Capitolo 14

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La nebbia regnava solenne nel maestoso cielo che si innanzava tra gli alberi della foresta. Le gocce di rugiada toccavano debolmente il terreno, pareva quasi che si stessero preparando ad un evento imperdonabile. L'aria era fredda, il vento scompigliava i capelli.

«Perché ha scelto proprio loro, principe?»

«Perché non voglio sposarmela, sua figlia»

Disse Alan strattonando il polso della donna e quello della bambina. Aveva scelto loro come nuove vittime da dare in pasto ad Axel. Una anziana signora e una bambina. Lily piangeva, terrorizzata, mentre stringeva il braccio destro della madre in cerca di conforto; un conforto che, in quella situazione, la madre non era in grado di donarle. L'anziana donna tentò invano di ribellarsi alla presa ferrea del ragazzo. Giunsero a destinazione. Una abitazione immersa tra gli alberi della foresta, dall'esterno pareva quasi una abitazione abbandonata, ma l'interno era più che curato. Appena entrato trovò l'intero gruppo ad accoglierlo. Lasciò le due vittime nelle mani di Hally, per poi andare ad abbracciare suo fratello.

«Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti? Due? Tre anni?»

Disse Alan sorridendo alla vista di Felix. I suoi fratelli gli erano mancati così tanto e a breve si sarebbero riuniti tutti e tre.

«Mi sei mancato, Alan. Però abbiamo un bel problema da risolvere. Axel si è fissato ancora sulla questione del digiuno, non vuole uccidere, quindi smise di mangiare, per questo ora il demone ha prevalso su di lui e gli abbiamo dovuto dare in pasto cinquanta persone, non mangiava niente da cinquanta giorni. Questo è solo il primo problema. Il secondo è che Eizan è sparito e credo quell'idiota di nostro fratello ne sappia qualcosa.»

Disse Felix, per poi andare a portare le ultime due vittime ad Axel. Le prede piangevano disperatamente in cerca di aiuto, ormai avevano capito che la loro vita sarebbe giunta al termine, in quella stanza. Axel spalancò la bocca facendo spazio ai denti aguzzi, divorando la carne umana che gli si parava di fronte. Rimasero solamente le ossa.

Axel aprii gli occhi, ritrovandosi sdraiato sul divano, circondato dall'intero gruppo. Si ricordava tutto ciò che era successo; i morti, le cose che aveva detto, Eizan e Elide.

«Oh, ti sei svegliato finalmente. Vedi di non digiunare più, idiota»

Disse il ragazzo dai capelli blu, per poi buttarsi addosso ad Axel che era sdraiato sul divano, ancora intontito.

«Felix, spostati, si è appena ripreso. Così lo fai svenire di nuovo»

Disse Alan guardando preoccupato Axel, sembrava aver appena ricordato qualcosa di sconvolgente.

«Eizan e Elide...io li ho rapiti. Li ho torturati. Loro sono ancora lì»

«Dove sono, Axel?»

Disse Felix, cercando di comprendere la situazione

«Nel vecchio scantinato, quello dove giocavamo da piccoli»

«Va bene. Io, Haiky, Lessay ed Hally andremo lì. Alan, Fumiko e Jackie voi state qui con Axel»

Si recarono allo scantinato nominato da Axel, trovando all'interno una ragazza e un ragazzo. Elide e Eizan.

«Che ci fate qui? Siete venuti a tirarci fuori da questo porcile spero»

Disse Eizan, ancora seduto sul gelido pavimento, privo di vestiti. Sentirsi vuoti è orribile. Quella sensazione di non valere niente, quella sensazione di non esistere; come se la tua anima stesse abbandonando il tuo corpo con una lentezza estenuante. Era così che si sentiva Elide ed odiava tale sensazione; doveva fare qualcosa per cambiare, riprendersi la propria vita, anche a costo di dover uccidere per farlo.

«Si, siamo qui per questo, tuttavia, se ti rivolgerai a noi in questa maniera, vi lasceremo qui»

Disse Felix per poi lasciare che fossero gli altri ad aiutare i due prigionieri, mentre lui faceva strada verso il ritorno.

Axel non si dava pace, la testa pareva quasi esplodergli. Non era mai stato lui il padrone del suo destino. Non aveva mai comandato lui la sua stessa vita. Era così stufo della sua situazione, eppure non poteva fare niente per migliorarla, doveva solo attendere la fine di quella missione. Avrebbe aspettato, se in palio ci fosse stata la libertà.

Eizan e Elide vennero portati nella loro dimora sperduta tra gli alberi della foresta. Ad entrambi venne spiegata l'intera situazione, per cui avrebbero evitato di spaccare in due la faccia di Axel, almeno per il momento. Elide si diresse verso il bagno, pronta a dedicarsi ad una doccia bollente. Il vapore lasciava la stanza. Piccole gocce d'acqua le abbandonavano i capelli bagnati; pareva quasi stessero fuggendo dal corpo della persona stessa.

«Domani dovrete aiutarmi a trovare Marck. Nostro padre ha qualcosa in mente per lui. Però c'è un problema. Felix, Axel. Per riuscire a salvarlo dobbiamo dire tutto alle persone qui presenti»

Disse Alan, per poi voltarsi verso i suoi fratelli che annuirono debolmente.

«Esattamente, perché credete di essere ancora vivi?»

La foresta neraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora