capitolo 2

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Entro nell'ascensore trascinando i piedi che non se la sentono di muoversi,sembra di avere due macigni laddove prima c'erano le mie gambe.
Il panico ha preso possesso di tutto il mio corpo.
Sento una gocciolina di sudore attraversare lenta la colonna vertebrale per infrangersi sul fondo della maglietta.
All'interno della cabina aleggia un silenzio tombale e mi assale un senso di inquietudine e di paura.
Forse ho guardato troppi film polizieschi ultimamente e lui non vuole uccidermi... o forse vuole farlo davvero ed io devo cercare al più presto una via di scampo.
Il problema è che chiusa in una cabina di ascensore di uscite ce ne soni poco,eccetto la porta che però è interamente occupata dalla sua figura statuaria.
Guardo l'uomo davanti a me cercando di studiare il mio nemico e per captare quali siano le sue intenzioni,ma lui si limita a fissarmi con la sua solita faccia imperscrutabile ed io mi ritrovo al punto di partenza.
Mi sento come un piccolo topo in gabbia in compagnia di un leone feroce.
L'ascensore si ferma,si sposta di lato e mi fa segno di uscire prima di lui.
Io eseguo gli ordini come un bravo soldatino e cammino guardinga. Così,con mio grande sollievo non sono nei parcheggi sotterranei, ma in una sala ampia e illuminata,con le vetrate che regalano una vista mozzafiato sulla città. Ci sono poltrone bianche,divanetti dello stesso colore e tavolini in vetro e acciaio. È tutto raffinato ed elegante.
Proprio un posto adatto a me!Penso girando su me stessa come una bambina osservando tutto ciò che mi circonda.
Solo dopo aver curiosato in giro mi accorgo che in fondo c'è un grande bancone bianco lucido e un forte aroma di caffè invade le mie narici.

Guardando la raffinatezza del luogo arrivo alla conclusione che per bere  un caffè qui ti conviene vendere un  rene!!!
Il tipo,che non mi rivolge la parola, si posiziona su un divanetto,poggia un braccio sul bracciolo e si posiziona comodo allargando di poco le gambe. Io mi ritrovo a deglutire rumorosamente senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso . È davvero una visione sublime. Così decido di sedermi sulla poltrona di fianco allo sconosciuto e un attimo dopo arriva una cameriera,ovviamente bionda e con il décolleté in bella vista,che sorride in modo sensuale al bellissimo uomo di fianco a me. Lui non le fa aprire bocca e ordina subito un caffè,poi rivolge il suo sguardo a me.
<ehm.. prendo anche io un caffè,grazie>e sorrido imbarazzata,questa situazione sta logorando i miei organi interni. Perché non mi dice direttamente cosa vuole da me,cosicché io possa mettermi l'anima in pace e ricominciare a respirare normalmente?
Invece no! Si diverte a tenermi sulle spine,con le mani sudate e il cuore che sembra voglia abbandonarmi da un momento all'altro.
La cameriera va via e tra noi torna l'assoluto silenzio.
<Ehm... posso sapere perché mi ha portata in un bar?>chiedo con un filo di voce e quel poco coraggio che ho trovato.
<Volevo un caffè!>Mi risponde con nonchalance,come se fosse la cosa più normale del mondo rapire una persona solo perché hai voglia di un caffè.
E perché non te lo prendi da solo sto caffè?
<Oh beh un caffè è sempre ben accetto>
Non So cosa stia dicendo il mio cervello è in tilt . Aiuto!!
Non che lui mi stia dando una mano,qiestaal conversazione merita il titolo di più fruttuosa dell'anno.
<Io sono Aiko Morris e lei...?>Mi sorprendo di me stessa e della mia capacità di reagire a situazioni fuori dal comune.
<Adam> Pronuncia il suo nome con quelle labbra carnose e sexy e per un attimo mi perdo in tanta perfezione.

<È davvero bello questo posto,ti da una sensazione di benessere>ci riprovo quantomeno ad avere una discussione decente.
<È proprio per questo che l'ho creato>non lo dice con saccenza ,ma con semplicità.
<Vuole dire che anche questo bar è suo?>Chiedo completamente spiazzata.
Mi guarda con un sorriso sornione<Tutto il palazzo è mio> e questa volta lo ammette con vanesio.
Io lo guardo con la bocca spalancata.

Cioè mi vorresti dire che tu, oltre ad essere bello da mozzare il fiato, possiedi l'intero edificio che non so di quanti piani sia fatto?!
Per fortuna arriva la cameriera ancheggiando eccessivamente a portare i nostri caffè. Lavora su dei tacchi a spillo di almeno dodici centimetri e mi chiedo come possa arrivare a fine servizio. La ringrazio ma lei non mi degna di uno sguardo,ha occhi solo per Adam che però non smette di fissarmi.
Bevo il mio caffè ed è davvero buono, poggio la tazza sul piattino ed inizio ad essere di nuovo a disagio,perché non so che cosa dire. Ogni mio tentativo di conversazione è stato miseramente reso vano. In mio soccorso arriva il mio telefono che inizia a squillare.
Grazie nonna!Esulto nel leggere il nome della mi donnina che si illumina sul display.
Mi scuso e rispondo.
<Pronto?>
<Aiko tesoro non ti sarai dimenticata dell'appuntamento dal medico? Devo essere lì tra venticinque minuti.>
Mi schiaffeggio la fronte con la mano<Si arrivo subito non ti preoccupare>
Rimetto il telefono in borsa e mi alzo<La ringrazio infinitamente per il caffè e per la splendida conversazione . Le auguro una buona giornata>
Me ne vado in fretta,ma non prima di avere visto la sua occhiataccia dovuta alla mia battuta.

Imprescindibile Come L'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora