Capitolo 28

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La morte dev'essere per forza una cosa brutta? La morte dev'essere per forza motivo di pianto? E, soprattutto, pensare queste cose dev'essere motivo di vergogna?

Questa non è una storia d'amore, è una storia d'odio gelata da una finta brezza d'amore.

Sono cresciuta con sette fratelli, nessuno di loro mi calcolava. Sono stata la prima donna nelle creature del nostro creatore e, questo, mi posizionava a dieci gradini più in basso rispetto ai miei fratelli. Come se non bastasse, il nome peggiore toccò a me. Anita. Se qualcuno vuole abbreviarlo per renderlo più dolce? Ani. No, a questo punto è meglio intero. Ita? Nita? Ninì? Forse il migliore è Nita. Ad ogni modo, non siamo qui per parlare di questo.

Il mio creatore mi faceva continui esperimenti, per poter creare altre creature donne. Per questo mi dispiace per Felix. Gli stessi esperimenti sono stati fatti su di lui?

Nel palazzo reale venivano nominati fin troppo spesso i tre Principi della morte. Felix, Alan ed Axel. Felix in quanto prima creatura, Alan seconda ed Axel era il "ragazzo-demone" di cui tutti parlavano.

La mia vita fu principalmente costituita da esperimenti.

Il 29 dicembre compivo sette anni. Come regalo, il mio creatore mi costrinse a combattere a sangue contro il più piccolo dei miei fratelli. Il piccolo James. Era più grande di me di un anno. Ricordo bene quella sensazione d'odio e terrore. Ricordo il suo sangue che mi invadeva la bocca. Legai i miei capelli lilla in una coda disordinata, puntai le mie iridi celesti in quelle scarlatte di mio fratello. Lui era debole. Il mio creatore sapeva bene che l'avrei battuto. Per lui eravamo solo esperimenti. Faceva tutto ciò che era in suo potere per spingerci al limite, per vedere fin dove arrivava la nostra forza. I miei artigli invasero il collo del mio avversario, i miei denti aguzzi lo smembrarono a morsi.

Non era la prima volta che uccidevo qualcuno. La prima volta uccisi tre uomini, amici del mio creatore. Volevano mettermi le mani addosso. Volevano toccarmi. «Ma che bella bambina» Dicevano. Non mi stupirebbe scoprire che in realtà era tutto un piano del creatore per osservare la mia reazione. Avevo quattro anni.

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