si affacciano direttamente sul golfo. La vista è mozzafiato e come dal primo istante in cui ho messo piede in questa città resto imbambolata da tanto splendore.
Il tizio dell'hotel apre una porta, scambia qualche parola con Adam,poi va via facendo cenno a Jack di seguirlo.
Io resto nel corridoio sconcertata. Inclino la testa di lato e lo guardo<Perché ci ha fatto vedere solo questa stanza?>
<Quante altre stanze doveva mostrarci?>
Sollevo la mano e alzò indice e medio.
<Questa è la mia stanza.>
Ah ecco ora si che ha un senso. Mi volto e aspetto che il dipendente torni per mostrare anche a me la mia stanza.
<Cosa stai facendo?>Mi chiede poggiando la spalla alla parete.
<Aspetto.>
<Cosa aspetti?>
Esasperata mi giro<Aspetto quel tizio per andare nella mia camera>
<Questa è la tua stanza.> Afferma indicando la porta aperta.
Io sbatto le palpebre sempre più disorientata<Non hai detto che è la tua?>
Lui annuisce.
<Ora invece hai detto che è la mia.>
Annuisce ancora.
Sono io a non capire o è lui a parlare senza logica?
<Ok allora ricominciamo daccapo. Questa è la tua stanza quindi dov'è la mia?>
<Non mi sembra tanto difficile da capire.>Sostiene divertito<Questa è la mia stanza, ma è anche la tua.>
<Ah ecco ora si...> Le parole si bloccano in gola così come il mio respiro.
Mi fermo un attimo a pensare, avrò sentito male.
<Io e te staremo nella stessa stanza?>Lui fa cenno di si. Il mio cuore salta di gioia perché si sta avverando uno dei miei sogni proibiti,ma il mio cervello interviene e mi ricorda che quest'uomo è un enigma.
Entro nella camera e mi guardo intorno.
<C'è solo un letto matrimoniale.>gli faccio notare indicandolo con il dito che trema < Dovrei dormire con te?>Domando e per l'ennesima volta si limita ad annuire con la testa.
<Mai...> Quasi grido<Oh guarda c'è un grande tappeto e sembra davvero comodo,ho trovato la tua sistemazione>Metto le mani sui fianchi e sorrido soddisfatta, non può pensare di fare sempre ciò che vuole.
Lui inarca un sopracciglio<Non sei il mio tipo quindi non farti strane idee. Non c'erano più camere disponibili, o questo o niente. Vai a cambiarti è quasi ora di cena>
Vedo davanti ai miei occhi la mia autostima che a passo svelto si avvicina al balcone, apre la porta finestra e in silenzio decide di suicidarsi.
Borbottando ingiurie nei suoi confronti mi chiudo in bagno.
E che bagno! È tutto così... wow. Devo ampliare il mio vocabolario perché li ho già usato tutti gli aggettivi di mia conoscenza.
<Cavolo i vestiti.> Ricordo dandomi uno schiaffo sulla fronte, ritorno in camera , apro la valigia e afferro le prime cose che mi capitano.
Faccio una doccia veloce, mi vesto ed arrivo entro timorosa in camera.
Di Adam nessuna traccia e la cosa un po' mi rincuora,non so davvero come affrontare quell'uomo.
Purtroppo però la gioia dura poco perché affacciandomi lo vedo sul balcone. Adam parla al telefono e gesticola come un pazzo furioso, non lo avevo mai visto così.
Se normalmente ha un carattere orribile figuriamoci quando è arrabbiato.
Decido che è meglio dileguarsi.
Mi avvicino alla porta pronta a scappare, ma la sua voce mi ferma<Dove stai andando ?>
Il più lontano possibile da te e dalla tua ira?
Mi volto e non so cosa rispondere.
Lui mi guarda dalla testa ai piedi, soffermandosi qualche minuto di troppo sul mio décolté e le mie guance vanno a fuoco.
<Andiamo!>comanda, mi sorpassa ed esce dalla stanza.
Entriamo in ascensore senza dirci una parola. Quando le porte si aprono quello che vedo è davvero fantastico. Qui niente è nella norma e il ristorante è ancora più pazzesco.
Siamo in un acquario!!! L'intero ristorante è un acquario.
Un acquario vero e proprio con tanto di pesci colorati che ti nuotano intorno felici.
Le luci soffuse creano un'atmosfera magnifica.
Ci sediamo ad un tavolo ed io non riesco a togliermi questa espressione ebete dal viso. Continuo a guardarmi intorno . È tutto così magico.
Solo dopo qualche minuti riesco a riprendermi e osservo il tavolo che è apparecchiato in modo impeccabile, ma c'è qualcosa di sbagliato.
Ci sono solo due posti.
<Dov'è Jack?>Gli chiedo guardandomi intorno alla sua ricerca.
<Che c'è ti manca?>Mi chiede e mi sembra di cogliere una nota di gelosia nella sua voce.
<Non lo vedo qui ed ho chiesto. Non posso?>
<Aveva delle faccende da sbrigare quindi non si unirà a noi> mi informa rude chiudendo la discussione.
Quindi starò tutto il tempo da sola con lui?
Mia cara Aiko mettiti l'anima in pace e pensa che almeno mangerai cose che non hai mai assaggiato nella tua vita.
Quando arriva il cameriere Adam ordina per entrambi. Ci viene servito del vino e ne bevo un lungo sorso, sarà il mio alleato per questa sera . Il servizio è velocissimo, i piatti arrivano prima del previsto ed inizio a mangiare. Le mie papille gustative fanno i salti di gioia. Dio quanto è buono!
Lui ancora non ha toccato cibo perché continua a guardarmi con aria divertita.
Se non inizi a mangiare divorerò anche il tuo. Sotto il mio sguardo minaccioso prende la forchetta e assaggia la sua pietanza ed io mi incanto di fronte all'eleganza con cui mangia. Sembra un principe dai modi raffinati, certo finché non apre bocca e parla.
<Domani non ci sarò.>Mi dice pulendosi le labbra con il tovagliolo.
<Dove andrai?>Mi viene spontaneo chiederglielo, in fondo è lui che mi ha trascinata fino a qui.
<Non è importante, ci sarà Jack con te.>E come sempre applaudo di fronte a tanta gentilezza.
<Non sono una bambina che ha bisogno della balia.>Gli faccio notare addentando un pezzo di pane come un animale selvatico. Quando la rabbia prende il sopravvento lo fa anche la mia mascolinità.
La nostra conversazione si riduce a quelle poche parole e passiamo il nostro tempo a mangiare.

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Imprescindibile Come L'amore
RomanceCOMPLETO. "Quasi senza ossigeno esco dall'acqua e torno a respirare,alzo lo sguardo e lui è qui,di fronte a me con i gomiti appoggiati sulle gambe piegate e appena mi vede inizia a ridere. Una risata sonora e bellissima. Ed io mi incanto a guarda...