Il sole era ormai calato, lasciando spazio alla luna. Era incredibile come funzionava il sistema dell'universo, se il sole e la luna fossero stati umani si sarebbero presentati scontri continui. Umani che vogliono andare a riposare prima del previsto, umani che vogliono turni diversi. Se il sole e la luna fossero stati umani l'intero universo sarebbe crollato. Sole, luna: non fate come noi. Non so in quanti avranno compreso questo ragionamento, se sei tra i pochi che hanno capito, puoi davvero dire di ragionare in modo differente dalla massa.
Elvis spalancò le sue enormi ali nere, per poi mimetizzarsi con l'oscurità del cielo notturno. Il suo momento preferito della giornata. Dopo un giorno impegnativo, poteva finalmente godersi un po' di tranquillità nella leggera brezza di quel periodo. Le sue ali erano come quelle di un pipistrello, solo più grandi e più affilate. Perché quando pensiamo alle ali ci vengono subito in mente quelle soffici e tenere? Le sue non erano così. La sua forma fisica non era da meno, insieme alle sue ali. Un essere infernale. I capelli castano scuro, tendente al nero; erano ricci e gli cadevano sugli occhi, coprendogli leggermente la visuale. Gli occhi rosso fuoco. Il sopracciglio destro era intrappolato da un piercing, così come i lobi delle sue orecchie. Era alto e abbastanza muscoloso: poteva torreggiarti facilmente. Elvis si voltò di scatto, osservando la creatura alata dietro di lui.
«Che ci fai qui, angioletto? Sbaglio o la vostra specie è in via d'estinzione?»
Si fermò, per osservare meglio la ragazza dietro di lui. Indossava un vestito di seta bianco, le arrivava all'inizio delle ginocchia e un corsetto nero le stringeva leggermente la vita. Portava i capelli sciolti, erano bianchi e dei fiori lilla erano intrappolati tra essi. Il colore degli angeli era il bianco, era così da sempre, per questo motivo il creatore aveva ordinato a tutte quelle creature di portare colori chiari. Gli occhi della ragazza saettarono su Elvis. I suoi occhi erano di un colore impossibile da descrivere; presentavano delle sfumature dorate, ma anche delle sfumature lilla. In alcuni punti parevano essere addirittura trasparenti. Meraviglioso. Delle enormi ali bianche la facevano fluttuare nell'aria. Soffici e morbide, composte da piume.
«Sono qui perché ho scoperto cosa hai intenzione di fare alla mia umana. Come sai, noi angeli abbiamo il compito di proteggere un umano che ci viene affidato. Non ti permetterò di giocare con il destino della mia umana.»
Becky-Betty Smith, questo era il nome dell'umana. La ragazza si avvicinò ad Elvis, rendendosi così conto dell'enorme differenza d'altezza tra loro due.
«Io vi odio proprio, voi angeli. Siete sempre così melliflui. Vi credete dolci, amorevoli; ma è tutto falso. Siete solo falsi. Noi demoni siamo angeli senza falsità.»
Ringhiò Elvis. Odiava veramente gli angeli, ed era vero, erano melliflui. L'angelo proiettò le sue iridi in quelle sanguigne del suo nemico naturale.
«Senti, demone. Il mondo dei vivi sta precipitando lentamente, credi davvero che uccidere quella ragazzina porterà qualche cambiamento?»
Chiese la ragazza, tentando in ogni modo di mantenere un tono di voce gentile. L'ultima cosa che desiderava era scatenare l'ira di un essere infernale.
«Uccidere? Chi ha mai parlato di uccidere? Ci dipingete come dei mostri, come esseri orripilanti. Vuoi la verità? La tua umana mi ha contattato con degli incantesimi segreti. Mi ha chiesto di andare lì, da lei. Perché non poni un po' più di attenzioni nelle sue azioni anziché nelle mie?»
Elvis aveva ragione, lei lo sapeva. Tutti lo sapevano, eppure ignoravano il tutto. Dipingevano i demoni come mostri, come esseri maligni; eppure, anche gli angeli, nel corso della loro storia, avevano compiuto atti malvagi.
«Hai ragione, demone. Però io ho usato una magia, perché credevo tu volessi uccidere Becky.»
Sussurrò la ragazza, abbassando lo sguardo. L'aveva combinata grossa, se lo avesse scoperto il creatore, avrebbe ricevuto botte. Elvis puntò il suo sguardo su di lei, cercando in tutti i modi di non perdere la calma.
«Che magia?»
Sussurrò a denti stretti. La ragazza alzò lo sguardo.
«Dobbiamo stare insieme obbligatoriamente per ventiquattro ore. Mi dispiace, non sapevo come altro tenere al sicuro l'umana»
Elvis si avvicinò a lei. Il suo sguardo lanciava odio e veleno. Rosso sangue. Lei alzò lo sguardo, incontrando le sue iridi bollenti.
«Si può sapere perché hai fatto una cosa del genere?»
La voce rabbiosa, velenosa. Tutto di lui incuteva timore, in quel momento: la voce, l'aspetto fisico, le ali, l'altezza e addirittura la sua stessa presenza.
«All'inizio mi sembrava una buona idea»
Sussurrò Emy. Diminutivo, stava per Emily, ma tutti utilizzavano Emy o Amy, per cui ci aveva fatto l'abitudine. Elvis si avvicinò ancora di più a lei, per quanto fosse possibile. Emy deglutì, rumorosamente.
«Ti sembrava una buona idea?»
Chiese, immergendo una mano tra i capelli bianchi della ragazza. Le strinse la cute con gli artigli. Quando vide che iniziava a sanguinare, la lasciò andare. Sorrise, mostrando i canini aguzzi.
«Oh, scusa. All'inizio mi sembrava una buona idea»
Disse lui, ridacchiando.
Intanto, nella Prigione Mentale...
Non erano soli, la compagnia era arrivata prima del previsto. Enormi occhi luminosi li scrutavano. Le anime oscure erano progettate per uccidere gli esseri soprannaturali. Haiky, Elian, Axel ed Anita finirono in trappola; chiusi nella cella insieme ad Alan, Felix e Marck. Provarono a rompere le sbarre, ma era impossibile: i loro poteri erano bloccati dalla sostanza oleosa presente sulle sbarre.
«Axel, non riesco nemmeno a contattare nessuno via telepatica.»
Disse Felix, avvicinandosi al fratello. Jackie, Lessay, Hally ed Eizan erano in un'altra cella. Avevano diviso esseri soprannaturali e umani. Si erano portati via Fumiko, sparendo con lei nell'oscurità. Elian si avvicinò ad Axel, tenendogli la mano.
«Papà, ho paura.»
Sussurrò il bambino. Axel rimase zitto; come poteva consolarlo se neppure lui sapeva cosa fare? Felix prese l'altra mano di Elian, sorridendogli.
Non preoccuparti. Lascia che ci occupiamo io ed Axel di queste cose. Tu stai tranquillo. Ricorda: difenditi e uccidi.»
Sussurrò Felix, per poi vedere Elian leggermente più sereno. Haiky decise di prendere parola.
«Forse io so come fare. I miei poteri possono essere prestati in modo temporaneo, posso prestarli ad un umano. Le vostre celle non hanno questa sostanza che proibisce i poteri, quindi è perfetto. Axel, decidi tu chi chiamare e a chi dare i poteri temporaneamente.»
Axel si fermò a riflettere. Chi avrebbe dovuto chiamare? Che umano avrebbe dovuto scegliere? Hally. Lo sapevano tutti, era la più adatta a questo compito. Era coraggiosa, forte, sincera.
«Okay, perfetto. Hally contatterà un demone. Si chiama Elvis.»
Elvis ed Emy erano ancora assieme, per colpa della magia applicata da quest'ultima. Lui percepì qualcuno chiamarlo telepaticamente.
«Ciao, sei Elvis?»
«Si, perché?»
«Mi chiamo Hally, parlo a nome di Axel e Felix. Sono, anzi, siamo in pericolo. Siamo chiusi nelle "Celle Mentali". Ci serve il tuo aiuto, Elvis. Puoi venire ad aiutarci?»
«Certo, arrivo.»
«Bella fatina, dobbiamo andare. Devo salvare dei miei amici e tu devi venire con me.»
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La foresta nera
Mystery / ThrillerSette ragazzi si perdono in una foresta che sembra normale ma nasconde oscuri segreti. Guidati da demoni sinistri, devono risolvere enigmi e ricostruire misteriosi frammenti del loro passato per scoprire la verità e trovare una via d'uscita.