Capitolo 42

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"Al cuor non si comanda" tipica scusa di chi commette errori. I tuoi sentimenti ti comandano più di quanto tu possa effettivamente controllarli? Allora, reprimili. Il nuovo vicino di casa è troppo attraente ma, ahimè, sei già occupata in una relazione? Non tradire, se lo fai, guai a te se utilizzi quella scusa. Al cuor non si comanda. Si comanda eccome, invece. Questi erano i pensieri che passavano per la mente di Anita quando la porta della sua stanza si spalancò in modo brusco, sbattendo prepotentemente contro il muro.

«Qualcuno ha rapito Fumiko e Jackie. Crediamo possa essere stata Emy siccome era il suo turno di badare a Fumiko ed è sparita anche lei!»

Disse Axel, preoccupato. Axel preoccupato e in preda al panico era la versione peggiore che si potesse desiderare di avere nella propria vita, anche peggio di Axel-demone. Anita si alzò dal letto su cui riposava beatamente, i capelli lilla le si erano arruffati a causa della testa appoggiata sul cuscino.

«Calmatevi, magari non è stata Emy. Non abbiamo prove contro di lei, magari è stata rapita. Fermiamoci a riflettere.»

Disse la ragazza, posizionandosi davanti ad Axel. Accanto a quest'ultimo era presente Felix, con due coltelli in mano. Accanto al blu, Alan. I tre principi della morte.

«Sono certo sia stata lei, non ci si può fidare degli angeli.»

Prese parola Elvis, avvicinandosi ad Anita. Il demone aveva sempre provato un profondo senso di disgusto nei confronti degli angeli, li giudicava come la loro versione fatta male. Credeva fossero melliflui e ciò gli dava il voltastomaco.

«Solo perché li odi non vuol dire che sia stata lei.»

Elvis rimase in silenzio. Haiky si avvicinò ad Anita, prendendo parola nella conversazione.

«Piuttosto, Anita. Dov'è Hally? Perché siamo tutti qui. Io, tu, Felix, Axel, Elvis, Elian e addirittura Alan. Lei è l'unica -oltre Jackie, Fumiko ed Emy- a non essere qui. Per cui mi sorge una piccola domanda, lei dove si trova?»

In quel momento la sua voce emanava un senso di sicurezza e forza impossibile da ignorare. Nessuno gli aveva mai sentito quel tono in gola. Felix sorrise divertito e curioso di scoprire come si sarebbe evoluta la situazione, quando suo fratello Axel se ne accorse gli diede una leggera gomitata.

«Lei è andata a fare un giro, non è lei la spia. Impossibile.»

La porta d'ingresso scricchiolò piano, era arrivato qualcuno. Si precipitarono tutti in salotto, il cadavere di Eizan era ancora lì, puzzava. Lo ignorarono, avvicinandosi alla porta d'ingresso, spalancata.

«Perché vi comportate in questo modo? Un nuovo gioco?»

Sussurrò Hally, avvicinandosi al gruppo. Tutti si voltarono verso di lei con gli occhi sgranati. Se lei fosse stata lì non avrebbe potuto essere la spia, giusto?

«Lly è qui, visto?»

Disse Anita, non era mai stata più felice di rivedere qualcuno. Eppure, a Felix qualcosa non tornava in quella situazione. Hally si mostrò confusa.

«Perché? Che è successo?»

Chiese lei, Anita le spiegò tutto. Felix era diffidente, con tutti, eccetto suo fratello Axel. Dovevano essere prudenti. Tra di loro era presente una spia, tre di loro erano scomparsi. Il Creatore stava vincendo nel loro gioco, ma Felix era sicuro che sarebbe riuscito a batterlo. L'avrebbe battuto al suo stesso gioco. Elian osservava tutti i presenti di soppiatto, appena loro distoglievano lo sguardo.

«Dobbiamo pensare al piano per riprendere gli altri»

*

L'adolescenza è quel periodo in cui il tempo si blocca. Ti ritrovi in un limbo tra i bambini e gli adulti. Improvvisamente sei troppo grande per le cose dei piccoli, ma troppo piccolo per quelle dei grandi. Sei in un limbo, tra il mondo spensierato dei bimbi, e quello pesante degli adulti. Ed io vivrò per sempre in questa fase distruggente.

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