I ricordi tornarono alla mente violenti e dolorosi come un pugno dritto alla tempia. Erano morti, tutti; allora perché non si erano mai sentiti più vivi?
In quel momento Haiky capii tutto; guardò Felix. Lo amava con il suo corpo, anche se esso si trovava in una bara. Lo amava con la sua anima, anche se essa era contaminata e sporca. Lo amava con il suo cuore, anche se non batteva più. Lo amava con gli occhi, con le mani, con le braccia, con la bocca. Lo amava con ogni mezzo che poteva impiegare per questo sentimento così potente e feroce.
Lee si guardava allo specchio e non si piaceva. Ogni tratto femminile nel suo corpo era di troppo. I genitori lo obbligavano a portare i capelli lunghi. Certe volte le voci gli dicevano di mozzarsi il seno. Gli sarebbe piaciuto essere un uomo, anche a costo di dover avere la scocciatura di rasare la barba. Si sentiva solo. Estremamente solo. Niente andava come voleva lui. Tutti si rivolgevano a lui utilizzando i pronomi femminili, alcuni perchè non sapevano, altri perchè ignoravano. I genitori lo massacravano di botte. «Tu sei mia figlia» dicevano. «Non sarai mai un ragazzo» dicevano ancora. «Cosa abbiamo fatto di male io e tuo padre per meritarci una delusione come te?» ripetevano nuovamente. Era un loop infernale che procedeva all'infinito. Ogni frase era accompagnata da un occhio nero ed un labbro insanguinato. Una notte Lee prese le forbici e si tagliò i capelli. I genitori andarono su tutte le furie e lo picchiarono, più del solito. "Almeno ora qualcuno mi scambierà per un ragazzo" pensava con un filo di speranza mentre si asciugava il sangue che gli cadeva dal labbro inferiore. Erano così le sue giornate. Si alzava, andava a scuola, si sentiva a disagio, tornava a casa, botte. Ormai era un ciclo infinito. Quella sera stava osservando i sottili riccioli che gli ricadevano sul volto, leggermente più su dei suoi grandi occhi verdi, quel poco che bastava per avere una buona visuale. I capelli erano dello stesso colore della sua scrivania, quel marroncino chiaro tendente al giallo. Era una sera così tranquilla. Quel giorno non aveva ricevuto le botte, mamma e papà erano in viaggio da una settimana, il giorno seguente sarebbero tornati. Prese un respiro profondo per poi passare lo sguardo dal suo volto al suo fisico. Il seno era già più evidente rispetto al precedente anno per via della crescita. Non sopportava più gli abusi che riceveva continuamente. Morì impiccato al lampadario della sua camera, davanti allo specchio. Aveva solo dodici anni.
«Alan, ti prego. Spiegaci la situazione e sii onesto»
Disse Elide posando lo sguardo su Alan. L'adolescenza sono gli spintoni, le carezze, i baci, i sorrisi, i pianti di notte, i concerti, gli amici; ad Elide sarebbe piaciuto godersi tutto ciò prima di morire. I suoi genitori erano insegnanti, suo padre di matematica e sua madre di lettere, erano sempre stati austeri nei confronti della figlia; nonostante avesse ormai diciotto anni non le era mai stato permesso di andare ad un concerto senza i suoi genitori. Non aveva mai conosciuto il gusto dell'alcool, non conosceva il batticuore delle serate con le amiche, non conosceva il sapore di un bacio e non conosceva il divertimento. Ormai lei era morta, eppure non aveva mai vissuto.
«Ve lo spiego io. Siete morti, tutti voi. Questo luogo, questa foresta, è una via di mezzo tra la vita e la morte. Nel momento in cui una persona muore, finisce in questa foresta, per poi, successivamente, andare nel mondo dei morti, nel mondo degli umani morti.»
Esordì Felix per poi posare gli occhi, con fare distratto, su ogni componente del gruppo. Axel sedeva sul divano costruito interamente da pelle umana.
«Ma che stai dicendo? Io non ricordo niente del genere»
Fumiko sbiancò completamente. Il viso le divenne pallido, le mani tremolanti e la fronte sudata. Sgranò gli occhi, sommerse le mani nella felpa color lilla che la copriva fino alla vita. In quel preciso istante capii che la sua vita fosse giunta al termine ed in simultanea la stessa sorte era toccata alla sua morte. Un'anima demoniaca sovrastava la stanza con la sua presenza negativa, eppure, nessun'altro in quella camera riusciva a vederla, eccetto lei ed i tre principi della morte. Quella presenza oscura era lì per lei, era arrivata per prendersi la sua anima. In un istante quasi impercettibile, Fumiko sparì nel nulla.
«Che avete fatto a mia sorella!?»
Urlò Jackie in preda ad un'ira indomabile. Corse nel punto in cui pochi secondi prima si trovava la ragazza dai capelli rosa. Singhiozzava mentre un innumerevole numero di lacrime gli abbandonavano il volto, aderendo al tappeto della stanza. Tastava il pavimento con le mani gelide, quasi a voler sperare che fosse tutto un brutto sogno, come se le sue azioni senza senso gli avrebbero portato in dietro sua sorella. Erano nati insieme, erano morti insieme, eppure, alla fine, si erano comunque separati. Axel si avvicinò a Jackie, appoggiandogli una mano sulla spalla, cercando i trasmettergli un minimo di conforto.
«Mi dispiace molto, Jackie. Qui funziona così, se un umano non si ricorda di essere morto diventa parte delle anime oscure di questo luogo, per cui, mi dispiace molto dirtelo, ma da questo momento tua sorella è nostra nemica e, se dovessimo incontrarla, non esiterò ad ucciderla. Siamo in guerra da anni con quelle anime dannate e non ho intenzione di fare eccezioni»
Disse Felix, per poi avvicinarsi ai suoi fratelli.
«Noi siamo i tre principi di questo mondo. Il mio creatore diede vita a me e ad Alan, dandoci come incarico quello di seguire le vite umane e mandarle all'altro mondo. Questo compito dura quindici anni, infatti questo è il mio ultimo incarico, per Alan è il penultimo, dopo averlo portato a termine andremo in un altra dimensione. Ora, se ti va, Axel, puoi raccontare la tua versione dei fatti.»
Disse il ragazzo dai capelli blu, ridacchiando leggermente.
«Io ero posseduto da un demone, per questo motivo sono stato cresciuto dal creatore e sono sempre stato al fianco di Alan e Felix come un fratello. Ho proposto al creatore di seguire l'ultimo caso di Felix assieme a lui e, in cambio, mi avrebbe liberato dal demone che invade la mia anima permettendomi di andare nel mondo degli umani morti, una volta terminata la missione.»
Spiegò Axel, sistemandosi la cravatta al collo. Il giorno seguente sarebbero partiti per andare al palazzo, a salvare Marck.
«Ma chi sarebbe questo creatore?»
Domandò Hally.
«Il primo umano dotato di intelligenza ad essere morto.»
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La foresta nera
Mystery / ThrillerSette ragazzi si perdono in una foresta che sembra normale ma nasconde oscuri segreti. Guidati da demoni sinistri, devono risolvere enigmi e ricostruire misteriosi frammenti del loro passato per scoprire la verità e trovare una via d'uscita.