Capitolo 31

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Non si può mentire al cuore. Non puoi fingere di non amare qualcuno. Sia nel cosiddetto "Vero Amore", sia in modo platonico. In quest'ultima categoria cadevano Felix ed Axel. Il blu stringeva il fratello in un abbraccio un po' sghembo, a causa delle sbarre a dividerli. Entrambi sentivano un leggero bruciore sulla pelle, per colpa della sostanza oleosa presente sulle aste di ferro, ma non gli importava. Si erano mancati così tanto, in quegli anni. La vita è fatta di mancanze. Comprendi quanto tieni ad una persona, solo quando sei sul punto di perderla. Felix sorrideva come un bambino mentre stringeva suo fratello. I suoi occhi non erano mai stati così luminosi.

La loro mente tornò ad un ricordo, risalente a quando Axel aveva nove anni e Felix sei.

I tuoni si innalzavano nel cielo notturno, causavano un rumore disumano e incutevano timore. Felix, nella sua piccola stanzetta azzurra, cercava invano di prendere sonno. Aprii gli occhi azzurri, a causa del rumore dei lampi. Guardò fuori dalla finestra, ritrovandosi a malincuore di fronte alla prima delle sue fragilità. La paura del temporale. Il suo piccolo corpicino tremava per l'ansia, cercava invano rifugio sotto le coperte. Non riusciva neppure a dormire. Sguisciò fuori dalla sua camera, entrando silenziosamente in quella di suo fratello Axel. Quest'ultimo dormiva beato nel suo letto. Felix lo scosse leggermente, per poi vedere dei piccoli occhi neri scrutarlo da sotto le sopracciglia folte.

«Ho paura del temporale, Axel. Ho tanta paura, tantissima»

Disse Felix, rannicchiandosi accanto al fratello. Axel gli passò una mano tra i capelli azzurri, stringendolo a sé.

«Puoi stare qui, Felix. Mi prendo io cura di te, stai tranquillo. Non aver paura, ti proteggo io da tutte le cose crudeli di questo mondo.»

«Va bene, ma non dirlo al creatore. Se scopre che ho paura di cose così stupide, mi picchia e quando lo fa mi fa male tutto. Non voglio essere picchiato.»

Jackie, Anita ed Elian si avvicinarono alla cella, ansiosi di vedere Felix. Quest'ultimo sorrise ampiamente.

Jackie! Jackie! Jackie! Oddio, non ci posso credere. Giuro, wow. Non credevo di rivederti. Sei proprio diventato un figo.»

Urlò Felix, ridacchiando. Jackie sorrise, avvicinandosi al più piccolo.

«Grazie, Felix. Vorrei dire lo stesso di te ma non credo tu sia nelle migliori condizioni in questo momento.»

Felix rise, poi si zittì e si prese un momento per constatare quanto fosse cambiato l'amico. I capelli gli arrivavano sopra le natiche, lisci e di un colore sul biondo scuro. Gli occhi verdi luminosi, il viso fine e la bocca piccola. Il naso dritto e proporzionato. Non era molto alto, era di poco più alto di Felix, non che fosse difficile, vista la sua bassa statura. I suoi occhi blu slittarono più in basso, incontrando quelli verdi di Elian.

«Lui chi è?»

Chiese Felix, puntando le iridi chiare in quelle nere di Axel.

«Mio figlio. Mio e di Jackie. Si chiama Elian.»

Il blu sorrise ampiamente guardando il bambino davanti a lui. I capelli ricci gli cadevano leggermente gli occhi verdi. Elian sorrise guardando lo zio tanto nominato.

Axel, se me lo avessi detto anni fa, non ti avrei creduto. Ma aspetta...Io ti conosco! Sei quello che ho visto al palazzo quando stavamo andando a salvare Marck!»

Un ricordo gli balenò in testa.

«Qualcuno di voi ha visto quella stronza di nostra figlia? È una mocciosa di dodici anni, capelli chiari, occhi verdi. Se la vedete ditele di recarsi dai suoi genitori che hanno una bella sorpresa per lei» Urlò una donna che correva per il palazzo assieme al marito. Felix udii dei pianti provenienti da dietro le scale. «Perché stai piangendo?» Chiese Felix guardando il bambino dietro le scale. «I miei genitori mi cercano per picchiarmi, perché non sono come loro. Per favore puoi andare via...Non voglio che mi trovino» Sussurrò il bambino, per poi sentire Felix sospirare. Non avrebbe detto niente, lui era nel palazzo per un'altra ragione. Si allontanò lentamente, tornando dal gruppo.

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