Forse senza neanche rendersene conto, poggia delicatamente la sua mano sulla mia testa accarezzandomi, intenerito dal mio aspetto da cagnolino bagnato, ritraendola però subito dopo. Peccato che quel contatto sia durato così poco, non mi era affatto dispiaciuto ,anzi....
Non mi accorgo dei denti che battono a causa del freddo finché non inizio a parlare.
<Scusami ti ho bagnato tutto. Ti ricomprerò il vestito. Cioè no! Costerà più di quello che guadagno in un mese. Ecco io...>Balbetto frasi senza alcun nesso logico, mentre controvoglia mi allontano da lui sentendo ancora più freddo.
<Seguimi>Mi ordina burbero come se l'Adam di due secondi fa, quello del gesto involontario ,sia completamente scomparso.
Come al solito la sua simpatia mi lascia stupefatta.
Ed io che pensavo avesse un minimo di gentilezza,ma a quanto pare è stata solo frutto della mia immaginazione.
Entriamo nella hall e si dirige alla reception,con una povera ragazzina sciocca e bagnata che lo segue come un segugio ben addestrato.
Mi sento davvero un'idiota, per questo mi faccio piccola piccola ed evito di attirare l'attenzione su di me,almeno non più di quanto la scia d'acqua dietro di me abbia già fatto.
La donna dietro la grande scrivania mi guarda curiosa e sento le guance andare a fuoco, mi copro il viso con la mano mentre mi mordo le labbra.
Com'è possibile che ogni volta che sono con lui mi capitano solo cose imbarazzanti?
Adam afferra le chiavi ed inizia a salire le scale. Io resto impietrita,con i piedi attaccati al pavimento,forse l'acqua è penetrata fino al cervello e ormai ha smesso di funzionare.
Al quinto gradino lui si gira e mi guarda seccato<Muoviti.>.
Quest'uomo è in grado di peggiorare di secondo in secondo e vorrei proprio mandarlo a quel paese, voltarmi e andarmene per la mia strada,ma il freddo si sta iniziando a farsi sentire sempre di più ed ogni mia volontà sparisce.
Tremo come una foglia davanti alle poche persone presenti nella hall che mi osservano come fossi un alieno,quindi mandando al diavolo il mio orgoglio e bisognosa di lasciare quel posto all'istante, lo seguo di corsa.
Salgo le scale, lasciandomi guidare da lui che si muove come se conoscesse il posto alla perfezione. Si ferma davanti la porta della stanza numero sette e fa scattare la serratura con la chiave magnetica. Mi fa cenno di entrare ed io a testa china avanzo nella grande camera.
Oltre i due divani di pelle nera c'è il letto con dei petali rossi in netto contrasto con il lenzuolo bianco candido.
I miei pensieri iniziano a vagare lungo sentieri tutt'altro che pudici e sento le guance andare a fuoco.
<Vuoi restare a sgocciolare sul pavimento ancora a lungo!>
Sobbalzo colta alla sprovvista e mi voltò verso di lui che inarca un sopracciglio guardandomi perplesso.
Nella sua espressione niente di lontanamente simile a ciò che la mia immaginazione ha partorito.
È mai possibile che un uomo, una donna e un letto contanto di petali di rosa non sortiscano alcun effetto?!
In un istante però la realtà mi si palesa davanti,come un dannato pugno in faccia.
Non è il contesto, non è l'atmosfera... Sono io. Lui non è attratto da me, altrimenti come potrebbe mai resistere alla tentazione.
Allarga la sua cravatta,sbottona la giacca che butta distrattamente sul divano ed io resto immobile, con lo sguardo fisso su di lui. Così bello, così affascinante.
Mi prendo un po' di tempo per osservarlo meglio partendo dalle gambe, all'addome visibile grazie alla camicia bagnata, la mandibola, le sue labbra, il suo naso e ... I suoi occhi.
<Oh Cavolo.>Dico d'istinto quando mi rendo conto che aveva osservato tutto e con la vergogna a colorarmi il viso scappo in bagno e mi chiudo dentro. Finalmente posso fare un sospiro di sollievo e rilassarmi un po'.
Apro l'acqua nella doccia,mi spoglio e quando vedo il vapore fuoriuscire mi fiondo sotto il getto. Avevo proprio bisogno di questa sensazione di calore,mi sta riscaldando anche le ossa. Appoggio le mani sulle piastrelle e resto per un po' a bearmi dell'acqua.
Mi insapono con calma e con altrettanta calma mi asciugo. Indosso l'accappatoio bianco legandolo in vita e metto le pattine che hanno messo a disposizione. Mi sento una "riccona" durante una vacanza di lusso.
Guardò il mio riflesso nello specchio e come un lampo ricordo che non ho più alcun indumento persino le mie mutande sono zuppe,quindi ora cosa faccio? Vado in giro senza?!
Prima che possa mandare in fumo il cervello con questo dilemma mi affaccio dalla porta e vedo Adam seduto sul divano con il telefono in mano. Non so se abbia qualche potere speciale,ma si gira nello stesso momento e mi osserva da capo a piedi mentre ogni piccolo pezzo del mio in cui si posano i suoi occhi va a fuoco.
<i tuoi vestiti>
<Cosa?>Chiedo perplessa.
<I tuoi vestiti>Ripete come se farlo potesse aiutarmi a capire dove vuole andare a parare.
Qualcuno tossisce in un angolo della stanza e solo adesso mi accorgo della presenza di una donna che mi guarda imbarazzata.
<Signorina.>Inizia la sconosciuta con un debole sorriso<Sono qui per prendere i suoi abiti e farli asciugare.>Mi informa allungando una mano.
Io corro nel bagno, raccolgo tutte le mie cose ,che ancora grondano acqua e gliele porgo.
La donna con un cenno del capo, si volta e va via.
Nonostante stia dando le spalle ad Adam ho la sensazione di avere i suoi occhi iincollati su di me. Stringo meglio la cintura in vita e balbettando qualche scusa torno nel bagno.
Prendo l'asciugacapelli passandolo sui capelli. Dopo oltre dieci minuti e miliardi di tentativi di dare loro un senso, capisco che devo escogitare qualcosa, così afferro il fiocco intorno al sapone e li lego in una cosa disordinata.
Non posso di certo continuare a nascondermi qui dentro, stringo le mani a pugni e mi faccio coraggio per tornare da lui. Adam è di nuovo con il telefono in mano, così concentrato da non prendersi neanche la briga di alzare lo sguardo e da un lato gliene sono grata. La sensazione di non avere nulla che copra le mie intimità mi fa sentire nuda nonostante la stoffa spessa dell'asciugamano.
Perché non ho portato con me un paio di mutande extra? Immagino che nella pochette ci sarebbero entrate. Maledizione a me e alla mia poca lungimiranza.
Passano alcuni minuti nel silenzio più totale. E se qualcuno potrebbe pensare che ormai io vi abbia fatto l'abitudine, beh non è affatto così. Mi rendo conto che ad oggi incontro mi senti sempre più a dusagio.
Per fortuna qualcuno bussa alla porta e lui si alza subito per andare ad aprire. Quando ritorna ha poggiato sull'avambraccio il mio vestito asciutto e perfino stirato.
Mi avvicino a lui e glielo strappo letteralmente dalle mani, troppo ansiosa di aggiungere strati di di tessuto sulla mia pelle esposta.
Mi chiudo per l'ennesima volta in bagno e mi vesto. Guardo le décolleté che giacciono in un angolino, l'azzurro è diventato un blu notte e prego che non si rovinino altrimenti di Amanda mi terrà il muso per chissà quanto.
Le raccolgo e decido di tenere le sexy pattine bianche.
Torno nella stanza felice di poter porre fine a questa situazione< Ti ringrazio davvero non avrei saputo cosa fare. Torno al matrimonio così chiedo alla mia amica di accompagnarmi a casa>mi affretto a dire raggiungendolo.
<Ti accompagno io> Mi fulmina con lo sguardo .
<Già hai fatto tanto non preoccuparti>provo ancora perché non vedo l'ora di fuggire il più lontano possibile. Non so perché ma ogni volta che sono con lui niente è normale.
Adam fa finta di non ascoltarmi,si alza e mi porge la sua giacca. Lo guardo con aria interrogativa finché capisco che me la sta dando per riscaldarmi. Non che ci voglia un genio per comprenderlo, ma diciamo pure che i miei neuroni in sua presenza tendono a sbavare senza adempiere a nessun'altra funzione.
Afferro la sua giacca e la indosso. Usciamo dalla stanza e stavolta prendiamo l'ascensore che porta al parcheggio sotterraneo.
Imbarazzata guardo i miei piedi e sorrido come un ebete.
Sono una ladra di pantofole. Chissà se la legge prevede una punizione per le criminali come me.In auto non dice una parola,si limita a guidare e guardarmi ogni tanto giusto per qualche secondo.
Arriviamo a casa mia in un attimo
Come?
Le strade sono completamente deserte e quindi lui ha deciso di correre come un folle. Ho il cuore in gola e una mano arpionata al sedile.
Ci metto un po' a riprendermi e con gambe tremanti esco dall'auto .
Lo ringrazio e gli auguro la buonanotte.
Cos'è un dejavu ?
Adam mi fissa ,fa un cenno col capo e va via.
Io aspetto sul marciapiede stringendomi nella sua giacca sempre più sconvolta.
Voltandomi guardo la casa di Amanda e solo ora ricordo che non le ho fatto ancora sapere nulla.
Entro in casa e compongo subito il suo numero.
<Pronto?>
<Amanda sono Aiko prima che tu possa inveire contro di me in mia difesa posso dire che a causa di alcune vicissitudini strane sono tornata a casa prima. Poi ti racconterò tutta la storia.> Parlo a raffica così da non poter essere interrotta.
<Mah,ultimamente sei davvero strana> mi dice soltanto sospirando esausta.
<Tu lo sei sempre stata>Le dico di rimando,perché quella strana tra le due è proprio lei che in risposta inizia a ridere.
<Buonanotte>mi dice un po' strascicando le parole segno che è un po' brilla.
<Buonanotte> le rispondo felice di essermi risparmiata la sua ramanzina.
Vado in camera,infilo il mio sexy pigiama pezzato e mi stendo sul letto portando con me anche la sua giacca. È completamente impregnata del suo profumo.
La stringo forte a me ricordando il suo volto sorridente.
Ah quanto vorrei assaggiare le sue labbra!!

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Imprescindibile Come L'amore
RomansaCOMPLETO. "Quasi senza ossigeno esco dall'acqua e torno a respirare,alzo lo sguardo e lui è qui,di fronte a me con i gomiti appoggiati sulle gambe piegate e appena mi vede inizia a ridere. Una risata sonora e bellissima. Ed io mi incanto a guarda...